Non per nulla è stata chiamata “La Casa delle Generazioni”: perché si presenta come una vera e propria abitazione monolocale con cucina, angolo giochi per i bambini e tavolo per mangiare insieme. A 9 mesi dalla sua inaugurazione – era il 5 dicembre 2023 – l’esperienza di quello stabile in mezzo al Prato di San Giovanni a Mendrisio, sembra pronta ad evolvere. E come? Per capirlo facciamo un passo indietro, a quando cioè l’edificio (con altri due simili) ha ospitato per molti anni delle classi di scuola elementare, prima che venisse costruita la sede scolastica al Canavée. Successivamente il Comune l’ha passata in gestione all’ATTE di Mendrisio (Associazione Terza Età). Fino a quando nel 2023 è maturata la scelta del Municipio di Mendrisio di farla condividere ad altre associazioni, dato l’alto numero di società presenti nella Città fra cui parecchie senza una sede propria. A quel punto lo stabile è divenuto un centro di aggregazione e punto di riferimento per diverse associazioni: citiamo in primis la Città con Rete Infanzia Mendrisio e Centro Famiglie Giovani, Generazionepiù, ATTE, Pro Infirmis, Pro Senectute, ACD (Associazione Assistenza e Cure a Domicilio), Pre Asilo “Il Bosco dei Cento Acri” e Associazione Progetto Genitori. E qui torniamo al passo ulteriore che si vuole compiere dentro a questa esperienza. E cioè passare dal condividere lo spazio come dei coinquilini al diventare quasi una famiglia. “L’idea è che attraverso le attività proposte, ma anche liberamente nella frequentazione della casa, si possa diventare una famiglia. Un lavoro di relazioni da tessere fra le generazioni” indica Tiziana Marcon, pedagogista e responsabile del Progetto Genitori Mendrisiotto. “È una casa, ora ci vuole una famiglia! Faccio solo un esempio: un’idea potrebbe essere quella di realizzare degli orti sospesi in casse, così che un po’ tutti possano prendersene cura. Abbiamo le mura, troviamo un’intesa per questa vita nella casa, metaforicamente parlando. Già ora ad esempio vengono proposte di tanto in tanto delle risottate comuni a mezzogiorno”.
• Luogo d’incontro informale e inclusivo
Ma come funziona ad oggi la Casa delle Generazioni? Viene proposto un calendario con attività fisse e poi esiste un indirizzo e-mail (casadellegenerazioni@mendrisio.ch) al quale rivolgersi per organizzare eventi privati (in questa modalità la sede è fruibile soprattutto la sera e durante il fine-settimana). La Città con l’Ufficio Famiglie Giovani coordinano e gestiscono la struttura con il tramite del Municipio e di Tiziana Madella; inoltre della gestione quotidiana con tutti i partner se ne occupa Pro Senectute. Si tratta di un luogo d’incontro informale e inclusivo.
• Il Preasilo Bosco dei 100 acri anch’esso a San Giovanni
Una delle svolte positive è stata quella di inglobare nella Casa delle Generazioni, il Preasilo Il Bosco dei 100 acri, che prima era ubicato in via Lavizzari a Mendrisio. L’edificio che ospitava la “vecchia” sede nel nucleo storico della Città, necessitava di una ristrutturazione e quindi dallo scorso mese di gennaio, figli e genitori del Preasilo approdano nella Casa delle Generazioni che è stata resa idonea e accogliente anche a loro. E ovviamente, le famiglie del preasilo hanno l’appoggio del Progetto Genitori che – sottolineiamo – dal 2016 ha voluto portare uno sguardo sulla genitorialità particolare, collaborando con ATGABBES e Pro Infirmis al Progetto Giochi senza Barriere per i ragazzi che hanno una disabilità e le loro famiglie.
