• (red.) A Viganello, dove pur esiste la commissione di quartiere, i residenti hanno sentito all’inizio di questa settimana il bisogno di fondare un’associazione: a distanza d’una decina d’anni dall’aggregazione si sentono lontani da Lugano. Nell’altra città ticinese nata attraverso le fusioni, Mendrisio, quel brutto sentimento non dovrebbe manifestarsi: il Municipio intende riservare al cittadino tutta l’attenzione che si merita, collocando al primo dei 17 punti – chiave della visione strategica 2030 il motto “Essere vicini al cittadino”.
Per la verità negli ultimi tempi qualche lamento qua e là si è levato dai quartieri; ma l’aver dato assoluta priorità a questo aspetto nei prossimi 15 anni è una garanzia. Soprattutto se dietro al motto si legge: “rafforzare la prossimità con i cittadini, valorizzare il sentimento di appartenenza e di identità anche attravero i quartieri; Mendrisio s’impegna a mantenere dei servizi di prossimità in ogni quartiere, poiché convinta che la centralizzazione dei servizi impoverisca i rapporti tra cittadini e Comune”. Gli altri 16 punti, data quest’importante premessa, dovrebbero avere davanti una strada più o meno pianeggiante, fatte salve le condizioni finanziarie. Ma il consenso ha bisogno, per realizzarsi concretamente, delle due parti; e già nelle premesse di questo raffinato documento di lavoro – di questa bussola per orientarsi nella complessa realtà regionale immersa in pieno nell’economia di frontiera – si legge che “l’agire di ogni cittadino, consapevole e partecipe, fa di Mendrisio la nostra Mendrisio”.
Le “Strategie 2030”, insomma, contano su un’alleanza salda tra cittadino e istituzione. Un contratto che non è il risultato di un esercizio teorico calato dall’alto ma appare fondato su solide basi, quelle che erano state gettate nel lungo processo aggregativo, durante il quale era stata scritta la “Carta dei valori”, richiamata nella sua interezza nel documento presentato ieri. Carta che è stata ripresa in mano dal Municipio, dai singoli dicasteri, da analisti, da professionisti della comunicazione per immaginare come sarà la città tra 15 anni. Un esempio su tutti, i trasporti pubblici: i residenti – è stato scoperto grazie ad un’indagine commissionata nel 2012 dal Municipio a degli specialisti – li usano poco rispetto alla media cantonale, c’è anche una scarsa diffusione degli abbonamenti. Così, nei prossimi anni, la Città farà uno sforzo in più per promuovere bus, aupostali e Tilo.
Il “Piano degli indirizzi”, approvato all’unanimità dal Municipio, sarà sottoposto al Consiglio comunale; toccherà al Legislativo discuterlo e formulare osservazioni che saranno integrate in una revisione finale distribuita, infine alla popolazione. Toccherà poi al Municipio verificare, andando avanti il tempo, se quanto sta scritto oggi sulla carta viene realizzato o meno.
Appare determinante la decisione di allestire il Piano direttore comunale, un unicum ticinese, affinchè si possano uniformare norme pianificatorie assai diverse in ciascuna delle 10 realtà comunali che sono state aggregate. Sarà da quello strumento che si potrà percepire la reale volontà dei politici di cambiare marcia per indirizzarsi verso una nuova visione del territorio in cui devono convivere economia e bellezza.