
• (red.) Una nel 2016; e una sola è stata contata anche nel 2017. Di rapine a Stabio, borgata di confine popolata da stazioni di servizio, ma anche di uffici cambio, banche, ufficio postale, negozi e comprooro non ce ne sono quasi più.
E nella settimana in cui i giornali scrivono dell’ennesima rapina ai distributori di Brusino Arsizio, con i rapinatori armati di coltello riparati mercoledì sera verso le 20 oltre il valico, lì a due passi, a Stabio si tira il fiato. “Può capitare anche qui, stasera, domani, chissà…” non si illude il comandante della Polizia comunale, Angelo Crivelli, alla testa della sua piccola pattuglia, 7 agenti in tutto, lui compreso. Ma la prevenzione sicuramente è determinante. Per 354 volte la “comunale”, nel 2017, è uscita a controllare “enti a rischio”, si legge nel rapporto annuale presentato ieri alla stampa. In servizio dalle 7 alle 23, gli agenti passano e ripassano giorno dopo giorno le strade che vanno a San Pietro e al Gaggiolo, soprattutto negli orari in cui le venditrici frontaliere restano sole con la loro cassa nei negozi, in attesa di spegnere le luci del piazzale e chiudere le pompe. Un servizio di cui le impiegate sono grate agli agenti del Comune.
La Polizia di Stabio è un corpo “strutturato” che il Cantone, come tutte le altre di questo tipo, ha messo sotto la lente, con l’intenzione di razionalizzare e concentrare il lavoro delle forze di sicurezza, favorendo i poli, chiedendo ai Comuni dotati di “polizia strutturata” di aumentare, e non di poco, l’organico. Ampliamento che i Comuni non sono evidentemente in grado di sopportare, col rischio di perdere per strada queste preziose risorse locali, a vantaggio di strategie in cui la conoscenza del territorio, anche sociale, potrebbe non essere al primo posto. E poi – Stabio lo dimostra – l’organico di queste piccole polizie va bene così.
I compiti affidati a questa Polizia non sono pochi, grazie alle deleghe ricevute dal Cantone, come la consegna dei precetti esecutivi, ben 828, gli accompagnamenti forzati all’Ufficio esecuzione e fallimenti, 73, la consegna di documenti della giudicatura di pace e della pretura, una sessantina, i sequestri di targhe, 108.
L’accento da parte del comandante viene messo anche sul fatto che la Polizia di Stabio non lavora in modo isolato: oltre alla collaborazione con le guardie di confine, ci sono i servizi di pattuglia regolari condotti con la Polizia cittadina di Mendrisio. In altre parole gli agenti di Stabio, a turno, svolgono il loro lavoro sull’intero territorio dell’Alto Mendrisiotto: ben 67 servizi di 8 ore l’uno. Collaborazione che si estende anche in occasioni di manifestazioni affollate a Mendrisio, come la Sagra del Borgo, Estival Jazz, San Martino, le Processioni storiche.
Proprio l’impegno dei poliziotti della “comunale” di Stabio nel trafficato territorio della borgata, e la riconoscenza dei cittadini, mostra quanto corpi di polizia come questo siano apprezzati; nonostante il loro lavoro, a volte, non sia così piacevole per coloro che, per un motivo o per l’altro se la devono vedere con il codice penale o della strada. Per esempio i 9 minorenni, perlopiù allievi della scuola media, che hanno dovuto rispondere di consumo e spaccio di stupefacenti davanti al Magistrato dei minorenni, per essere stati visti dagli agenti mentre spinellavano nascosti qua e là, nei paraggi delle scuole o su al Castello. Dopo essere stati fermati dalla “comunale”, sono stati tutti interrogati e denunciati; avvisate naturalmente anche le famiglie e la scuola. Era stato un maggiorenne a rifornire lo stupefacente ai ragazzini.
La canapa è stata al centro di un altro intervento: su segnalazione di un vicino di casa, la polizia è intervenuta per controllare una coltivazione non molto vasta cresciuta in un giardino. Si trattava di canapa light, “autorizzata dall’autorità cantonale”, si legge nel rapporto 2017. Rimane il rammarico sul fatto che i Comuni non sanno se sul loro territorio ci siano coltivazioni di canapa. Infatti il Cantone non comunica queste informazioni ai Comuni.
Sul fronte dei furti nelle abitazioni, sui cantieri, nelle fabbriche, con o senza scasso, ci sono belle notizie: 2 soltanto, contro i 23 del 2016. Ma i ladri hanno mirato ad obiettivi meno faticosi: le biciclette, soprattutto quelle di valore, spesso elettriche, trovate incustodite, anche in autorimesse aperte. I raid sono stati firmati da una banda che ha “lavorato” anche nel Luganese. Ben 17 i proprietari di Stabio che hanno denunciato il furto delle loro amate bici.