Camosci indeboliti sul Generoso

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“La nostra società Cacciatori del Mendrisiotto ha raggiunto e forse superato la soglia dei 150 soci e questo non può che renderci orgogliosi. Ben oltre 110 soci attivi e all’orizzonte la piacevole volontà degli amici di Chiasso di riflettere e valutare concretamente la possibilità di unirsi a noi”. È il quadro della situazione stilato dal presidente Diego Allio. Da un suo intervento dettagliato riguardo alla recente assemblea, estrapoliamo diversi aspetti della realtà della società.

Dal profilo finanziario, la “Cacciatori del Mendrisiotto” gode di buona salute ed è pronta ad affrontare i futuri impegni. L’anno appena trascorso è stato caratterizzato da molti avvenimenti  e dal raggiungimento di traguardi e obiettivi importanti. Per importanza la realizzazione della prima tappa del Progetto Poncione d’Arzo nella zona Bagno sopra la campagna di Meride va sicuramente “in primis”. Un lavoro che è iniziato prima del 2012. L’obiettivo era quello di introdurre una pianificazione su più anni per aree più grandi con il coinvolgimento del Cantone, dei forestali, del mondo agricolo, del mondo venatorio e importante dei biologi, che potessero sostenere e indirizzare la società per meglio rispondere ai bisogni della biodiversità. L’intento chiaro era quello di ricreare spazi vitali per la lepre comune, la beccaccia, e dare pascolo lontano dai terreni agricoli ai cervi. Tutto ciò – sottolinea il presidente – ben prima del rapporto Maddalena che ha poi confermato gli indirizzi del nostro progetto, dimostrando tutta la sensibilità e l’amore del mondo venatorio verso la natura. Nasce così il progetto che viene fatto roteare attorno alla difesa del gladiolo piemontese che risulta presente in Svizzera solo sul monte momò in questione ed è catalogata come specie vegetale fortemente minacciata. I lavori sono stati eseguiti dal Cantone.
“Secondo motivo di soddisfazione per noi cacciatori – continua Diego Allio – è l’apertura della caccia al cervo sul San Giorgio per rispondere alle esigenze del mondo agricolo e vitivinicolo a causa dei forti danni causati dagli ungulati presenti in forte numero nella regione. Anche qui il mondo venatorio ha confermato la sua maturità acconsentendo e collaborando per la creazione di una zona di divieto di caccia al cervo sul Monte San Giorgio. La caccia per molti nostri soci è quindi risultata buona e tengo a sottolineare non ha fatto registrare alcuna infrazione”. In cifre possiamo dire che è stata abbattuta una cinquantina di cervi e quest’attività venatoria è stata ben accolta dai viticoltori-agricoltori che si vedono così regolare la popolazione dei cervi, cresciuta a dismisura negli ultimi anni e fonte di numerosi danni.

• Recuperi habitat
Due giornate di lavoro per il recupero habitat: una sul versante del Monte San Giorgio a Scagnora e una sul versante del Generoso alpe di Salorino a piena soddisfazione del Patriziato. Per l’intervento a Scagnora la società ha  avuto la collaborazione del Gruppo Assemblea dei Genitori che ha coinvolto le scuole con una quindicina di ragazzi. “Oltre alle consuete attività, – riferisce il presidente –  quest’anno intendiamo raggiungere un secondo importante traguardo con il progetto Poncione d’Arzo che vedrà la realizzazione della seconda tappa a Scagnora. Disbosco e creazione di un margine boschivo delle aree prative nella parte bassa (stand di tiro Meride). Disbosco e semina di erba nella parte alta (zona Bolla)”. I lavori dovrebbero partire il prossimo autunno e verranno finanziati dal Cantone per la parte bassa mentre interverrà il gruppo habitat per la parte alta. La Società Cacciatori del Mendrisiotto fungerà da committente e parteciperà nel limite delle sue possibilità alle spese.

• Minori catture di camoscio e capriolo
Il presidente fa notare che preoccupa il calo delle catture di camoscio ma per il Mendrisiotto non è da meno la preoccupazione per il calo delle catture di capriolo scese a 11 capi per il 2015.

• Camosci indeboliti sul Monte Generoso
I cacciatori segnalano un calo degli effettivi di camoscio sul Generoso e soprattutto un indebolimento della razza. Tale impressione è confermata dal guardiacaccia Luca Brugali: al censimento sono stati contati un centinaio di capi fra cui 59 femmine (solo 3 portavano un piccolo). La società rinnova l’invito all’UCP a intervenire col rilascio di qualche decina di capi di buoni camosci provenienti da altre regioni per ridurre il problema della consanguineità che parrebbe la causa del declino della popolazione sul Generoso. Da alcuni anni sono state immesse 10 lepri nella bandita del Generoso per rafforzare la popolazione presente.