“Le nostre indagini ci hanno permesso di stabilire con certezza che il capostipite della nostra discendenza è nato all’incirca nel 1470”. Per capire l’epoca storica in cui ci troviamo, negli anni in cui Cristoforo Colombo viaggiava verso le Americhe, dove giunse il 12 ottobre 1492, approdando in un’isola oggi chiamata San Salvador. Il personaggio in questione si chiamava Albertino Della Croce ed era originario di Vedano Olona, nel Varesotto, a una manciata di chilometri da Mendrisio.
Per una famiglia, ritrovare i propri antenati a circa 550 anni di distanza da oggi è una bella soddisfazione. L’hanno provata Fabrizio Croci e Maurizio Croci che hanno pubblicato di recente l’albero genealogico della famiglia Croci, con relativi cenni storici, fotografie, riproduzioni e dati di rilievo su talune consuetudini. Una ricerca “fatta in casa” eppure di pregio per il metodo seguito, i ritrovamenti e l’aggancio con il contesto storico.
La ricerca, si spiega nell’introduzione, ha preso avvio “consultando gli archivi comunali e parrocchiali di Mendrisio; e, da subito, trovandoci in difficoltà nell’avanzare con il lavoro, ci siamo rivolti a Stefania Bianchi, responsabile dell’Archivio storico comunale di Mendrisio”. Grazie a lei, i due autori hanno potuto accedere al censimento comunale delle persone, (Stato delle anime e Registri della popolazione) e risalire alla storia dei Croce fino a metà del diciottesimo secolo.
Già un bel passo. Ma i ricercatori si sono lasciati prendere dalle meraviglie uscite dalle carte e hanno voluto estendere l’indagine sulla famiglia, che, peraltro, risulta attestata a Milano già nel XII secolo e che ha avuto vari rami, tra cui quello di Riva San Vitale. Hanno così avuto l’aiuto di Giovanni Naghiero, dell’Archivio diocesano di Lugano, in cui si conservano tutti i documenti parrocchiali del Canton Ticino, consultabili sottoforma di microfilm.
Nei secoli, il nome Della Croce si è trasformato in Croce e da ultimo in Croci; più precisamente, Della Croce (De La Cruce) si trova nei vari registri fino al 1700; ecco poi la trasformazione in Croce, mentre l’ulteriore cambiamento da Croce in Croci si rintraccia nei registri parrocchiali dall’inizio dell’Ottocento.
L’arrivo nel Mendrisiotto del cognome risale ancora all’epoca del già citato Albertino, che si trasferì da Vedano Olona a Coldrerio, nell’allora Ducato di Milano: a Villa di Coldrerio il capostipite, come varie altre famiglie benestanti, possedeva dei beni; e così Albertino divenne momò. Più tardi, alla fine del diciassettesimo secolo, nuovo trasloco, stavolta a Mendrisio.
Risse con pugni e forconi
Consultando i documenti nei vari archivi, Fabrizio e Maurizio Croci si sono imbattuti in episodi particolari, come la rissa registrata dal Console di Coldrerio, Alvise Beccaria, tra il figlio di Albertino, Marco e un residente; la notizia è contenuta in una carta del Fondo Torriani in cui l’episodio è classificato nella cartelletta “Piccoli crimini”. Strumenti di questa rissa – e probabilmente di tante altre liti avvenute all’epoca in Ticino – erano “i pugni che fanno sanguinare”, e “i forconi”. Numerosi, nella ricerca, i nomi di altre famiglie con le quali i Croci hanno avuto rapporti in conseguenza di matrimoni.
Donna? No, femmina
Il lungo cammino dell’uguaglianza dei diritti tra uomo e donna, soprattutto della lotta della donna per ottenerli, passa anche dai registri consultati dai due autori: “a differenza dei registri parrocchiali, nei registri comunali di Mendrisio del 1817 non si annotavano i nomi delle donne, né tantomento la loro età, ma si scriveva semplicemente “Femmina”, annotano Fabrizio e Maurizio Croci.
L’architetto, il medico e il sindaco
Nel capitolo delle personalità uscite da questa discendenza si trova Antonio Croci, architetto, progettista di Villa Argentina, che morì nella casa da lui stesso disegnata a Carlasc, sul piazzale del Municipio (“parva sed apta sibi, piccola ma adatta a me”), diventata da qualche anno luogo d’esposizione. Più tardi ecco il Dr. med. Carlo Croci, (1863 – 1934), consigliere comunale e deputato ma soprattutto, “dottore dei poveri”, morto un giorno di giugno di stanchezza, “dopo aver praticato quel giorno stesso la vacccinazione a 142 bambini”.
Il terzo personaggio citato dai due autori è Carlo Croci, sindaco dal 1992 al 23 marzo scorso. La ricerca ripercorre la carriera professionale e politica di Croci, successore di Pierluigi Rossi, sottolineando il suo ruolo nell’insediamento in città dell’Accademia d’architettura e dunque dell’Università della Svizzera italiana; nello sviluppo del Progetto dei veicoli elettrici; nell’arrivo dei Mondiali di ciclismo; e nell’ambito del progetto delle aggregazioni, grazie alle quali “è nata la nuova città di Mendrisio, un Comune con 15 mila abitanti, diviso in 10 quartieri per un’estensione che supera i 3 mila ettari”.
La ricerca è stata pubblicata dalla Tipografia Stucchi SA, alla quale può essere richiesta.