Quali letti per l’anziano malato

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Casa anziani Torriani a Mendrisio.

(red.) Per intanto è una percezione, quella di Giorgio Comi (nella foto), ma merita di essere approfondita. Ed è quel che sta facendo il titolare del Dicastero politiche sociali di Mendrisio con i direttori delle strutture dell’Ecam. “Sembra esserci una flessione nelle richieste di posti permanenti nelle case degli anziani”, ha detto davanti al Consiglio comunale. Una tendenza – che riguarda probabilmente anche altre strutture “extraEcam” – che potrebbe offrire qualche margine di soluzione all’emergenza di letti post acuti nel distretto, segnalata varie volte, l’ultima dal PLR (v. l’Informatore del 17 novembre). Alcuni “permanenti” potrebbero insomma essere convertiti in letti temporanei per coloro che, dimessi dalla cure acute dell’OBV, necessitano ancora di essere seguiti per qualche settimana, prima di tornare a casa insieme ai famigliari. Senza dover trasferirsi nel Luganese, come molti sono costretti a fare. Oggi l’unica casa che dispone di 15 letti così preparati è la “S. Lucia” di Arzo; ma evidentemente non bastano, pensando soprattutto ai ritardi con cui viene avanti il progetto da oltre 30 mio di fr per l’ampliamento dell’OBV che include appunto 30 letti post-acuti. Di mezzo c’è “lo sfizio di un avvocato che blocca la procedura”, ha detto senza molti giri di parole Mario Ferrari, di Insieme a Sinistra; anzi, “l’avvocato dovrebbe avere il coraggio di mostrare la faccia”, spiegando ai cittadini perché ce l’ha con l’OBV. La domanda di costruzione era stata inoltrata alla città giusto un anno fa, nel novembre 2016, “nel pieno rispetto dei vincoli pianificatori”, aveva spiegato l’EOC.
Siccome la maggior parte delle stanze delle case anziani sono singole, alcune, non occupate, si potrebbe attrezzarle con due letti, trattandosi di soggiorni di poche settimane, senza intaccare il finanziamento del Cantone alle case, stabilito con un mandato di prestazione. Anche il Servizio di cure e assistenza a domicilio potrebbe essere potenziato in questa prospettiva; del resto la flessione della richiesta di posti permanenti è proprio legata allo star meglio di molti vecchi, grazie alle prestazioni dei professionisti delle cure a domicilio del SACD, assai meno costose di quelle dispensate nelle strutture. Le liste d’attesa, nelle CPA, ci sono ancora ma capita che le case, quando interpellano le persone sulla lista, avendo libero un posto, si sentano gentilmente rispondere: “no grazie, non è ancora il momento; sto bene”. Per contrastare l’urgenza potrebbe rientrare in scena la casa per anziani Luigi Rossi a Capolago, per la quale alla fine del 2018 è prevista la scadenza del mandato. Il dicastero vuole verificare la possibilità di prolungare l’esistenza della casa, mettendola in grado di accogliere i posti temporanei.
Sull’urgenza di trovare alternative valide in attesa della nuova ala dell’OBV si è espresso lunedì Ricardo Pereira Mestre, nella sua funzione di consigliere PLR e di direttore sanitario della “Santa Lucia”. Il medico ha sottolineato il lavoro encomiabile svolto dal personale della casa, grazie al quale nel 2016 è stato possibile curare un più alto numero di anziani rispetto agli anni precedenti, portando l’indice d’occupazione dall’85 al 100%. Critiche sono arrivate, durante la discussione generale voluta dallo stesso medico, da un consigliere del PPD, secondo il quale la casa dovrebbe dare la precedenza alle cure post acute e non agli anziani che lì vengono portati per soggiorni di vacanza quando i figli sono assenti. “Si tratta di persone anziane, spesso con demenze, non di vacanzieri! Le prendiamo per riconoscere e premiare il lavoro svolto al domicilio dai loro famigliari”, ha risposto Pereira Mestre.