(red.) Concorrenza sleale, lavoro nero, imprese multiservizio… Sono alcune delle sfide con le quali si confrontano, quotidianamente, le ditte iscritte nel ramo giardinaggio che hanno sede nel nostro Cantone. Il presidente di Jardinsuisse Ticino Mauro Poli ha suonato un campanello d’allarme nel contesto dell’86.a assemblea svoltasi al Centro professionale del verde di Mezzana a Coldrerio.
Sono complessivamente 400 le ditte del ramo giardinaggio che hanno sede in Ticino: una ogni 855 abitanti, una per meno di 3 km2. I numeri, forniti dal presidente, stimolano più di una riflessione. La professione – ha proseguito – è minacciata da molteplici problematiche: le ditte multiservizio che provvedono alla manutenzione di giardini di stabili abitativi o commerciali; leggi dell’edilizia che fissano tetti massimi di prezzo per la realizzazione di opere da costruzione; selvicoltori che “irrompono” nella costruzione di giardini. E, ciliegina sulla torta, il lavoro nero. La nostra, ha soggiunto Poli, è una professione apparentemente “facile”: un furgone, un tosaerba e… via a cercare clienti. Si tratta, ovviamente, non di professionisti, ma di “pseudoditte che fanno sì che la nostra professione sia considerata di ripiego”. Le ditte serie, che formano apprendisti, che partecipano a corsi di aggiornamento, rispettose delle norme di sicurezza, che pagano per tutto questo – ha ribadito – sono considerate care: “ma la professionalità si paga”.
L’albo LIA
Poli ha lanciato un ulteriore segnale di pericolo legato alla proposta governativa di abolizione della LIA, la legge sulle imprese artigianali. L’albo – ha rilevato il presidente di Jardinsuisse Ticino – evidenzia oggi quanti e quali ditte operano in Ticino; quelle estere sono 26. Coloro che ne fanno parte “devono essere in possesso di una attestato federale di capacità o dimostrare di avere un’esperienza di diversi anni nel settore. Dall’entrata in vigore della legge, abbiamo avuto circa il 20% in meno di notifiche di distaccati e indipendenti stranieri che operano sul nostro territorio”. Gli ultimi sviluppi circa la LIA (cfr. pag. 1 e 3) sollevano dubbi. Nel caso in cui venisse abrogata, ha detto Poli, “ritorneremmo sicuramente in breve tempo a un disordine caotico e questa volta probabilmente ne usciremmo con le ossa rotte”.
Congiuntura e ramo costruzioni
Secondo le previsioni, a livello svizzero, ci si aspetta una ripresa vigorosa della congiuntura nei prossimi trimestri. In ambito ticinese, tuttavia, ha evidenziato ancora il presidente, guardando il ramo delle costruzioni (che interessa da vicino i giardinieri), si nota come nel terzo trimestre 2017 il settore ha fatto registrare una tendenza “a marciare sul posto”. Sul fronte delle riserve di lavoro si è scesi a 3-4 mesi. “Questa situazione si ripercuoterà a cascata sul nostro settore più remunerativo, quello della costruzione paesaggistica. Per questo motivo dobbiamo tenere ben stretti il settore della manutenzione che purtroppo è il più minacciato dalla concorrenza sleale” ha concluso.