(red.) Guardando l’aula del Consiglio comunale di uno qualsiasi dei paesi che hanno scelto la strada delle fusioni con Mendrisio vien voglia di chiedersi se su quelle sedie si siederà ancora qualcuno, un giorno, al di là delle occasioni per riunirsi organizzate da questa o quella società.
Il filino di polvere comparsa sui banchi non appanna la vista su spazi di grande dignità, fors’anche solenni, corrispondenti ai sostanziosi investimenti che nei decenni gli ex comuni avevano intrapreso per fare belle comode, e moderne, le aule consiliari; che, ora, appaiono in tutta la loro vuotezza. Ricompare così nella mente, guardando le sale vuote, uno dei refrain più gettonati durante il lungo processo aggregativo: occorre finalmente snellire le procedure decisionali, alle quali una serie impressionante di persone, di cancellerie, commissioni, uffici ed organismi vari concorre, rallentandone il corso, con gran spreco di risorse, e non solo finanziarie.
Ma intorno alla nuova città, stando, almeno, a quanto avvertito dalla Sinistra e dai Verdi è cresciuta una sorta di deserto istituzionale; socialisti e ambientalisti parlano di “diffusa insoddisfazione”, di “decadenza del sentimento di cittadinanza e di appartenenza”, di un sentimento “di abbandono rispetto al centro”. Problemi che si potrebbero affrontare immaginando un nuovo ruolo della commissione di quartiere, che diventi un’emanazione dei cittadini e delle associazioni presenti nei paesi; e che sia tanto autorevole da stipulare con il Comune un contratto di impegni valido per l’intera legislatura, su un modello collaudato nella Svizzera romanda.
La mozione passerà per esame alla commissione competente e al Municipio, ma intanto vale la pena dare un’occhiata alla realtà. “Secondo me l’immagine della sala vuota del Legislativo non è l’emblema di una situazione di disagio. A Rancate – dice a l’Informatore Angelo Pagnamenta, presidente dalla commissione sin dalla prima ora, dopo 17 anni di Municipio – l’aula, situata nel centro scolastico, viene utilizzata per altri scopi, proprio come prima delle fusioni. Del resto quante erano le sedute legislative? tre, quattro ogni anno? Non è diventato affatto uno spazio inutile e, per quanto io possa capire, Rancate ha mantenuto intatto il suo tessuto sociale, le sue feste, le sue tradizioni. La commissione si riunisce due, tre volte l’anno ma nel frattempo i membri non stanno a dormire. Il problema principale, e ben noto, è da diversi anni la moderazione del traffico che scorre nel centro soprattutto mattina e sera, e che la strada industriale sarà chiamata a risolvere”.
La città ha messo in funzione, insieme alle fusioni, l’Ufficio commissioni di quartiere, situato a Capolago, con il compito di coordinare il lavoro di questi organismi paesani, raccoglierne gli stimoli, indirizzarli ai servizi e ai funzionari competenenti e, infine, controllare che le cose siano fatte entro un certo periodo di tempo. A volte, quando ci sono temi importanti che interessano il singolo paese, come la scuola o un lavoro stradale, viene convocato un incontro ad hoc con i rappresentanti del Municipio. “Qui a Meride – dice Ulla Fattorini, esprimendosi a titolo personale – mi sembra che la commissione lavori bene. Siamo in pochi, 6 membri e la presidenza, il cui avvicendamento è annuale, stavolta è toccata a me, da circa un mese”. Vicepresidente un’altra donna e mamma come lei, Simona Peverelli. “Ci si muove su due piani, continua Fattorini, ben sapendo che certi aspetti possono trovare soluzioni immediate, mentre altri necessitano di tempi organizzativi e politici più lunghi. Un processo di integrazione dei Comuni, come il nostro, richiede sicuramente pazienza e non è che le risorse finanziarie abbondino, rispetto a prima”.
Al capitolo connesso ai costi e alle finanze fa accenno anche Dominik Hoehle, presidente della commissione di quartiere di Salorino. “Premetto – osserva – che il nostro è un quartiere molto tranquillo: le problematiche oggetto di segnalazione sono rare”. Sicuramente, continua, alcune cose si potrebbero migliorare; “ma quello che mi chiedo sostanzialmente è: quanti costi creano questi organismi?”. Le commissioni, ricorda, hanno carattere consultivo e non decisionale. Municipio e amministrazione comunale hanno messo a disposizione un segretariato e una piattaforma attraverso la quale transitano tutte le segnalazioni. Secondo il nostro interlocutore, si potrebbe snellire l’iter “sfruttando” maggiormente i rappresentanti di ogni quartiere che siedono nel Legislativo cittadino. “Solo a Salorino abitano quattro consiglieri comunali appartenenti a diversi partiti politici” fa notare. Dominik Hoehle invita anche a considerare il rischio di moltiplicare i canali: è già capitato in effetti che la stessa segnalazione sia stata inoltrata alla commissione di quartiere, direttamente ai servizi dell’amministrazione e a un consigliere comunale. In assenza di un’immediata coordinazione, il rischio è quello di affrontare tre volte, distintamente, la medesima questione!