Nel dicembre 2009 il Municipio, coadiuvato nella scelta da un collegio di esperti, incaricò 5 gruppi interdisciplinari di allestire delle proposte per la sistemazione urbanistica della piazza e dei dintorni. Un “test” che il Consiglio comunale aveva autorizzato pochi mesi prima, approvando una specifica richiesta di credito di 285 mila fr, “importo rilevante che testimonia però l’importanza conferita dal Municipio al futuro della Piazza del Ponte”. Il collegio d’esperti era costituito da tre rappresentanti del Municipio/committente, Carlo Croci, Matteo Rossi e Silvio Pestelacci e da quattro esperti esterni, Valentin Bearth, all’epoca direttore dell’Accademia d’architettura, Walter Angonese, docente nel medesimo istituto, Mikta Fontana, funzionario del Cantone, Edoardo Agustoni, storico dell’arte.
Rispetto alla situazione attuale, il progetto scelto dal Municipio nel 2010, cui si ispira la variante di PR appena scelta dal Legislativo e contestata con il lancio di un referendum, immagina un arretramento dell’edificio chiamato a sostituire il palazzo Jelmoli, che si presenta più stretto e alto – troppo, per molti cittadini – con il risultato, comunque, di ampliare in modo notevole la superficie di Piazza del Ponte, soprattutto verso Via Lavizzari.
Secondo i referendisti, che hanno ricevuto l’appoggio del Circolo di cultura, i cittadini, opponendosi alla decisione del CC “hanno la possibilità di consentire un riesame del futuro cuore del borgo”, chiedendo, per cominciare, che la piazza, dopo la demolizione, rimanga senza altre costruzioni; in tal modo, la prima che s’incontrebbe imboccando la piazza sarebbe Casa Nobili Rusca, antica abitazione nobiliare restaurata con cura, all’inizio di Via San Damiano; qui, a pianterreno, i passanti possono vedere, esposti in vetrina, i disegni della nuova piazza senza ex Jelmoli, curati da Radaelli e Castoldi.
In questi giorni di confronto vi sono cittadini che vorrebbero lasciare le cose come stanno, ritenendo che il Palazzo Jelmoli, che è in discreta salute sul piano strutturale (amianto a parte, come tutti gli edifici dell’epoca), possa beneficiare di interventi architettonici e funzionali adeguati, sia per quanto riguarda il porticato, le facciate, il pianterreno; sia negli spazi interni ai piani superiori, affinché il palazzo torni ad essere abitato e vivo come in passato.
Seguirono alcune sessioni di lavoro in comune fra i gruppi di professionisti e il collegio di esperti. Il 5 maggio 2010, pochi mesi più tardi, i 5 team consegnarono le loro proposte. Il 20 agosto 2010 il Municipio pubblicò i risultati: seguendo le raccomandazioni del collegio, decise di approfondire la proposta progettuale presentata dal gruppo dell’arch. Jonathan Sergison, di Londra. Al di là della scelta, vale la pena riprendere la nota seguente: “Nonostante la diversità dell’impostazione – scriveva il Municipio – è interessante rilevare come tutte le 5 proposte abbiano in comune svariati elementi, come la sostituzione dell’edificio “ex Jelmoli” con una nuova costruzione, una rete estesa di elementi di riqualifica urbana tra il nucleo, Piazzale alla Valle e ex Filanda, la moderazione del traffico di via Lavizzari fino al bivio di Via Industria / Via Pozzi artisti, il mantenimento in superficie del traffico”. Tutte e 5 le proposte erano state concepite “con grande professionalità, portando soluzioni di qualità generalmente elevata”. In ogni caso, aveva rilevato il collegio d’esperti, “tutte le proposte contemplano la realizzazione di una piazza a disposizione della popolazione, ognuna di dimensione, posizione e carattere diverso”; il collegio constatò, fra gli elementi che accomunavano i 5 progetti, “l’abbattimento dello stabile ex Jelmoli, la proposta di realizzare un nuovo edificio al posto di questo, ed eventualmente sui fondi adiacenti”.
La carta vincente del gruppo Sergison fu l’idea di proporre l’arretramento del nuovo edificio: “la proposta Sergison – si leggeva, infatti, nella valutazione del Municipio – prevede una densificazione del tessuto urbano in chiave molto cittadina, attraverso il completamento dell’edificazione lungo via Lavizzari e l’ampliamento di Piazza del Ponte, arretrando il nuovo edificio rispetto allo stabile ex Jelmoli (…)”.
Il totale delle spese votate e stimate
La decisione di acquistare l’immobile ex Jelmoli fu presa l’anno stesso; il CC votò un credito di 2’514’471 fr il 19 agosto 2010; poi 6 anni di tempo per maturare la demolizione, i cui costi, stando al relativo messaggio pubblicato il 18 marzo 2016 saranno di 810 mila franchi; il credito comprende fr 160 mila per finanziare il concorso d’architettura per la sistemazione definitiva della piazza. Per la sistemazione temporanea, posteggi compresi, si legge nella variante di PR appena approvata dal CC, si stima una spesa di 350 mila fr; il costo per la sistemazione definitiva e l’arredo è stimato, nella medesima variante, 1,1 mio di fr (2’200 m2 di superficie).
Gli importi poc’anzi indicati, votati e stimati danno un totale di fr 5’059’471, tutti destinati al centro… del centro della città.