Narrazione della materia

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Stefania Montagna, Tralici calici e qualcosa che porta, ©Courtesy of the Artist / Johannes Keel.

Sono due le mostre che qualificano la stagione espositiva del Museo Vincenzo Vela di Ligornetto. Sabato 21 giugno alle 17 si inaugurano swissceramics. Uno sguardo sulla ceramica svizzera contemporanea, a cura di Hanspeter Dähler, e Valentina Pini. Calibrando l’occhio, curata da Raphael Gygax.
La scelta di presentare parallelamente una mostra collettiva di artiste e artisti appartenenti a un’associazione nazionale e un focus dedicato a una figura d’artista ticinese basata a Zurigo – spiegano i curatori – conferma “l’importanza e la vitalità degli scambi artistici al di là dei confini regionali”.
Nella loro complementarietà, le due rassegne illustrano aspetti dell’odierna creazione artistica nel nostro Paese, mettendo l’accento sulla capacità di metamorfosi e di narrazione della materia, valorizzando il dialogo con la collezione del Museo dedicato a Vincenzo Vela e le peculiarità della tecnica scultorea.

swissceramics
I visitatori avranno modo di ammirare un’esposizione che riunisce opere di 25 artisti attivi in Svizzera, selezionati da un’apposita giuria. Un viaggio visivo che attraversa paesaggi interiori ma anche le fragilità del mondo, mettendo in luce la ricchezza espressiva della ceramica come linguaggio artistico. L’allestimento riflette le tendenze attuali della ceramica contemporanea: dalla rilettura di forme archetipiche alla sperimentazione formale, fino alla sostenibilità e al rapporto con la natura. Suddiviso in 7 sezioni tematiche, il percorso espositivo presenta opere di Valérie Alonso (*1974), Doris Althaus (*1970), Christine Aschwanden (*1976), Suzy Balkert (*1952), Simona Bellini (*1973), Piera Buchli (*1995), Angela Burkhardt-Guallini (*1953), Margareta Daepp (*1959), Sonja Décaillet (*1965), Rita De Nigris (*1964), Esther Dietwiler (*1962), Erika Fankhauser Schürch (*1969), Estelle Gassmann (*1981), Lea Georg (*1963), Laure Gonthier (*1983), Noémi Handrick (*1986), Sophie Honegger (*1961), Timothée Maire (*1991), Sibylle Meier (*1972), Stefanie Montagna (*1962), Marie-Blanche Nordmann (*1949), Anja Ripoll (*1995), Laurin Schaub (*1984), Maude Schneider (*1980) e Michela Torricelli (*1972).

Calibrando l’occhio
Con opere inedite e lavori recenti, Valentina Pini esplora i confini tra oggetto e soggetto, tra familiare e “perturbante”, attraverso un uso alchemico e sperimentale di materiali come silicone, cera, pigmenti e sostanze organiche. Si svela quindi un universo creativo dove l’oggetto quotidiano si carica di una suggestiva ambiguità.
Le sculture, fotografie e (video)installazioni di Pini, create in parte espressamente per la mostra, intrecciano con la collezione storica un dialogo inatteso. Fra queste, un’opera in particolare instaura un confronto diretto con la celebre statua equestre di Carlo II di Brunswick eseguita da Vincenzo Vela, suscitando una riflessione sulla relazione tra potere e immagini, memoria e caducità.
L’inaugurazione avrà luogo sabato 21 giugno alle 17 alla presenza di Carine Bachmann, direttrice dell’Ufficio federale della cultura, Antonia Nessi, direttrice del Museo Vincenzo Vela, e dei curatori Hanspeter Dähler e Raphael Gygax. Entrambe le esposizioni termineranno l’11 gennaio 2026. Per tutta la durata delle mostre sono previsti appuntamenti di mediazione ed eventi culturali (www.museo-vela.ch).