• (p.z.) È tutto vero o quasi quello che raccontano molti ragazzi del Mendrisiotto in questi giorni: al Liceo di Mendrisio, il primo giorno di scuola, va in scena una sorta di “rito d’iniziazione” per i “primini” ossia coloro che sono iscritti al primo anno. Ma che cosa accade realmente? Lo abbiamo chiesto ad uno studente della scuola che ha già vissuto alcune volte questa giornata. “Sì è tutto vero. Il primo giorno c’è la sagra del primino. I ragazzi di prima vengono a scuola già la mattina, gli altri iniziano di pomeriggio. A fine giornata, si crea un ambiente da sfilata dalla porta d’uscita della scuola per – diciamo – una ventina di metri”.
Tutto avviene dunque all’esterno? “Sì e non c’è nulla di traumatico!”. Le voci parlano insistentemente di uova o pomodori che vengono lanciati sui “principianti”… “No, né uova, né pomodori. Ma solo gavettoni d’acqua o spruzzi con pistole ad acqua. Il massimo a cui ho assistito era stato un anno in cui si era lanciata della farina frammista ad acqua ma questo è stato proibito dalla direzione poiché macchiava gli abiti. Oltre a venire bagnati, alcuni “primini” vengono vestiti con abiti divertenti tipo tutù o tute da pagliaccio. Devo dire che non si vanno a “colpire” i più timidi o coloro che si mostrano contrari ad essere coinvolti; piuttosto vengono presi di mira ragazzi già popolari nella scuola e che si sa che ci stanno al gioco… magari qualcuno che ha bocciato e rifà la prima”. Insomma la sagra va letta come… “una mezz’oretta di divertimento che avviene sotto la vigilanza della direzione per evitare che si esageri o che vengano spruzzate sostanze che macchiano i vestiti” suggerisce il nostro interlocutore. In totale, quanti ragazzi sono “vittime” della sagra? “Una trentina. Verso la fine, a volte vengono coinvolti anche alcuni allievi di seconda o terza”. A Mendrisio la sagra del primino è una “tradizione” che si ripete da almeno 4 o 5 anni. L’argomento tiene banco fra i futuri primini ma anche fra i ragazzi delle medie che ne amplificano i dettagli. La prospettiva di questo rito arriva fino a popolare qualche brutto sogno di fine estate. C’è chi spera sia solo una specie di “leggenda metropolitana” ma invece no. È una realtà che tuttavia gli studenti rodati del Liceo ammorbidiscono definendo “goliardica, festosa”.