
Il Passero solitario, che ci faceva visita solo in primavera, senza dimenticare di volare a Recanati per ritrovare Giacomo Leopardi, adesso si vede anche d’inverno, in alcuni luoghi del Mendrisiotto; la Rondine montana, che prima se ne tornava oltremare a svernare, rimane qui volentieri e si può vedere lungo il Breggia, a Brusino, a Gandria. La Pesciaiola, una specie acquatica, non ci visita più: gli inverni sono diventati meno freddi pure nei paesi del Nord Europa e non è più “costretta” a fare le valigie per trasferirsi da noi. Morette e Moriglioni, che pure vivono in quei paesi, sono assai meno presenti; al contrario dello Svasso piccolo, che è diventato più numeroso; per non parlare dell’Airone cenerino, “sconfinato” in Ticino dalle garzaie italiane, anch’egli ben visibile ai bordi dei fiumi e sui pali d’ormeggio nei laghi.
Inverni miti e abitudini alimentari
Sono solo alcuni dei cambiamenti avvenuti da quando Ficedula – Associazione per lo studio e la conservazione degli uccelli della Svizzera italiana – pubblicò nel 1992 il primo Atlante degli uccelli del Ticino in Inverno, il primo lavoro del genere in Svizzera. Una serie di inverni miti ci hanno abituati ad una fauna differente da quella cui eravamo abituati trent’anni fa; contano le temperature, senza dimenticare che da queste dipendono in buona parte anche le abitudini alimentari degli uccelli. Per questo Ficedula, come scritto su l’Informatore del 7 dicembre, ritiene sia giunto il momento di raccogliere i dati e pubblicare un nuovo “Atlante”, per approfondire l’impatto dei cambiamenti sugli uccelli, con un occhio all’evoluzione già in atto.
Metodi nuovi per valutare i risultati
L’Atlante di allora fu il risultato di cinque stagioni di ricerca sul campo condotta da un centinaio di ornitologi e appassionati. L’evoluzione tecnologica ha portato grandi cambiamenti anche nella raccolta di informazioni ornitologiche, facilitando le cose. Le condizioni sono assai diverse rispetto a quegli anni, sia per le competenze degli appassionati, sia per l’analisi dei dati mediante statistica e metodi matematici molto specifici e sofisticati.
Citizen Science, tutti lo possono fare
Oggi si fa “Citizen Science”, la ricerca con l’aiuto dei cittadini. Ecco perché Ficedula chiede la collaborazione dei lettori de l’Informatore per questo nuovo progetto; non è richiesto un grande impegno, se non quello di annotare le osservazioni e di comunicarle entro la fine di gennaio a Ficedula (079 207 14 07; www.ficedula.ch; www.ornitho.ch).
Anche chi crede di avere poche competenze ornitologiche sa riconoscere almeno alcune specie comuni: Merlo, Ghiandaia, Gazza, specie che negli ultimi tempi è molto aumentata nel Mendrisiotto; Cinciallegra, Pettirosso e anche i passeri, che se la passano sempre peggio, sono alla portata di tutti. Qualsiasi dato è importante. Il procedere della ricerca potrà essere visto in tempo reale. Sono già ora disponibili in archivio quasi mezzo milione di immagini documentative di confronto e di suoni.
Adottate la Cincia se non volete le cimici
Le osservazioni degli uccelli non sono mai fini a se stesse: un esempio dell’utilità delle ricerche l’ha dato di recente “L’ora della terra”, la popolare rubrica condotta da Lara Montagna sulla Rete Uno della RSI. Roberto Lardelli, ornitologo e presidente di Ficedula, ha spiegato che l’associazione è coinvolta direttamente nei progetti di interconnessione agricola per la salvaguardia delle specie legate alle zone coltivate; di questi tempi è impegnata nella ricerca di una soluzione al problema della Cimice asiatica, che devasta i nostri orti, entrando anche nelle case con la sua puzza terribile. Gli uccelli sono un importante fattore limitante di questa specie invasiva. Se riusciamo a trattenere le Cince, cioè la Cinciallegra, vicino agli abitati, dando loro cibo nelle apposite mangiatoie, in primavera faranno il nido, la famiglia crescerà e sarà ben lieta di cibarsi delle cimici asiatiche. Certo, il problema non è risolto del tutto, ma è un buon aiuto. Le cassette-nido si possono comperare presso l’OSC di Mendrisio, a Casvegno, che le prepara nel laboratorio di falegnameria, raggiungibile al numero telefonico 091 816 58 81.