“Non ci sono segnali di una rapida ripartenza dell’epidemia ma siamo tutti molto vigili. I numeri che abbiamo sono abbastanza gestibili. L’importante è che si resti così”, ha detto lunedì 10 agosto a Bellinzona il medico cantonale, Giorgio Merlani, durante la presentazione alla stampa delle modalità di avvio del nuovo anno scolastico.
Le condizioni sanitarie sono migliorate, insomma, e permettono di entrare nelle aule come si è sempre fatto, pur con tutte le cautele indicate dalle autorità cantonali e federali. È una bella notizia, accolta con sollievo dagli allievi piccoli e grandi, dagli insegnanti, che avevano penato non poco a gestire la scuola a distanza; e dai genitori, molti dei quali, soprattutto le mamme, temevano di dover rinunciare al lavoro nel caso avessero dovuto ancora seguire i figli a casa.
Negli ultimi giorni i contagi sono aumentati in diversi paesi, svizzera inclusa. In Ticino, da settimane rimangono sotto le 5 unità e questa tendenza ha senz’altro favorito la decisione del Governo annunciata lunedì. Ha aiutato il comportamento della popolazione, una parte della quale è tuttora messa a dura prova per non poter visitare i propri cari nelle case degli anziani o negli ospedali, o per poterlo fare in modo assai limitato.
Negli esercizi pubblici vige l’obbligo, per il personale al servizio della clientela, di indossare la mascherina; nella maggior parte degli EP questo ordine è rispettato.
L’Informatore, all’indomani della decisione del Governo di reintrodurre la scuola normale, ha raccolto il pensiero dei responsabili del Centro professionale commerciale di Chiasso, della Scuola media e dell’Istituto scolastico comunale di Mendrisio.