Libri, nient’altro che libri, ma viventi. In carne ed ossa, capaci di raccontare una storia, la propria storia. A LaFilanda di Mendrisio il 19 gennaio e il 2 febbraio, per due domeniche, approderà un’iniziativa decisamente originale e incisiva. È la Human Library – testualmente la biblioteca umana – un format nato in Danimarca e riconosciuto dal Consiglio d’Europa, diffuso in tutto il mondo.
In ognuno dei due pomeriggi (dalle 14 alle 17.30, a ingresso libero e gratuito) saranno proposte cinque storie autobiografiche di persone che, come si dice, ce l’hanno fatta dopo aver superato esperienze tragiche, un lutto, una grave malattia, un incidente, una separazione, un licenziamento, e che pure sono state in grado di rialzarsi, di tornare alla vita superando la propria difficile prova e riscoprendo persino innati talenti e risorse che non sapevano neppure di avere. Ogni storia sarà raccontata in circa trenta minuti, seguiti da un momento conclusivo di scambio tra il narratore e il pubblico, con chi quella storia l’ha saputa ascoltare. Cinque postazioni e cinque “libri viventi” in ognuna delle due domeniche, cosicché il pubblico potrà spostarsi da un narratore a un altro e seguire, se lo vorrà, più racconti realmente accaduti. A promuovere la “libreria umana” è il gruppo Morire per Vivere, presieduto da Ulrico Selinger, “che suggerisce un approccio alternativo alla cultura della morte, per uscire dalla sua negazione e creare le premesse di una nuova umanità tramite l’ascolto e il dialogo”. Curatore dell’evento in agenda a LaFilanda è Paolo Boffa, 59 anni, di Vacallo, malato di sclerosi multipla e che aprirà letteralmente il libro della sua vita proponendo il 19 gennaio il primo dei numerosi racconti. Come nasce l’iniziativa? “Lo scorso luglio ho partecipato a un evento del gruppo Morire per Vivere per parlare di temi tabù, come la morte, il reagire alla difficoltà, eccetera. È stato un modo per condividere la mia malattia con altre persone. Mi hanno dunque proposto di organizzare la Human Library e ho accettato volentieri. Volevo essere un libro. Del resto, lo faccio già dal giorno della mia diagnosi, dal 2011, di parlare della mia malattia sul mio sito Internet. Credo molto nel potere della condivisione”. Come ha trovato gli altri “libri viventi”? “Tramite amici, che ho poi riunito in un incontro in cui ho illustrato loro il progetto al quale hanno aderito con entusiasmo. L’obiettivo del nostro gruppo Morire per Vivere vuole essere quello di celebrare la vita. Il filo conduttore di ognuna delle dieci storie è sempre quello di una persona che ha dovuto affrontare delle difficoltà e ne è uscita. Ascoltare questi racconti rappresenta a mio avviso un aspetto davvero importante. Credo molto nella condivisione. Oggi viviamo in una società talmente impregnata di contatti virtuali. È invece importante parlarsi, dialogare. Se ci pensiamo, i racconti un tempo venivano trasmessi oralmente: il modo migliore per portare conoscenza. Avere la possibilità di ascoltare il racconto di una persona, passata attraverso talune situazioni, magari le stesse che stiamo attraversando noi, offre degli stimoli per reagire e produce riflessioni e domande che magari non abbiamo neppure il coraggio di porci o di rivolgere ai nostri famigliari o ai medici”.
“La mia malattia è invalidante – prosegue Paolo Boffa – e attraverso il mio percorso mi sono reinventato una sorta di ruolo di comunicatore e cerco di trasmettere quanto ho imparato anche da altri malati. Seguo a mia volta un gruppo di malati, persone fantastiche”.
Torniamo a LaFilanda. Come si svilupperà l’evento? “L’idea – evidenzia il suo promotore – non è piangersi addosso. Si dice ok, questa è “la curva del mio fiume”, come la definisco io. E si riparte, ci si reinventa, si affronta. Ci si può assolutamente rialzare. Tutte le persone che interverranno il 19 gennaio e il 2 febbraio sono passate attraverso esperienze difficili, ma sono ancora qui, vanno avanti a testa alta. La vita va vissuta. Non è sempre lineare, come non lo è il fiume. Bisogna adattarsi, non rimanere nei bordi ma lasciarsi scorrere”.