Solitamente è lui che scrive per l’Informatore le cronache relative alle gare di bocce; questa volta è il contrario: è il nostro settimanale che scrive di lui!
Stiamo parlando di Antonio Cavadini, da poco rientrato dagli Europei di bocce tenutisi a Terni, in Italia. Una manifestazione importante che, questa volta, non ha seguito da semplice spettatore, ma con un ruolo ben preciso e fondamentale da ricoprire: quello di Direttore di gara.
Una figura che rappresenta un po’ il perno dell’evento sportivo. Colui che deve far rispettare le regole e l’etica dello sport delle bocce, che si preoccupa della meticolosa preparazione degli arbitri, che interviene in caso di contestazioni e altro ancora.
Ma come si è arrivati alla designazione di Cavadini? Lo abbiamo chiesto al diretto interessato.
In realtà è stato il CER, acronimo di Confederazione Europea Raffa, presieduta dall’italiano Moreno Rosati di Terni, a chiedere che fosse la Federazione Svizzera di Bocce a scegliere e inviare in Umbria un Direttore di gara.
Il Comitato Centrale della FSB mi ha chiesto la disponibilità. Ho riflettuto un paio di giorni e poi ho accettato poiché l’incarico offerto alla Svizzera ha un valore molto importante oltre che essere prestigioso. Oggi, come si usa dire… a bocce ferme, sono stato molto contento poiché ho permesso alla Svizzera di cogliere questa opportunità e poiché, personalmente, ho vissuto un’esperienza irripetibile.
Qual è stato il tuo maggior impegno?
Ma sicuramente quello di valutare la preparazione degli arbitri. Ce n’erano 15 provenienti da tutte le regioni d’Italia, dall’Emilia-Romagna alla Calabria. Sempre, per manifestazioni di carattere internazionale, vengono chiamati i migliori.
La preparazione è stata molto scrupolosa. Già diverso tempo prima dell’inizio di questo Europeo abbiamo avviato le sedute di affinamento: un paio di volte in collegamento video di tre ore ciascuna, via Zoom, poi direttamente sul posto nel corso di un intero pomeriggio.
Né sono mancate riunioni dopo le partite per analizzare eventuali problematiche, durante le quali sono state prese anche decisioni importanti.
Ci puoi fare un esempio pratico?
La Federazione francese aveva inoltrato un reclamo per una boccia annullata a una loro giocatrice. Una decisione che loro ritenevano ingiusta ma che, dalla direzione di gara, è stata considerata corretta e dunque valida a tutti gli effetti. Decisione delicata poiché di mezzo c’era la conquista di una medaglia.
Cosa ci puoi dire in merito all’organizzazione nel suo insieme?
Che è stata davvero impeccabile, non solo dal punto di vista sportivo, ma anche da quello della logistica. Bisogna considerare che a Terni sono arrivate 150 persone tra giocatori, tecnici, accompagnatori, capi delegazione, arbitri e altri ancora. Tutti sono stati ospitati in ottimi alberghi con un adeguato sostentamento.
Abbiamo inoltre avuto la fortuna di avere dalla nostra una splendida meteo, di conseguenza anche i tifosi – tra i quali la classica “torcida” rossocrociata – hanno potuto approfittare di questi giorni per andare alla scoperta di luoghi caratteristici.
La prossima volta dove e quando si giocherà l’Europeo?
Da noi, al Palapenz di Chiasso la prima settimana di settembre del prossimo anno. L’organizzazione sarà affidata alla Federazione Svizzera. Prevista la partecipazione di una quindicina di nazioni o forse più. Sarà una manifestazione davvero importante sia dal punto di vista organizzativo, sia da quello finanziario.