EL) A pochi giorni dalla ripresa del campionato abbiamo parlato con Riccardo Bellotti di aspettative, mercato, certezze, speranze in casa rossoblù. Della “patata bollente” riguardante Igor Djuric e della fascia di capitano che torna a Sandro Reclari.
Siamo praticamente arrivati al giro di boa di una stagione comunque ancora lunga. Ne approfittiamo per parlare di ciò che è successo tra dicembre e gennaio con Riccardo Bellotti.
Bellotti non è mai stato una “primadonna”, nel suo ruolo di direttore sportivo aveva trovato un’identità precisa aggiudicandosi anche la simpatia dei tifosi ai quali bastavano poche parole, magari anche un solo sguardo, per fargli capire che si era coscienti, ai tempi di Ramella e Komornicki, che la situazione sarebbe potuta precipitare. Grazie alle sue conoscenze, al suo dinamismo, alla sua personalità e agli insegnamenti di Gianluca Zambrotta “Riccardo cuor di leone” (a un certo punto era praticamente venuto a trovarsi tra l’incudine e il martello) ha contribuito non poco a creare i presupposti necessari per permettere alla squadra di risalire la corrente. Naturalmente questa riuscita ha implicato ottime capacità di lettura da parte dell’allenatore. Anche su questo argomento il DS, che abbiamo avvicinato nella caratteristica sede della Chicco d’Oro (fedele sponsor della società), è stato molto chiaro.
Siete soddisfatti della preparazione?
Direi di sì. Abbiamo lavorato molto intensamente anche nel periodo trascorso a Cipro. Dal punto di vista della squadra, a parte qualche acciacco registratosi durante queste tre settimane di attività, c’è la bella notizia dell’arrivo di Junior Vicosa che ci auguriamo possa risultare quella pedina in grado di finalizzare l’attacco e di trovare il gol. Per contro è partito con cinque mesi d’anticipo, rispetto a una prima decisione, Djuric. Al momento (abbiamo parlato con il DS settimana scorsa, ndr) siamo concentrati su un suo degno sostituto in quanto Igor in questi due anni e mezzo si è rivelato un elemento molto importante.
La partenza anticipata del capitano ha fatto storcere il naso ai tifosi…
Lo so. Con la notizia del suo trasferimento a Lugano, Igor si era reso conto che sarebbe andato incontro a cinque mesi non facili dal punto di vista ambientale (se avesse disputato il girone di ritorno col Chiasso, tanto per intenderci, ndr). Posso comunque dire che nel caso non fosse stato raggiunto subito l’accordo, Igor avrebbe continuato a impegnarsi al massimo con la maglia rossoblù, come del resto ha sempre fatto. Parliamo di un professionista serio, di un ragazzo molto apprezzato da tutti. Ritengo sia la soluzione migliore anche per lui: ha infatti la possibilità di essere protagonista di un’eventuale promozione del Lugano.
Che cosa si sente di dire alla tifoseria, lei che si intrattiene volentieri a colloquiare sul piazzale del Riva IV?
Sì, sono sempre molto disponibile coi tifosi: non mi tiro mai indietro quando c’è da chiarire una situazione. Reputo giusto rispondere alle domande dei tifosi. È anche grazie alla loro passione e dedizione se il Chiasso si trova dove è tuttora. Dico loro semplicemente di continuare a starci vicino: è vero che, ultimamente, non stiamo regalando loro grandi soddisfazioni, ma non è coi malumori o le polemiche che si esce da queste situazioni.
Può essere più preciso?
Ahinoi, nel calcio si fanno anche acquisti sbagliati e, di conseguenza, non si ottengono i risultati sperati. Quello che posso garantire è che stiamo facendo il massimo per far sì che i risultati migliorino e che la squadra sia sempre tra le 20 migliori della Svizzera.
Siete ancora sul mercato?
La nostra premura è di portare a Chiasso un difensore centrale. Poi vedremo cosa offrono le ultime ore di mercato. Abbiamo individuato due o tre pedine che potrebbero fare al caso nostro.
Recentemente Sandro Reclari ha fatto capire di sentirsi rigenerato: per quale il motivo secondo lei?
Reclari è un giocatore intramontabile, sembra come il buon vino:più passa il tempo, più migliora… (ride, ndr). Penso che oggi Sandro, rispetto a prima, “senta” sulle spalle una maggior responsabilità.
Lo rivedremo con la fascia di capitano?
Vorrei approfittare di questa sua domanda per precisare che la decisione del capitano non è mai stata in questi anni imposta dalla società: è sempre stata frutto di una scelta dello staff tecnico e dello spogliatoio. Un capitano deve essere riconosciuto e stimato dallo spogliatoio: Sandro lo è stato, poi per motivi tecnici, non giocando, la fascia era passata ad altri. Sono dell’avviso che avverta la responsabilità di dover guidare il gruppo. Oltretutto è il giocatore della rosa con più presenze, credo che abbia le caratteristiche necessarie per essere la nostra anima e il nostro cuore.
Già alla Breite, dunque?
Questo non glielo posso dire. Non ne abbiamo per la verità ancora parlato… Quando verrà impiegato dal primo minuto penso che Reclari sarà un serio candidato a indossare la fascia. Lui non ne ha mai fatto una questione, state certi che ogni volta che va in campo si sente chiaramente capitano!
Vedremo un Chiasso più pimpante?
Un altro Chiasso lo sarà per forza. Quando si perde un giocatore come Djuric è ovvio che si è perso qualcosa di importante. È poi arrivata una nuova punta e arriverà un nuovo difensore. Dunque alcune pedine sono cambiate. Quello che abbiamo chiesto a Zambrotta è di avere un atteggiamento differente, per cercare di limare al massimo gli sbalzi di rendimento che si sono verificati nella prima parte della stagione: in sostanza è in questa direzione che abbiamo spronato lo staff e la squadra. Ci auguriamo vivamente che venga accolto e possa offrirci un girone di ritorno con maggiori soddisfazioni e più tranquillità.
Significa piena fiducia a Zambrotta?
Sicuramente. Non avremmo avuto difficoltà a cambiare allenatore, se non fossimo in sintonia con lui.
Gianluca sa che può lavorare in modo sereno e tranquillo: lavora con una società che ha dei mezzi limitati, ma che fa il possibile per non fargli mancare nulla. Ovviamente adesso devono arrivare anche i risultati! Zambrotta ha un contratto valido fino a giugno. Se avremo modo di vivere felici e sereni tutte le settimane che abbiamo davanti, vorrà dire che le cose sono andate bene e che tutti abbiamo fatto un buon lavoro.