Un cielo di tubi blu

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(red.) Suonano? Non suonano? E se fossero stati appesi per la lunghezza, invece che di traverso, l’aria del Corso, in caso di vento, si sarebbe infilata nei tubi con maggiore facilità?
L’installazione “Oltre un cielo blu mare”, già nelle fasi di montaggio, nei primi giorni della settimana, ha fatto tendere l’orecchio ad alcuni passanti. Ma la maggior parte della gente non si aspetta alcun suono: alza invece gli occhi per vedere i colori e l’effetto che fanno.
Sul cielo di Estate in Corso, inaugurata ieri sera, c’è la nuova performance di Sergio Morello, artista di Chiasso, che in anni lontani aveva stupito il pubblico cone le sue installazioni. La rassegna gode dell’appoggio del Municipio, dei suoi servizi, della Società commercianti.
Spiccano i tubi color azzurro cobalto, i più chiari, anche se sono un terzo rispetto a tutti i tubi, 525 pezzi;  gli altri due terzi sono blu scuro oltremare, ma, appunto, rispetto agli altri, sono meno appariscenti. “L’installazione riflette una legge del linguaggio pittorico”, spiega l’artista.
Nel linguaggio pittorico, i colori chiari rimandano una luce maggiore rispetto a quelli più scuri, spiega l’artista di Chiasso che ha suddiviso l’opera, che si presenta sobria nei colori e nelle forme in 28 sequenze, lunghe, ciascuna, 12 metri, con un’alternanza precisa di tubi chiari/scuri.
Com’è nato il progetto? “Quando il Municipio mi ha chiesto un’idea per l’estate sul Corso, ho pensato a me stesso ragazzino, quando lavoravo come apprendista in una casa di spedizione, prima di avviarmi agli studi accademici. Dovevo andare fra i fasci di binari, trovare i vagoni dello spedizioniere in questione e riportare i numeri  per l’ispezione doganale. Un caldo che non vi dico, d’estate, c’erano giornate da 35, 40 gradi.  Temperature così elevate facevano pensare ad una sola cosa: smettere e partire, andare al mare…”.
Sergio Morello evoca la giovinezza e intanto tenta di definire ciò che gli operai dell’Ufficio tecnico e le ditte della città stanno montando sul cielo del Corso. “In un certo senso quei tubi mi ricordano la linearità e l’orizzontalità delle traversine dei binari di Chiasso smistamento. Parto da quei ricordi e tento di dipingere l’aria, così da poter andare oltre il cielo, verso il mare e dunque nella direzione dell’orizzonte, dell’infinito. Un invito ai passanti a liberarsi un attimo dai pensieri… Yves Klein, l’artista francese dell’arte concettuale che ha lavorato molto su questo colore e sull’immaterialità, diceva che di là dal blu c’ è una profondità blu”.