Negozio a Coldrerio: si chiude a meno che…

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È arrivato il momento… È con grande tristezza che dobbiamo annunciare che la situazione finanziaria è talmente grave che non sarà possibile continuare a mantenere aperto il negozio, a meno di intervenire con un’importante iniezione di fondi”. È in questi termini che il Consiglio di Amministrazione della Società Cooperativa di Consumo Coldrerio si rivolge agli abitanti del paese, convocando l’assemblea generale ordinaria mercoledì 18 settembre alle 20.30 nella sala Gelso del nuovo Centro polivalente di Coldrerio. La Cooperativa è stata al servizio della popolazione di Coldrerio per oltre un secolo. Si tratta quindi di una decisione dolorosa visto anche il buon rapporto instaurato con la fedele clientela (i nostri “sciuri” e “sciure”), i soci e il personale che è composto da 4 persone.
All’ordine del giorno dell’assemblea vi è la trattanda “Situazione attuale, conseguenze e soluzioni: messa in liquidazione della società”. È giusto dire che, salvo un miracolo (cioè importanti sostegni), la situazione è tale per cui si profila la scelta della chiusura del negozio? Lo chiediamo al presidente del Consiglio d’amministrazione Pasquale Aloise. “Per mia natura non mi piace parlare di miracoli, ma certo servirebbero importanti iniezioni! La decisione spetterà ai soci: o ricapitalizzare la società o chiudere il negozio. Ricapitalizzare significa trovare qualcuno che immetta delle risorse. In realtà, ritengo che il negozio dovrà chiudere i battenti a meno che non venga riconosciuto il ruolo sociale della Cooperativa con una presa di coscienza da parte di più entità, della collettività e dell’ente pubblico. E questo vale per tutti i negozi di prossimità. Va detto che il Municipio ci ospita gratuitamente nello stabile come fanno tutti gli altri Esecutivi con i loro negozi di prossimità”. E cosa accadrà al servizio postale? “La Posta rimarrà aperta in ogni caso”.

Un negozio centrale, un luogo di incontro, un posto di lavoro, di generazione in generazione. Questo è stata la Cooperativa di Coldrerio. Passiamo a trovare i dipendenti e vediamo il negozio, come sempre, molto curato ed organizzato. “Prima era situato al pian terreno del palazzo scolastico” ci spiega una dipendente – e poi, attorno agli anni ‘34/’35 è stato costruito questo edificio nel quale il negozio si è trasferito”. Torniamo a questi anni. “Il periodo del Covid ha portato un grande boom ai negozi di vicinanza che costituivano un punto di riferimento – spiega Pasquale Aloise, presidente del Consiglio d’amministrazione della Società – ma una volta superata la pandemia, per noi ci sono stati importanti aumenti di prezzo. È diventata sempre più un’impresa ardua mantenere il fatturato e ridurre i costi”. D’altra parte ci sono abitanti del paese per i quali siete davvero un punto di riferimento… “Sì e l’attaccamento si è visto anche a Natale quando abbiamo scritto una lettera agli abitanti spiegando le difficoltà del negozio ed abbiamo raccolto degli importi”.
“Mantenerla operativa non è stato facile: ogni anno aumenta la concorrenza con supermercati e altri negozi e la clientela si assottiglia” scrive il Consiglio di Amministrazione in una comunicazione che ha raggiunto tutte le case del paese. In effetti è stato fatto un gran lavoro negli anni da un lato con i numerosi appelli per guadagnare clientela e dall’altro nella continua ricerca per portare i migliori prodotti sugli scaffali del negozio. “Abbiamo intavolato la collaborazione con Ul Mezanin della Fondazione Il Gabbiano, per offrirvi prodotti locali e a km 0, e abbiamo accolto tra le nostre mura il servizio postale. Il servizio di spesa a domicilio ha continuato ad essere in azione anche dopo il periodo pandemico e attraverso la creazione di una tessera-cliente era possibile ottenere uno sconto del 2%. Tutto ciò non è bastato e le entrate continuano a diminuire” spiega il CdA. Di fatto con la formula e la struttura attuale, la Cooperativa non riesce ad autofinanziarsi e ogni anno si confronta “con dei buchi sempre più ingenti”. La difficoltà finanziaria non è infatti solo limitata all’anno in corso o al precedente. No. Si tratta di una situazione cronica che ha spesso messo in difficoltà chi si occupa della gestione. Con impegno e serietà si è cercato di anno in anno di trovare soluzioni lungimiranti, ma purtroppo il deficit è rimasto. “Non è perciò sufficiente trovare una soluzione per l’anno presente – annuncia il CdA – ma bisognerebbe prevedere un finanziamento esterno ogni anno perché la Cooperativa possa continuare come è oggi”. Raggiunta dunque questa situazione, il Consiglio di Amministrazione “propone la messa in liquidazione (chiusura) della Cooperativa. È una decisione dolorosa, sia per la storia secolare al servizio della popolazione, sia per la valenza in quanto luogo d’incontro e di ascolto, sia naturalmente per i tanti sforzi spesi per salvarne l’esercizio. Siamo molto dispiaciuti per la nostra fedele clientela, le nostre “sciure” e “sciuri”, le nostre e i nostri dipendenti che hanno sempre svolto il loro lavoro con professionalità e passione, per tutti i nostri soci che ci hanno sostenuto negli anni e per tutti i membri del CdA che hanno dedicato tante ore al bene della Cooperativa”.