AET, impegno riconfermato

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(red.) In Germania costa ancor meno, rispetto alle “rinnovabili”, produrre elettricità importando carbone con le navi da paesi oltre mare, come il Venezuela. Ecco uno dei fronti caldi cui si trova confrontato il mercato svizzero dell’elettricità.

 

Da quando i grandi clienti sopra i 100 mila kw/h possono acquistare l’energia che serve sul mercato libero (dal 2009 secondo le nuove regole, ma in realtà la corsa è iniziata nel 2013), i produttori svizzeri fanno fatica a piazzare l’elettricità dei sistemi idroelettrici, come quelli ticinesi. Quella prodotta in loco, insomma è troppo cara rispetto alle offerte estere che si manifestano alla borsa dell’elettricità di Lipsia. E sulle reti svizzere, ma anche ticinesi, corre l’elettricità di produttori stranieri, come quelli tedeschi che possono vendere le “rinnovabili”, come il solare, a prezzi molto concorrenziali, essendo queste fonti sovvenzionate dallo stato. Il carbone, a sua volta, fa concorrenza alle rinnovabili. Ci sono centrali a gas nuovissime, o costruite in anni recenti, costrette a chiudere perché i costi di produzione sono troppo alti, un po’ come da noi con le dighe; le cui società proprietarie riceveranno presto dei contributi straordinari, decisi nelle scorse settimane dal Parlamento.
I cantoni reagiscono. In Ticino le aziende distributrici hanno sottoscritto la scorsa settimana una lettera d’intenti sulla collaborazione cantonale con l’Azienda elettrica ticinese (AET) che, oltre ad essere essa stessa distributrice, è pure produttrice ed è dunque confrontata ai problemi appena descritti. Per quanto riguarda il Mendrisiotto, sono coinvolte le AIM di Mendrisio, l’AGE SA di Chiasso e l’Azienda elettrica di Stabio. L’impegno delle aziende locali “è di collaborare in modo costruttivo nell’ambito della sfida della liberalizzazione del mercato ticinese per valorizzare la produzione di energia elettrica prodotta in Ticino e realizzare gli obiettivi energetici cantonali” si legge in una nota del dipartimento finanze ed economia, diretto da Christian Vitta.

Impegni già presi e validi fino al 2019
Nei mesi scorsi ci sono già stati diversi incontri per mettere a punto la lettera d’intenti e nei prossimi mesi i responsabili delle aziende e dell’AET tradurranno in modo concreto gli obiettivi. Uno dei quali, forse il principale, è  di acquistare l’energia dall’AET, che è di proprietà pubblica. Un impegno che le AIM di Mendrisio hanno già sottoscritto in passato e che resterà valido fino al 31 dicembre 2019, spiega il direttore, l’ing. Gabriele Gianolli. Si può dire, in altre parole, che le AIM, sottoscrivendo la lettera d’intenti, hanno riconfermato impegni già presi. “L’AET è di tutti i cittadini, sarebbe sbagliato farci la guerra uno con l’altro”, precisa Gianolli. La collaborazione con l’azienda cantonale, peraltro, ha sempre dato ottimi frutti alle AIM. È grazie ai prezzi spuntati con l’AET che l’azienda diretta da Gabriele Gianolli può presentarsi al tavolo della direzione delle fabbriche della Piana di San Martino con offerte più vantaggiose della concorrenza estera, trattennendo a sé una preziosa clientela.

E le economie domestiche?
Sull’altro versante ci sono le economie domestiche e le medie imprese, che ancora non possono andare sul mercato libero. Ci si potrebbe chiedere a questo punto se le tariffe applicate alle famiglie dalle aziende distributrici dei Comuni siano troppo elevate; cioè se la mancanza di alternative costringa le economie domestiche a pagare bollette che potrebbero essere inferiori. È una domanda legittima, risponde l’ing. Gianolli, “ma non è così. A livello federale c’è un organismo che in vista del nuovo anno controlla e corregge  i prezzi che gli vengono sottoposti dalle aziende distributrici e questo rischio non esiste. Ci sono produttori che non sono molto contenti e questa è la prova che il controllo esiste”.
Il Cantone ha individuato una strategia di base e delle azioni operative per una nuova struttura di collaborazione tra l’Azienda elettrica ticinese (AET) e le aziende di distribuzione e vendita – informa ancora il DFE –  nonché la creazione di un organismo ad hoc con il compito di perfezionare e realizzare le proposte strategiche e operative. Il Governo ha autorizzato il Dipartimento delle finanze e dell’economia ad istituire, sotto la direzione del Consigliere Christian Vitta, una tavola rotonda rivolta agli attori principali operanti nel settore elettrico ticinese. I prossimi passi prevedono che vengano avviate delle riflessioni di natura tecnica con gruppi di lavoro specifici.