L’Informatore vede la luce venerdì 27 agosto 1932. Un foglio azzurrino, senza troppe pretese, che viene recapitato ai circa quattromila abitanti del Magnifico Borgo. Promotori di questa iniziativa editoriale sono Ernesto Stucchi, dell’omonima tipografia mendrisiense, Attilio Morandini, proprietario del cinematografo del borgo, che proprio da Stucchi stampa le locandine dei suoi spettacoli, e Giuseppe Dones che nel nuovo nato cura la parte pubblicitaria. Alla sua apparizione il giornale conta solo quattro pagine che, essenzialmente, informano i mendrisiensi sugli spettacoli cinematografici. Sulla prima pagina del primo numero, infatti, campeggia il titolo del film in cartellone al Cinema Teatro Varietà: «Il congresso si diverte», in seconda pagina si legge la prima puntata de «Il re in esilio», romanzo d’appendice che ancora per parecchio tempo avrebbe catturato l’attenzione dei lettori del settimanale, merito anche dei tempi che ancora non conoscevano la concorrenza del televisore… In terza pagina, finalmente, ecco l’editoriale, di cui riportiamo giusto il primo periodo:«Siamo certi di una cosa, che fra tanti giornali cui quotidianamente si abbevera la legittima e nobile curiosità della nostra popolazione, questo modestissimo loro confratello, che viene alla luce senza tanto clamoroso periodo di gestazione si guadagnerà, oltre che la più viva simpatia, il più costante devoto affetto, come l’eco della voce di un caro membro della famiglia che più non giungeva a noi…».Una giusta intuizione, considerato che, a 80 anni di distanza, l’Informatore continua a godere di un affetto particolare, nonostante nel tempo, alla sua conduzione si siano avvicendate diverse persone. Alla morte di Ernesto Stucchi, appena 57enne, è la moglie Ada affiancata dal prof. Mario Svanascini, ad occuparsi del settimanale, che nel frattempo è diventato più corposo. Nel 1952 le pagine del giornale diventano bianche e il prof. Vittorino Andreoli gli regala una nuova testata, che è quella ancora oggi in uso! Poi se ne va Svanascini e, al suo posto, accanto alla signora Ada, arriva Tino Ferrazzini. La sua penna continuerà a scrivere anche quando la signora Stucchi se ne sarà andata per sempre ed è con lui che l’Informatore, nel 1982, festeggeria il mezzo secolo di vita, in piena espansione. Nell’autunno di quello stesso anno anche Tino Ferrazzini muore improvvisamente. È il momento della svolta! Si lascia il piombo e si passa alla fotocomposizione poi all’informatica. In redazione entra, ma sarebbe meglio dire “viene catapultata” Fausta Ferretti, che dopo qualche anno di lavoro solitario, si cerca e trova validi collaboratori. Da parecchio tempo ormai con lei lavora Alfredo Carcano, in seguito arrivano Paola Silini Zappa, Anna Piffaretti e più recentemente Sabrina Ferrari Grandi. Insieme formano un team molto affiatato e attivo, sono affiancati dal settore amministrativo con Vladimiro Morniroli, Paola Tocco e Marco Livio. Publicitas, che diversi anni or sono subentrò ad ASSA quale partner per la pubblicità, continua ad affiancare efficacemente l’editore, che dall’aprile 1977 – con la cessione della ditta dalla famiglia Stucchi – è la Tipografia Stucchi SA. Gli abbonati aumentano e raggiungono quota 7000 ma, ciò che più conta, hanno con il giornale un rapporto molto stretto… L’Informatore gode di buona salute, nel tempo si è ritagliato uno spazio tutto suo ma resta comunque un settimanale che presta attenzione a quanto succede sull’uscio di casa, senza tuttavia scadere nella chiacchiera, che privilegia l’approfondimento di tematiche attuali, che crea dibattito, che considera anche la cronaca minuta e dà voce alle numerose società del distretto.
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