Luganese di nascita e “giramondo” per professione, Carlo Bossoli è stato, a cavallo della metà dell’Ottocento, uno degli artisti più apprezzati e contesi nel continente europeo. Una mostra di rilievo ne propone l’affascinante lavoro, colmando di fatto una lacuna.
Da domenica 20 ottobre al 23 febbraio 2025 la Pinacoteca cantonale Giovanni Züst di Rancate ospita la rassegna Carlo Bossoli (1815-1884), pittore giramondo tra le corti reali e il magico Oriente. Curata da Sergio Rebora, con il coordinamento scientifico e organizzativo di Mariangela Agliati Ruggia e Alessandra Brambilla, l’esposizione mette in rilievo le sue vedute, i suoi quadri evocativi di vicende storiche e i suoi ritratti che erano apprezzati da re – dai Savoia alla regina Vittoria – principi, dalla migliore nobiltà e dalla borghesia più sofisticata dell’800. Chi non poteva permettersi i suoi olii, bellissimi, o le sue tempere, ne acquistava sul mercato, soprattutto inglese, le riproduzioni. Sono i numeri a parlare: i Savoia, che elevarono l’artista luganese a “Nostro pittore di storia”, gli commissionarono ben 150 fra tempere e litografie. Opere che documentano le imprese ferroviarie del Regno, in particolare la realizzazione della Torino-Genova, ma anche altri capitoli storici; 105 tempere raccontano le guerre piemontesi e nazionali della metà del secolo e gli anni dell’Unità d’Italia.
Carlo Bossoli, come già accennato, è un pittore girovago. Al seguito della famiglia, lascia il Ticino ancora bambino alla volta di Odessa dove il giovane artista lavora per i conti Michail ed Elizaveta Voroncov. Conquistato il successo, nel 1840 si trasferisce a Milano dove svolge un’attività da reporter documentando gli accadimenti delle Cinque Giornate del ‘48. La nobiltà, intanto, gli commissiona vedute di giardini e palazzi.
Di Paesi, Bossoli, ne percorre tanti: Inghilterra, Irlanda, Russia, Spagna, Marocco… Sono gli anni in cui – illustrano i curatori – “la vecchia Europa si lascia travolgere dalla magia dell’Oriente e dell’Esotico e lui sa ricreare quelle atmosfere sospese tra sogno, leggenda e realtà in modo perfetto, avendole vissute da vicino e amate”. Nella sezione dedicata all’esotismo, alla Pinacoteca Züst è stata ricreata una period room con arredi “alla turca” dell’ebanista piemontese Giuseppe Parvis.
Dal capoluogo lombardo, nel 1853, Bossoli si sposta a Torino con la sorella Giovanna e il nipote Francesco Edoardo (Odessa 1830 – Torino 1912), anch’egli artista, a cui è dedicata una sezione in mostra. Qui costruisce una dimora orientaleggiante, a ricordo dei suoi numerosi viaggi.
Il pittore muore nel 1884 nel capoluogo piemontese ma, per sua esplicita richiesta, viene seppellito nel cimitero di Lugano che, nonostante la vita cosmopolita, non aveva mai smesso di frequentare e di amare.
Accompagnata da un catalogo interamente illustrato, la mostra riunisce più di 100 opere di Carlo Bossoli e del nipote Francesco Edoardo, ad attestare tutti i molteplici aspetti della sua arte. Sono prestiti concessi da istituzioni pubbliche italiane e svizzere e da importanti collezioni private. Molte sono esposte per la prima volta.
Orari d’apertura: da martedì a venerdì 9-12 / 14-17; sabato, domenica e festivi 10-12 / 14-18 (aperture straordinarie: 1° novembre, 8 e 26 dicembre, 1° e 6 gennaio).