“Il futuro appartiene a coloro che credono alla bellezza dei propri sogni” sosteneva la first lady americana Eleanor Roosevelt. In Ticino, di atleti che hanno creduto nei propri sogni e hanno raggiunto i loro obiettivi stagionali ce ne sono stati due: Emma Rosa (SAM) ed Eric Huanca Quispe (VIGOR Ligornetto) che, dal 18 al 21 luglio scorsi, hanno infatti partecipato ai Campionati Europei U18 a Banská Bystrica (Slovacchia), rispettivamente nei 100h e nei 1500m.
Di seguito le dichiarazioni e le emozioni del giovane mezzofondista vigorino, per la prima volta chiamato a rappresentare la Svizzera su un palcoscenico internazionale.
Era da parecchi anni che un atleta vigorino non riusciva a qualificarsi per un grande avvenimento. Che emozioni si provano nel raggiungere un simile risultato?
Le emozioni provate sono parecchie, come anche l’allenamento e il duro lavoro necessari per raggiungere questo traguardo, che si spera sia solo l’inizio di un lungo cammino.
Provo un certo senso d’orgoglio nel rappresentare la mia nazione, ma soprattutto molta riconoscenza verso tutte le persone che mi hanno aiutato a ottenere questo grande risultato.
La qualifica alla finale era un obiettivo estremamente difficile da raggiungere e, in effetti, il tuo piazzamento non è bastato per inserirti tra i migliori 4 della tua batteria (settimo rango). Sei comunque soddisfatto del tuo risultato?
Sono molto soddisfatto: certo, non mi sono qualificato per la finale che in ogni caso sarebbe stata molto difficile da conquistare. Bisogna inoltre aggiungere che si è trattato del mio primo grande evento a livello internazionale. Ritorno da questi Campionati Europei davvero felice dell’esperienza che ho potuto vivere.
Dopo un’esperienza del genere cambierà qualcosa nel tuo modo di vivere e praticare l’atletica?
Sicuramente nella messa in pratica dell’atletica sì. Vista la posta in palio e la gara molto nervosa, ho di certo imparato a gettarmi di più nella mischia e a combattere corpo a corpo con gli avversari, che non mancavano di spintonare e sgomitare; a conferma di ciò le parole di un mio amico, il quale mi ha detto che la gara sembrava quasi più un incontro di boxe che un 1500m.
Attraverso questa esperienza ho anche affinato la mia capacità di gestire le competizioni (questa non l’ho gestita molto bene, ma dagli errori commessi non posso che migliorare).
Però nel vivere l’atletica non cambierà nulla: continuerò a dare il massimo e a divertirmi praticando questo sport.
Rappresentare la propria nazione in una competizione fa vivere la gara in modo diverso rispetto a correre per la propria società?
Sinceramente non molto. Durante questo genere di gare (soprattutto quelle di mezzofondo e fondo) ho talmente tanti pensieri in testa che è facile dimenticare addirittura di essere a un Campionato Europeo.
Quello che penso potrei vivere in modo diverso è la celebrazione di un podio o di una vittoria, laddove quindi ci si ritrova più rilassati e spensierati.
C’è qualcosa che ti ha impressionato durante questi Europei?
Sicuramente l’organizzazione. Qui ogni singolo evento e ogni singolo spostamento sono programmati nel dettaglio e non ci sono mai stati ritardi, complice anche l’eccellente lavoro svolto dallo staff. Inoltre mi ha anche impressionato il fatto di vedere così tante persone di nazionalità, età ed etnie differenti in un solo luogo e con un solo obiettivo: fare del proprio meglio e rappresentare nel migliore dei modi la propria nazione.
Vuoi approfittare per ringraziare qualcuno?
Chi potrei non ringraziare se non la mia coach Marta Salvadè, che mi sta guidando verso traguardi che, fino a qualche anno fa, ritenevo quasi irraggiungibili; grazie a lei, con la quale mi sono subito trovato in buona sintonia, sono migliorato molto. Un grandissimo grazie lo rivolgo anche a tutti i miei compagni di squadra, soprattutto a Sara e Giulia Salvadè, che fin da subito hanno saputo guidarmi verso la giusta via.
Anche se non direttamente visibili, non posso non ringraziare i miei genitori, che mi supportano, o meglio, sopportano, ogni giorno nelle mie sfide quotidiane di atletica e non, e grazie ai quali ne esco spesso vittorioso.
Infine, ma non per importanza, ringrazio la mia società, la VIGOR Ligornetto, per il sostegno e il supporto conferitomi.
Quali altri obiettivi ti sei posto nel corso della seconda parte di stagione?
A livello mentale l’obiettivo rimane sempre e solo quello di dare il massimo, mantenendo alto il livello di focus, questo è ciò che conta; ma soprattutto non avere rimpianti.
Più nel concreto, direi che ora la mia mente è già rivolta ai Campionati Svizzeri giovanili che si terranno a Losanna giusto prima dell’inizio della scuola.
Dal canto suo la VIGOR si complimenta con il suo giovane mezzofondista e con l’allenatrice per questo splendido e memorabile risultato.
Per Eric, come pure per gli altri atleti VIGOR, gli occhi sono ora puntati sui Campionati Svizzeri di categoria; a tal proposito verrà svolta parte della preparazione in Engadina con le consuete due settimane di campo d’allenamento.