Oltre il progetto Fiume Spazio Tempo

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Lo stagno nord/superiore dove ci si aspetta una vegetazione "pioniera".

Oltre all’importante progetto Fiume Spazio Tempo la Fondazione e il Parco delle Gole della Breggia intendono studiare un collegamento pedonale con la Valle di Muggio, la messa in sicurezza delle mura di cinta del castello di Castel San Pietro e promuovere lo scavo archeologico sulla collina. Tutto questo e molto altro è stato spiegato dal direttore del Parco, Andrea Stella, durante la presentazione delle novità. Presenti con lui anche i membri della Fondazione Peter Flückiger e Stefano Tonini. Ma andiamo con ordine.
“Il Parco prosegue nella valorizzazione del suo notevole patrimonio naturalistico e a tale scopo è stato quindi ripristinato un prezioso biotopo ubicato lungo il vecchio sentiero che porta al piano della Scaglia, in zona Pianca”, ha spiegato il direttore che ha poi proseguito. “Continuano dunque la valorizzazione e la manutenzione dei biotopi presenti (sono ora in totale 8, ndr.), ma non è il solo lavoro che facciamo. La Fondazione è infatti responsabile della rete escursionistica del comprensorio per un totale di circa 12 chilometri. Oltre ai normali lavori di manutenzione ordinaria e straordinaria (in questo caso su appalto a ditte esterne), ci occupiamo di sistemare e migliorare la rete del Parco: un importante passo in questa direzione è stata la posa della nuova cartellonistica nei 9 punti d’accesso, usando un nuovo elemento più duraturo come il ferro e la pubblicazione della nuova carta escursionistica che localizza i punti caratteristici del comprensorio e invita il frequentatore a visitare il Parco”.

Andrea Stella ha poi messo l’accento sull’alluvione d’inizio estate: “La Breggia, scorrendo all’interno del parco, ha dato qualche preoccupazione. Nonostante si sia registrata una portata di piena molto importante, circa 140 m3/s nel momento di maggior apporto idrico, il Parco ha retto tutto sommato bene il colpo, con pochi e contenuti danni (principalmente la caduta di alberi e qualche smottamento). Il Parco è stato ben frequentato durante l’estate ma purtroppo constatiamo che sono sempre più frequenti episodi di littering e non smaltimento rifiuti, così come ci sono problemi di parcheggio durante il weekend”. Sull’argomento rifiuti il direttore ha messo in rilievo il fatto che purtroppo sembra che non tutti riescano a mettere in pratica un punto della cartellonistica: “la natura è in equilibrio perfetto, lasciamolo dire alle Gole della Breggia, che sono qui da milioni di anni prima di te. Per cui goditi il tuo pic-nic, e riporta a casa imballaggi e bottiglie”.

Progetto Fiume Spazio Tempo
Il progetto Fiume Spazio Tempo, voluto dalla Fondazione in collaborazione con il Dipartimento formazione e apprendimento/ Alta scuola pedagogica della SUPSI (e di cui si è già svolto un primo workshop lo scorso 24 agosto: presenti una 70.ina di partecipanti tra cui cittadini, docenti, amministratori comunali, enti territoriali e turistici) mira alla valorizzazione in chiave educativa del Parco delle Gole della Breggia quale luogo significativo per il valore geologico, storico, geografico e patrimoniale della comunità ticinese, nazionale e internazionale. Un laboratorio a cielo aperto in cui si sovrappongono storie e significati che hanno a che fare con lo spazio naturale, gli interventi antropici, gli edifici industriali. Il progetto intende produrre una documentazione innovativa che utilizza molteplici formati e linguaggi (digitale, analogico, performativo, laboratoriale) con l’obiettivo di promuovere il Parco, educare al senso del luogo, raccogliere testimonianze della comunità, proporre una riflessione critica sul rapporto tra lo spazio e i suoi abitanti, creare occasioni di incontro e condivisione di idee. Tutto il progetto durerà 3 anni e dopo l’elaborazione dei dati emersi durante il primo workshop, ne verrà organizzato un secondo.

Donazione fotografica Fabio Gianola
Ancora il direttore Andrea Stella: “Grazie da parte mia e da parte della Fondazione al fotografo e guida del Parco Fabio Gianola che negli scorsi giorni ha donato il suo archivio fotografico alla Fondazione. Un archivio che ripercorre 18 anni di storia del Parco, dal 2006 ad oggi per un totale di 24 mila scatti, catalogati per argomento e anno. Un archivio che analizzeremo, riscopriremo e in futuro valorizzeremo!”.

Uno sguardo al futuro
Nell’accordo programmatico del Parco 2025-2028 oltre ad esserci cifre e progetti di valorizzazione del patrimonio naturalistico, c’è pure un’importante parte di archeologia. Durante l’autunno-inverno di quest’anno prenderanno avvio i lavori di messa in sicurezza delle mura di cinta del castello a Castel San Pietro. Lungo il sentiero che dalla Chiesa Rossa scende in direzione del Parco ci sono preziose mura perimetrali risalenti al XII secolo. Il Parco, dopo uno studio di fattibilità e progetto di messa in sicurezza, inizierà in collaborazione con l’Ufficio Beni Culturali (UBC), il Comune di Castel San Pietro, con una fase test (20 metri). Nel frattempo è in corso l’allestimento del progetto di scavi archeologici sulla collina di San Pietro. Sempre in collaborazione con l’UBC, il Comune di Castello e l’Associazione Ricerche Archeologiche del Mendrisiotto, il progetto mira a far emergere da sottoterra il castello/fortezza medievale che, stando alle ricerche, fu residenza del vescovo e sede di un piccolo esercito. L’intento è quello di sottoporre durante l’autunno il progetto all’UBC. Parallelamente all’archeologia, in futuro il Parco prevede di studiare un collegamento pedonale con la Valle di Muggio: “Sarà un percorso scenografico, alla scoperta di nuovi ambienti e garantirà ai visitatori la possibilità di raggiungere – senza toccare il cemento – l’Alta Valle di Muggio dall’entrata del Parco”, conclude Stella.