La Fabbrica dei preti

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Avevano 10-11 anni i bambini che negli anni ‘50 e ‘60 venivano internati nei seminari italiani per diventare preti. Alle loro vite l’attrice e autrice Giuliana Musso dedica La Fabbrica dei preti, lo spettacolo che aprirà giovedì 27 agosto nella piazza di Arzo, la sedicesima edizione del Festival internazionale di narrazione.

La dimensione umana dei sacerdoti è un piccolo tabù sul quale vale la pena di alzare il velo per rimettere l’essere umano e i suoi bisogni al centro o, meglio, al di sopra di ogni norma e ogni dottrina. I seminari di qualche decennio fa hanno operato per dissociare il mondo affettivo dei piccoli futuri preti dalla loro dimensione spirituale e devozionale. Molti di quei piccoli preti hanno trascorso la vita cercando coraggiosamente uno spazio in cui ciò che era stato separato e represso durante la loro formazione si potesse riunire e liberare. A questi preti innamorati della vita ci piacerebbe dare voce e ritrovare insieme a loro la nostra stessa battaglia per “tenere insieme i pezzi”.
Con queste parole Giuliana Musso, che il pubblico di Arzo ha già conosciuto in Nati in casa e Sexmachine, presenta questo suo spettacolo suggerito dalla lettura del libro di don Antonio Bellina Fabrica dai predis e costruito attraverso un’approfondita e appassionata raccolta di testimonianze dirette, lo studio di un’ampia bibliografia e una ricerca fotografica compiuta con Tiziana De Mauro, foto d’archivio e album privati montati poi in video da Giovanni Panozzo e Gigi Zilli.
Alla lettura di un infinito regolamento asettico di centinaia di paragrafi che ci restituisce la ferocia di un’educazione seminariale improntata alla cieca devozione, alla rinuncia, alla punizione e alla castrazione, Giuliana Musso intreccia tre monologhi che ci restituiscono i racconti di vita, le emozioni, i bisogni, i silenzi e le ribellioni di tre diversi personaggi: un timido ex-prete, un ironico prete anticlericale e un prete poeta e operaio.  Tre uomini anziani che raccontano la loro giovinezza in un seminario, i tabù, le regole, e poi l’impatto col mondo e col mondo delle donne, le frustrazioni ma anche la ricerca e la scoperta di una personale forma di felicità umana. Lo spettacolo della Musso non denuncia, resta distante tanto dal giudizio quanto dalla giustificazione. E rievocando con sincerità e tenacia memorie troppo facilmente occultate, ci ricorda quanto, ora come allora, si gioca nella crescita affettiva dei bambini, ai quali troppo spesso è negato di essere morbidi, sensibili, fragili. Di essere umani.
La Fabbrica dei preti di e con Giuliana Musso andrà in scena ad Arzo giovedì 27 agosto alle 21.30 (www.festivaldinarrazione.ch).