“Fatte le debite proporzioni con il disastro della Vallemaggia, posso dire che una cosa del genere non mi sono mai trovato a fronteggiarla nel Mendrisiotto. E l’eccezionalità, rispetto ad altri violenti temporali (ricordo quello del 2011!), è stata la somma dell’intensità del nubifragio e della sua durata (dalle 6 del mattino alle 12.30). Per di più su tutta la regione del Mendrisiotto. Abbiamo sommato 120 interventi”. Eccolo, a bocce ferme, il bilancio del comandante del Centro Soccorso Cantonale Pompieri Mendrisiotto, Corrado Tettamanti. È successo tutto domenica e in queste ore possiamo tirare le somme. La prima cosa da dire è… “la soddisfazione per la grande collaborazione fra tutti gli enti coinvolti” sottolinea il comandante Corrado Tettamanti. “Di primo mattino è stato attivato lo Stato Maggiore++ che ha messo in campo dalle 150 alle 170 persone. Sono molto contento. Tecnicamente le forze di intervento hanno lavorato molto bene. Noi pompieri eravamo in 70 e con noi sono intervenuti anche 30 militi della Protezione civile Mendrisiotto. Poi c’erano gli agenti della Polizia cantonale e comunale, i soccorritori del Servizio Autoambulanza Mendrisiotto (SAM). Inoltre a vigilare sulla situazione generale e soprattutto sull’alta Valle di Muggio vi erano gli specialisti del Servizio Forestale Cantonale, dell’Ufficio del geologo cantonale e dell’Ufficio dei corsi d’acqua”. Ma vediamo quali sono stati i punti più caldi. L’OTR Mendrisiotto e Basso Ceresio informa che la rete dei sentieri escursionistici ha subìto gravi danni.
Le piogge record e persistenti hanno provocato due scoscendimenti sugli accessi alla Valle di Muggio. Entrambe le frane sono state sgombrate entro martedì. Attualmente le principali chiusure di sentiero sono in vigore sulla linea Caviano-Monte e sulla Muggiasca-Roncapiano.
Un fronte davvero caldo si è rivelato essere la foce del Laveggio a Riva San Vitale. “In quel punto sono stati erosi gli argini ed è fluito nel Ceresio tutto il materiale trasportato dal fiume con violenza” spiega il comandante del Centro Soccorso Cantonale Pompieri Mendrisiotto, Corrado Tettamanti. Quale è stato il punto peggiore? “Direi che si è vista una situazione preoccupante a livello di riali, fiumi e corsi d’acqua. È esondato il riale Raggio all’altezza di Castel San Pietro. Il Faloppia è fuoriuscito nella zona di Seseglio, abbiamo avuto il Roncaglia che è uscito dagli argini a Ligornetto e Genestrerio, il Laveggio invece era al limite ed è esondato in diversi punti in zona Penate”. Cosa possiamo dire delle ove di Capolago? “Le ove hanno fatto bene il loro lavoro. Bisogna calcolare che erano vuote e nel giro di 5 o 6 ore si sono riempite. Alcune di queste strutture tanto piene al punto da traboccare, altre no. Ma comunque da subito si è iniziato il loro svuotamento con i trax per evitare che tracimassero”. In effetti, nel pomeriggio di domenica la fuoriuscita di materiale sull’autostrada sottostante le ove, ha richiesto la chiusura della carreggiata sud-nord dell’A2 (fra Mendrisio e Bissone) e in seguito, a titolo precauzionale, è stata chiusa anche la corsia nord-sud nel medesimo tratto. Strade cantonali e locali chiuse un po’ ovunque nel distretto mentre veniva chiesto l’intervento di pompieri e militi della PCi anche per svuotare cantine e depositi allagati.