
• (red.) L’acqua del Pozzo Prà Tiro del consorzio costituito dai Comuni di Chiasso e Balerna è sempre potabile, anche se il potenziale di rischio che non lo sia più, già elevato, è aumentato dopo la scoperta di tracce di un acido usato nell’industria, il perfluoro ottansulfonato, detto Pfos. Cantone e Comuni hanno già presentato la denuncia di inquinamento contro ignoti. L’azienda distributrice, AGE SA di Chiasso “si sta organizzando in vista dell’eventualità del blocco dell’erogazione, anche se confida di non metterla in atto”, ha scritto il Municipio alla fine di luglio, rispondendo a un’interrogazione dei gruppi US-Verdi, Lega-Udc, PLR.
Sul tema riflettono ora anche i Verdi di Balerna, chiedendo di fare come a Mendrisio: tenere in vita il Prà Tiro, cercando acqua più in profondità.
Il pozzo di Chiasso sarebbe destinato nei piani del Cantone a essere dismesso appena possibile perché la zona in cui si trova, negli ultimi decenni, è sempre più a contatto con gli aspetti meno felici degli insediamenti umani, come dimostra l’ultimo episodio. Ma, intanto, insieme alle sorgenti della Rovagina, il Prà Tiro rimane l’unica fonte che alimenta i rubinetti dei Comuni del basso distretto.
Nella parte superiore del Mendrisiotto le cose non vanno meglio; tracce di sostanze chimiche usate in passato dall’agricoltura sono state trovate a Novazzano, Riva San Vitale e a Genestrerio. Da qualche settimana è stato reso noto che dai pozzi di San Martino, che riforniscono metà del quantitativo occorrente agli abitanti di Mendrisio, Rancate e Capolago non sarà più pompata acqua a scopo potabile. E ciò a brevissima scadenza, il 2022, anno in cui l’USTRA avvierà un importante cantiere, il rifacimento del tratto di A2 tra Penate e Campaccio, il luogo in cui appunto pescano i pozzi di S. Martino, più in particolare nella zona di protezione S2.
Giocando d’anticipo, Mendrisio e le AIM hanno sondato, a poca distanza, le zone di protezione del Pozzo ai Prati Maggi, a Rancate, una fonte preziosa ma anche datata, con problemi tecnici tanto importanti da rischiare il collasso; il pozzo, per salvarlo, va “riparato” con nuove perforazioni, ma Mendrisio ha colto l’occasione per costruirne uno nuovo di zecca proprio accanto, che sarà pronto prima dei lavori dell’USTRA. L’acqua, valutata 60 l/s è stata trovata a 100 – 130 metri di profondità.
È proprio prendendo spunto dalla soluzione trovata a Mendrisio che i Verdi di Balerna hanno chiesto al Municipio di fare la stessa cosa: mettere in sicurezza e mantenere in vita a lngo termine il Pozzo Prà Tiro praticando delle perforazioni per il pescaggio dell’acqua molto più in profondità rispetto al livello attuale. Considerando gli inquinamenti dei vari pozzi del Mendrisiotto e il defunto Pozzo Polenta, “Balerna rischia più di altri Comuni di restare letteralmente a secco, in quanto la sua unica fonte è il Prà Tiro e un’alternativa sarà pronta solo tra qualche anno, grazie all’acqua del lago che l’Acquedotto Regionale intende pescare nel Ceresio, in zona Battuta a Riva San Vitale. Ma tra i Verdi vi sono perplessità su questo previsto approvvigionamento, non tutti sono d’accordo. La sezione di Balerna esprime forti perplessità, mentre i Verdi di Chiasso, nell’interrogazione citata all’inizio, chiedono al Municipio di impegnarsi affinché si acceleri l’esecuzione dell’opera.