• Giochi senza Barriere con il Progetto Genitori e il Preasilo
La proposta dei Giochi senza Barriere permette ai genitori volontari del Preasilo, di occuparsi dei genitori e bambini con disabilità, avendo un orecchio d’ascolto. Si crea una sorta di bolla inclusiva, un luogo dove chi lo frequenta può esprimere quello che prova. Sempre, di lunedì mattina dalle 9 alle 11 è aperta in questo spirito la Casa delle Generazioni. Tutti possono frequentarla ma in questa fascia oraria le attenzioni maggiori sono rivolte a queste famiglie.
La convivenza che si sperimenta alla Casa delle Generazioni fra bambini, famiglie e anziani, quanto può aiutare i bambini a crescere e gli anziani a vivere? Il contatto può essere una grande risorsa per tutti e su questa convinzione fa un passo avanti il Progetto Genitori che esiste dal 2006. “Io dico sempre che i nostri “genitori” sono stati la pedagogista Sonia Lurati ed il pediatra Vincenzo D’Apuzzo” commenta Tiziana Marcon (nella fotografia), la responsabile attuale del progetto. A lei chiediamo come muta la società dal punto di vista di figli e genitori. “Cambiano i bisogni, muta la società. Con la nostra associazione ci adattiamo al contesto e alle necessità delle famiglie. Noi cerchiamo il contatto nei gruppi, il condividere le esperienze fra noi, i genitori e i figli. I capricci, il sonno, le poppate, le paure dei bambini, la creatività, sono tantissimi i temi sui quali lavoriamo in ambito preventivo. Quando si intravvede un problema esiste sempre la possibilità di consigliare un consulto dallo psicologo o dal psicoterapeuta. C’è sempre stata fra noi e il pediatra un’ottima collaborazione”.
Dal vostro osservatorio, i genitori fanno più fatica oggi o erano più in affanno 20 anni fa, a crescere i loro bambini?
“Credo che oggi i genitori non hanno più un modello dinnanzi a loro, con i nonni sul portone a fianco. Devono trovare la loro via. Non per niente spesso cercano in Internet dove c’è di tutto; è un mare di informazioni nel quale non è facile orientarsi. I nostri genitori sapevano cosa fare! Ora le famiglie spesso abitano lontane dai nonni, magari anche in nazioni diverse”.
Tuttavia nascono meno bambini…
“Sì, negli ultimi anni la natalità è diminuita del 30% alle nostre latitudini. Ma attenzione, se ho 10 figli mi concentro sull’urgenza di riuscire a dare loro da mangiare; se ne ho 1 o 2, tutte le aspettative dei genitori si focalizzano su di loro come ad esempio la riuscita scolastica”.
Oggi poi sembra che i ragazzi non possano far parte di un’associazione senza risultati agonistici.
“Invece noi crediamo che il bambino – soprattutto fino ai 4 anni – abbia bisogno di muoversi, ballare, correre, disegnare su grandi formati, orientarsi nello spazio. Le canzoni servono per il linguaggio, il gioco libero è fondamentale per la fantasia. È importante che i “piccoli” imparino a farsi venire delle idee e a provare anche l’esperienza della noia”.
La vicinanza degli anziani quanto può aiutarli?
“Per i bambini che non hanno i nonni vicini, poter chiamare una persona “nonno” è molto importante, anche se non lo è davvero fisiologicamente. Viceversa, per gli anziani la vicinanza di qualunque bambino è motore di vita”.
Si fanno anche i figli in età più avanzata…
“Sono più avanti con gli anni i genitori e di conseguenza sono più anziani i nonni e può capitare che abbiano acciacchi e patologie tali da non poter curare i nipoti. I nonni invecchiano anche maggiormente e quindi di fatto c’è un aggravio per la donna che lavora, si occupa dei figli e delle cure legate ai nonni. Non per nulla, nelle nuove generazioni spesso la figura del padre c’è, è di supporto. Alcuni addirittura scelgono di lavorare a tempo parziale per dedicarsi alla crescita dei figli temporaneamente”.
Cosa si sente di dire ai genitori?
“Ogni genitore è l’esperto dei propri figli. Noi non diamo soluzioni, offriamo delle possibilità di confronto con noi e con altri genitori e figli”.