I progetti dello Spitex dei Comuni

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2011
La sede a Mendrisio dell'Assistenza Cure a Domicilio (ACD).

(red.) In primavera sarà aperto a Mendrisio un asilo nido per i piccoli dei genitori che lavorano all’OBV, al Servizio autoambulanza del Mendrisiotto (SAM) e presso l’Associazione cure a domicilio (ACD). Sarà gestito, con un mandato da parte dell’ospedale, dell’ambulanza e del servizio pubblico delle cure a domicilio, da un’associazione che sta affittando da privati uno spazio adeguato in città. La copertura della tariffa sarà assicurata dagli utenti stessi e da contributi dei tre enti così da agevolare i dipendenti che utilizzeranno l’asilo nido, aperto dalle 6.30 alle 19. Al progetto sono interessate anche le strutture dell’OSC della città. L’idea, spiega Giorgio Comi, presidente dell’ACD, è maturata in seguito all’evoluzione registrata nel lavoro a domicilio, campo nel quale i turni sono diventati molto simili a quelli degli ospedali; si lavora insomma anche nelle ore serali e nei giorni festivi. Le giovani madri dell’ACD chiedono congedi non pagati da sei mesi a un anno, previsti dai CCL. “Con questa iniziativa vorremmo permettere ai professionisti di non rimanere così a lungo lontano dal lavoro, facilitando il rientro. L’uscita dal mondo del lavoro dopo la maternità è un problema per molte donne in ogni settore”.

L’Associazione è promotrice di un altro progetto, che pure vedrà la luce l’anno venturo, stavolta a Chiasso. In Via Bossi sarà aperto il Centro del movimento aperto a tutta la popolazione, soprattutto della terza età. La decisione è giunta dopo un’attenta valutazione di un fenomeno che preoccupa molto i professionisti delle cure e i famigliari: le cadute degli anziani. L’équipe dell’ACD, e in particolare quella coordinata dalla direttrice sanitaria Sabrina Revolon, ha infatti provveduto ad analizzare i dati relativi ai casi seguiti. Adottando un protocollo specifico di rilevamento sono state valutate 360 cadute: le conclusioni mostrano una tendenza a cadere nelle fasce diurne, mattino e pomeriggio, mentre le persone bisognose di cure a domicilio si muovono. La fascia oraria “peggiore” è quella tra le 11 e mezzodì; la tesi che gli utenti cadono quando si muovono spostandosi, e non, per esempio, quando si alzano dal letto, o escono dalla doccia, o si vestono, ha portato l’ACD a chiedersi quali sono le ragioni delle cadute: la mancanza di forze, l’inciampo, i movimenti troppo rapidi, l’errata valutazione della distanza, l’utilizzo inadeguato dei mezzi ausiliari.
“Il personale ha una buona attitudine ad agire sulla cause visibili delle cadute, come gli ostacoli, l’illuminazione dei luoghi, gli oggetti sul percorso; ma poco possono fare sugli elementi indiretti della cadute, come la perdita di forze dell’ammalato”, si legge nel rapporto.
Problemi ben noti anche altrove, in Germania, per esempio, dove alcune istituzioni hanno allestito strutture con macchinari specifici per mantenere la forza e l’equilibrio degli utenti, proprio per ridurre il rischio di caduta. Un centro è in funzione anche a Lugano, con buoni risultati. Sarà un’associazione a gestire quello di Chiasso, su mandato dell’ACD, coinvolgendo un terapeuta specializzato.
Il Centro, con possibilità di acquistare abbonamenti, sarà aperto a chiunque e a differenza dei fitness center comuni disporrà di dispositivi in grado di commisurare gli esercizi e le terapie alle condizioni dell’utente, mettendo in risalto la relazione tra l’approccio motorio e quello cognitivo; l’obiettivo è di mantenere il più a lungo possibile la salute fisica e mentale, vigilando su se stessi, sulla propria consapevolezza, tenendo d’occhio, nell’avanzare degli anni, le risorse residue.