Il tocco ticinese a Odessa

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La città sul Mar Nero, “dall’anima italiana”, meta di maestranze ticinesi tra il 1794 e il 1905 che contribuirono ad arricchire il patrimonio culturale, oggi gravemente minacciato dall’invasione russa.

Odessa non è più la stessa. L’invasione russa iniziata il 24 febbraio 2022 non ha risparmiato la monumentale città ucraina, la terza più popolosa dopo la capitale Kiev e Charkiv. Proprio all’inizio di febbraio l’esercito di Putin ha colpito con un attacco missilistico il centro storico del porto ucraino, sul Mar Nero, patrimonio mondiale dell’UNESCO, danneggiando alcuni edifici storici risalenti al XIX secolo e uccidendo almeno 7 persone.

Missili sul patrimonio Unesco
L’umanità è minacciata nell’interminabile conflitto, così pure il suo grande patrimonio culturale. E dire che proprio Odessa deve una parte significativa del suo fascino anche all’ingegno degli architetti ticinesi che nella città affacciata sul Mar Nero, nel periodo compreso tra il 1794 e il 1905, contribuirono a edificare monumenti storici. Un fenomeno frutto del flusso migratorio che vide numerose maestranze spostarsi dalle aree mediterranee verso Russia e Ucraina. Alcuni tra i più importanti edifici di Odessa sono opera di architetti ticinesi.
Ebbene, per ricordare il loro operato e quei fertili secoli, domenica 16 febbraio alle 10 a LaFilanda di Mendrisio l’Archivio del Moderno propone una conferenza che vedrà relatori la storica dell’arte, Iryna Balmeli e il docente dell’Accademia di Mendrisio, Nicola Navone.
Dalle terre del Ticino giunsero così architetti, scalpellini, tagliapietre e artisti che seppero esprimere al meglio le loro abilità. Tanti e importanti i nomi: Boffa, Torricelli, Bernardazzi, Balmelli/Balmeli, Frapolli, Pelli furono gli artefici del peculiare carattere “italiano” conferito alla città sul Mar Nero, fin dalla sua fondazione nel 1794, aggiudicandosi concorsi e commesse per edifici pubblici, opere urbanistiche e monumenti – evidenziano i promotori della conferenza. Da qui l’appellativo di “Odessa, città dall’anima italiana”. LaFilanda ripercorrerà questo felice periodo dell’architettura ticinese con la conferenza di domenica 16 febbraio, grazie alla collaborazione con l’Archivio del Moderno e ai relatori Iryna Balmeli e Nicola Navone.
Balmeli è storica dell’arte e ricercatrice all’Archivio del Moderno dell’Università della Svizzera italiana. Discende da una famiglia di origini ticinesi trapiantata a Odessa all’inizio del XIX secolo. Si interessa da lungo tempo al fenomeno migratorio degli architetti, degli artigiani e degli artisti ticinesi in Ucraina e al loro rilevante contributo all’architettura e alla cultura artistica locale. Nicola Navone è invece vicedirettore dell’Archivio del Moderno, docente all’Accademia di architettura dell’Università della Svizzera italiana e membro del Collegio di dottorato Architettura, innovazione e patrimonio dell’Università degli Studi di Roma Tre. Le sue ricerche si focalizzano attorno a figure e momenti nodali dell’apporto degli architetti e dalle maestranze ticinesi: da Domenico Fontana a Francesco Borromini, fino al ruolo svolto nel trasferimento e nella diffusione della cultura architettonica italiana nell’Europa orientale.