Domenica 18 novembre si è tenuta l’imprescindibile “giornata di studio” in preparazione al Concerto di Gala che si terrà domenica 2 dicembre alle 16.30 al Centro Manifestazioni Mercato Coperto. Quest’anno il festeggiato sarà nientepopodimeno che il nostro maestro Carlo Balmelli. Riceverà la medaglia di veterano federale per i suoi 35 anni di attività. Che dire del maestro Carlo? Beh, la pagina a lui dedicata su sito della Civica è ampiamente chiara ed esplicita: fatti i canonici corsi FeBaTi, ha iniziato a formarsi “professionalmente” dal 1985 con il corso preparatorio al Conservatorio di Lucerna, seguito da sei anni di studio con il grande Branimir Slokar al Conservatorio di Berna. Per fare il maestro, ci si deve formare e quindi dapprima segue brillantemente il corso di direttore di banda organizzato dalla FeBaTi, sotto l’egida dell’Associazione Federale di Musica, con gli insegnanti Mario Cairoli e Hans-Peter Arpagaus, aggiunge il corso di direzione d’orchestra a Berna e si perfeziona ulteriormente a Zurigo e a Milano, chiudendo con il diploma professionale di direzione di orchestre a fiati al Conservatorio di Lucerna. Ha diretto tante formazioni, ma con la Civica si è creata una simbiosi notevole: sa in effetti come tirar fuori il meglio di noi (alla fine dilettanti) e raggiungere vette incredibili. Merito, anche e soprattutto, del suo modo di fare che con un eufemismo si potrebbe definire come “molto particolare”. Indimenticabili le lavate di capo a ridosso dei grandi appuntamenti con le quali ci sprona e ci spinge a renderci conto che possiamo dare molto. Incredibile, poi, il suo modo di condurre la prova e far capire come intende la resa armonica: impressionante come riesca a far sentire come la pensa anche durante i “fortissimo”, i suoi richiami sovrastano la potenza sonora della banda in quei frangenti.
L’aspetto più impressionante di Carlo è la sua totale calma e tranquillità, anche nei momenti più delicati, ad esempio al Festival bandistico internazionale di Besana Brianza nel 1993. Ci trovavamo assieme a formazioni australiane, russe, francesi, italiane, irlandesi e al momento di suonare l’inno nazionale di ogni formazione presente non si perse d’animo. La Civica, non essendo stata informata, non aveva il Salmo e a memoria era meglio di no. Cosa fa Carlo? Passa, tranquillo, di fianco alla Civica schierata e, papale, annuncia “Mendrisio, introduzione e poi trio, lenta, è l’Inno del Ticino”. Incredibile! volendo, mica ha tutti i torti: la Mendrisio è “LA” marcia e la riconoscono tutti sin dalle prime note. In quel frangente, dopo che fu annunciato come tale inno, vedemmo il nostro Mario Snozzi sorridere sornione alle prime note della Mendrisio, lenta, sugli spalti. O come sorvolare sul suo poliglottismo a prova: imperdibili i suoi “se avete difficoltà con i tempi, ciapate un metronomo” oppure il “riprendiamo da jot” e diversi vanno alla lettera “Y” del pezzo, per onomatopea, ma non sanno che “J” è jota o Jot in tedesco. Insomma “grazzieate!”, Carlo … il nostro urlo di fine prova è il minimo che ti si possa dire.
ChB