Accademia, quasi come i due “Poli”

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(red.) Sono 149 le matricole che lunedì 14 settembre hanno iniziato i corsi all’Accademia d’architettura di Mendrisio. La scuola di Via Turconi conta circa 800 studenti, analogamente al Politecnico di Losanna e un po’ meno dell’ETH di Zurigo.

 

Ha dunque la “massa critica” sufficiente per giocare, come i due “poli” svizzeri, per quanto riguarda l’architettura, un ruolo di primo piano anche all’estero. Vocazione ribadita lunedì dal presidente dell’USI durante la presentazione alla stampa del nuovo anno accademico. Piero Martinoli dice di essere “molto soddisfatto di questa scuola” che si avvia verso il ventestimo di attività, come l’USI; ma il presidente – reduce felice dall’annuncio della collaborazione con il Poli di Zurigo per l’avvio del Master in medicina in Ticino –  qualche dubbio ce l’ha riguardo ai programmi di mobilità degli studenti (Erasmus) e di ricerca, i cui ingranaggi si sono inceppati dopo il voto del 9 febbraio 2014. “Siamo in un momento d’incertezza, tutto dipenderà dal negoziato tra il nostro paese e l’UE. Potremmo essere contenti: non versando i soldi a Bruxelles, li terremmo per noi, per i nostri studenti. Crediamo però che la Svizzera deve giocare su campi più vasti”, dice Martinoli. “Abbiamo i numeri per giocare nella categoria giusta”, gli fa eco Marc Collomb, direttore della scuola che in questi mesi sta pianificando lo sviluppo del periodo 2017-2020.

La Biblioteca al Turconi
Nell’orizzonte più vicino c’è il Teatro dell’architettura, in costruzione a ridosso del vecchio ospedale, luogo di mostre e pubblici eventi, la cui apertura è prevista tra un anno e mezzo. Nel 2016 dovrebbe aprirsi il cantiere per la costruzione degli spazi didattici previsti nel medesimo comparto, già messi a concorso con una partecipazione record di 180 studi d’architettura. Allo studio anche la nuova biblioteca, che prenderà il posto del prefabbricato in legno accostato al vecchio Turconi, diventato troppo piccolo. La biblioteca sarà “traslocata” nell’antico ospizio, dove ora ci sono gli atelier e avrà una capacità tre volte maggiore di quella odierna, così che i libri di questa e delle materie affini, spesso di grandi dimensioni, si possano consultare gradevolmente.  

Il domani di S. Moritz
Quanto ai contenuti dell’insegnamento agli studenti, l’obiettivo di diploma di quest’anno – spiega Marco Della Torre, coordinatore di direzione – è di realizzare un’indagine urbanistica sulla città di S. Moritz, studiando il potenziale di riqualificazione paesaggistica. La nota località engadinese ha conosciuto sull’arco di lunghi decenni uno sviluppo molto particolare e la recente LF sulle residenze secondarie “crea le condizioni per ripensare questo tipo di sviluppo”, partendo dai grandi hotel e dagli spazi pubblici esistenti.

Le conferenze pubbliche
Vale la pena sottolineare anche l’impegno sul fronte delle conferenze pubbliche. In “cartellone” c’è una riflessione sulla trasformazione, dal punto di vista architettonico, delle città europee, sempre più chiamate a svolgere anche la funzione di “governo metropolitano”. Le previsioni sono quelle che parlano di città ulteriormente ambite, con un bisogno marcato di nuovi edifici residenziali, spazi pubblici, reti di trasporto… Una manna per gli architetti, che sono tuttavia chiamati a ragionare sul côté umanistico di questo sviluppo, propprio come insegna a fare la scuola di Mendrisio. Così, in ottobre, ecco l’avvio a Mendrisio del ciclo “Architettura e società nella città  europea contemporanea” con i più impegnati studiosi europei di queste realtà, alternati ad architetti che daranno vere e proprie lezioni di architettura. Fra questi Kenneth Frampton (19 novembre) in una serata sostenuta dall’Associazione Amici dell’Accademia d’architettura.