
È iniziata lunedì l’undicesima edizione di “Teatro senza frontiere”, un progetto che coinvolge in un’unica compagnia una trentina di attori con handicap e professionisti provenienti da Russia, Germania e Svizzera.
L’ultimo spettacolo prodotto, intitolato “Qui e ora”, ha debuttato nel 2016 all’Ernst-Deutsch Theater di Amburgo davanti a 700 spettatori, nel 2017 ha vinto il premio del pubblico del Festival Arlékin a San Pietroburgo e ora si annuncia in alcune sale ticinesi fra qui quella del Cinema Teatro di Chiasso. L’appuntamento è per domani sabato 14 luglio alle 20.30. Lo spettacolo è già stato messo in scena questo giovedì al Teatro del Gatto di Ascona e sarà proposto al pubblico anche lunedì 16 luglio alle 21 al Teatro Foce di Lugano.
“Strana circostanza, degna di meditazione, il fatto che ogni creatura umana è composta in modo da essere per tutte le altre un profondo segreto e un profondo mistero”. Da questo brano tratto dal romanzo “Racconto di due città” di Dickens, ha avuto origine il lavoro di creazione dello spettacolo. È nell’incontro che si può tradurre nel “qui e ora” del titolo, che possiamo tentare di far luce su quel mistero profondo.
Lo spettacolo – ora proposto sotto la regia di Prisca Mornaghini, Elena Schiffer e Antonello Cecchinato – è stato creato nel 2016 ad Amburgo. È indicato per giovani e adulti e dura 80 minuti. Lingua principale l’italiano (oltre a tedesco e russo). Per metterlo in scena, tre Paesi, tre associazioni, tre gruppi di teatro si sono riuniti in un’unica compagnia. Persone con handicap interagiscono con professionisti sia in ambito educativo che artistico degli spettacoli presentati a rotazione nei tre Paesi. Dalla nascita del progetto nel 2007, sono state presentate 4 pièces. La compagnia si incontra ogni anno nelle varie tappe delle tournées. Quanto al progetto, la compagnia cita un estratto dall’intervento di Antonello Cecchinato in occasione della consegna del Premio Lavezzari 2014: “La forza dell’integrazione sta nel contenere in sé il concetto di reciprocità, bisogna andare verso l’altro, ci si completa a vicenda. Questo mi piace molto; perché fa sì che lo spazio del teatro diventi uno spazio alternativo, direi rivoluzionario, dove ci sarebbe la possibilità di sperimentare un altro luogo possibile, quasi un altro mondo possibile, in cui l’ascolto è un principio fondamentale”.
Il Progetto “Teatro senza frontiere” offre un’occasione che concerne ogni aspetto dell’esistenza di ciascun attore. I tre gruppi che ne fanno parte provengono da contesti molto diversi ma li accomuna il desiderio di approfondire un’esperienza di ricerca teatrale. Di certo per la locale Associazione Giullari di Gulliver si tratta di un’esperienza artistica e sociale di integrazione.
Per eventuali donazioni: TSF – Teatro Senza Frontiere (Associazioni Giullari di Gulliver), CCP 69-764898-2.