Se ne parla da anni. E da mesi si lavora al progetto di unire in un unico Comune il Basso Mendrisiotto. Paesi coinvolti? Balerna, Breggia, Chiasso, Morbio Inferiore e Vacallo. Per l’occasione al sindaco di Vacallo Marco Rizza, coordinatore pure della Commissione studio dell’aggregazione del Basso Mendrisiotto, abbiamo chiesto cosa ne pensa: “Sono convinto che il benessere dei singoli Comuni in futuro passi attraverso il benessere di Chiasso, cittadina che da sempre è stata traino per l’economia locale, offrendo posti di lavoro e servizi esclusivi!”.
Ma facciamo un passo indietro.
Il sindaco vacallese spiega a che punto stanno i lavori di studio. “In questi ultimi mesi il gruppo voluto dal Consiglio di Stato, coordinato dal sottoscritto e composto dai sindaci dei Comuni coinvolti (più un rappresentante dei promotori della raccolta firme a Balerna), sta portando avanti lo studio per mettere cittadine e cittadini nelle condizioni di decidere, con una votazione consultiva, che indicativamente si terrà nell’autunno 2026, se volere o no un’aggregazione dei Comuni del Basso Mendrisiotto. Un lavoro impegnativo ma altrettanto interessante”.
Di che si parla durante le riunioni?
“Tante riflessioni, approfondimenti e tabelle. Ma è un lavoro anche di raccolta di dati per una gestione amministrativa che potrà vedere accorpati i 5 Comuni di Balerna, Breggia, Chiasso, Morbio Inferiore e Vacallo. Un’ipotetica città da 20’700 abitanti, 37.2 km2 di territorio, oggi confrontata complessivamente con oltre 260 dipendenti (senza ausiliari a ore e dipendenti delle case anziani), 188 docenti, ben 129 associazioni sportive, ricreative e culturali, 73 regolamenti comunali e ben 214 ordinanze. Come si è sempre detto questa aggregazione non deve essere puramente amministrativa e di necessità, bensì deve essere di opportunità. Un’aggregazione che crei emozioni e che faccia dire al cittadino “non se ne può fare a meno”. Ecco perché non è facile!”.
Come mai?
“Non è facile perché per prima cosa la regione deve pensare ad una sua “nuova vocazione” purtroppo persa da anni, da quando i settori pulsanti di allora sono stati stravolti da un cambiamento veloce nel settore terziario e secondario. Case di spedizione, banche, FFS, dogane, La Posta e molti altri partner hanno mutato le loro offerte, trasferito o soppresso i posti di lavoro lasciando dietro di sé immobili sfitti e mancanza di importanti posti di lavoro.
Ed è proprio questa la sfida: individuare le vere opportunità in una regione in sofferenza, opportunità che creino ricchezza e nuovi posti di lavoro siano essi nei servizi o meglio ancora nella manifattura. Oggi nel Basso Mendrisiotto manca un centro di competenza, bisogna pertanto pensare a qualcosa di nuovo, che sia attrattivo, organizzato e pianificato. Nelle altre regioni del Ticino si stanno sviluppando dei nuovi importanti centri di competenza ma purtroppo la nostra regione è esclusa e i motivi sono forse da ricondurre alla mancanza da troppo tempo di un consigliere di Stato momò e forse anche alla mancanza di una leadership politica”.
Nuove occasioni di opportunità, ma ci sono anche delle problematiche?
“Sono diverse le discussioni che stiamo portando avanti, individuando opportunità in termini di sviluppo economico di qualità, nell’organizzazione e sviluppo delle infrastrutture sportive, culturali e sociali, nella promozione di cooperative di abitazioni, nelle attività di servizio alle associazioni, nelle modalità di valorizzazione del territorio e nei rapporti con gli uffici cantonali. Sono convinto che perseverando si potranno trovare nuove occasioni.
Non sarà facile perché subentra un secondo importante tema, che sono le prospettive finanziarie e l’individuazione del moltiplicatore. Questo sarà il grosso dilemma perché quell’aggregazione di opportunità che vorremmo rischia di tradursi in necessità soprattutto per il nostro polo, in quanto confrontato con la necessità di far quadrare i conti, ma anche con importanti infrastrutture sportive da finanziare, con la necessità di riduzione dei costi e con la conseguente ulteriore perdita di velocità a scapito dell’intera regione.
E allora i nostri Comuni, maggiormente a vocazione residenziale, potranno decidere di restare indipendenti, con le proprie finanze più o meno sane, con gli ottimi servizi offerti e con la vitalità che ci viene riconosciuta o se tendere la mano al polo chiassese, oggi non più riconosciuto come tale, in sofferenza, ma innegabilmente e geograficamente posizionato al centro di una regione residenziale con servizi centralizzati a Chiasso quali le importanti infrastrutture sportive (piscine, Palapenz, stadio con pista di atletica, pista del ghiaccio) e culturali (Cinema Teatro e m.a.x. museo) o i servizi che ruotano intorno alla stazione internazionale”.
Forse è ancora un po’ presto per chiederlo, visto che il gruppo di studio non ha ancora finito di fare i compiti, ma… aggregazione sì o no?
“Sarà la popolazione a deciderlo, il nostro compito è quello di metterla nelle condizioni di avere tutte le informazioni al fine di poter votare come meglio crede opportuno. Personalmente dobbiamo poter garantire alle generazioni future benessere e possibilità di vivere a lungo il nostro territorio, permettere alle giovani famiglie di godere delle bellezze offerte nell’abitare il Basso Mendrisiotto, con la propria e indiscussa anima momò ricca di vitalità, di sorrisi, di territorio, di albe e tramonti, di tradizioni. Una regione comoda, raggiungibile da nord e da sud con facilità ma anche una regione stufa di essere additata solo per la mancanza di posti di lavoro, per gli sfitti, i migranti e le lunghe code per raggiungere posti di lavoro sempre più individuati a nord. Una regione che deve rifarsi una propria identità, tornare a farsi sentire e farsi rispettare, credere in se stessa, ambire a centri di competenza nuovi e di qualità. Rimboccandoci le maniche potremo tornare ad essere attrattivi per le famiglie e per la società tutta”.