Niente più pesticidi ed erbicidi dispersi nell’ambiente. A Castel San Pietro ha visto la luce un progetto innovativo i cui promotori auspicano che sia preso da esempio e si possa presto diffondere in tutto il Cantone e oltre.
La vite richiede trattamenti fitosanitari, da 6 a 9 volte all’anno a seconda delle piogge. Ebbene, questa pratica, grazie allo spirito imprenditoriale di tre locali aziende agricole e vitivinicole – Cadenazzi, Petraglio e Ortelli – della FutureFarmers SA, del Comune e dell’Ente regionale dello sviluppo (ERS) che hanno sostenuto finanziariamente il progetto – si può compiere nel pieno della sostenibilità ambientale. Un trattore impregnato dalle sostanze nocive, può essere ripulito in una vasca di lavaggio, acqua e impurità vengono dunque raccolte in un tubo per poi finire in una cisterna, dove l’acqua evapora e pesticidi ed erbicidi stoccati possono essere infine smaltiti negli ecocentri, anziché inquinare il terreno, fiumi o laghi. Il costo a carico del viticoltore per dotarsi di questa innovazione? Circa 9 mila franchi, dei quali due terzi sussidiati dagli enti pubblici.
La genesi del progetto è stata illustrata mercoledì a Corteglia all’Azienda Cadenazzi dai principali protagonisti della lodevole iniziativa. La sindaca di Castello Alessia Ponti ha spiegato che l’idea è stata sviluppata dal Comune durante il Covid, quando i viticoltori si sono ritrovati in un periodo di incertezza e durante il quale è stato necessario escogitare qualcosa di innovativo e al contempo ecosostenibile. Il progetto è stato il traguardo di “strategie comuni, condivise e l’unione delle forze”. Lorenzo Tognola, direttore di FutureFarmers, ha definito “eroiche le tre aziende agricole che nel 2020 hanno intavolato il discorso con il Municipio”. La società anonima, affinché altri viticoltori adottino il progetto, ha elaborato un documento con le relative linee guida “disponibile a tutte le aziende interessate”.
Claudio Guidotti dell’Ente regionale di sviluppo ha evidenziato che “l’Ers ha deciso di sostenere il progetto perché ne ha da subito apprezzato l’innovazione, la sostenibilità e l’aspetto pilota”. Sem Genini per l’Unione Contadini Ticinesi ha parlato di “iniziativa meritevole”, che va nella stessa direzione auspicata dal progetto ViSo Ticino rivolto ai viticoltori nel loro percorso verso una produzione sempre più sostenibile. Davide Cadenazzi, nella cui azienda agricola si è tenuta la conferenza stampa alla quale hanno partecipato numerosi specialisti del settore vitivinicolo, ha offerto una dimostrazione pratica dell’intero processo della vasca di lavaggio, mettendo in luce l’efficacia delle nuove strutture, volte a favorire una transizione rapida verso pratiche agricole più sostenibili su tutto il territorio.
Castel San Pietro vanta il primato per numero di vigneti in Ticino – è stato sottolineato ieri nel corso dell’incontro stampa – e non appare un caso che il progetto si sia sviluppato in una località sensibile alle tematiche ambientali e alla salvaguardia del territorio. Il dialogo, l’intesa e il coraggio per pratiche innovative e green hanno completato il quadro.