Il sindaco di Vacallo non se la sente di prevedere un anno piuttosto di un altro. Basta un ricorso o un contrattempo per scombussolare i piani e ritardare la costruzione e quindi l’apertura della casa degli anziani. Tuttavia Marco Rizza crede molto in questo progetto; e il fatto di poterlo sviluppare insieme ad una fondazione e ad un altro Comune, oltre che con il Cantone, lo rincuora; meglio, lo entusiasma. “Siamo rimasti un po’ fermi – dice Rizza – perché contro l’impostazione data dal Municipio e dal Consiglio comunale era stato lanciato un referendum, che però non ha avuto seguito, in quanto i promotori non avevano raccolto un numero sufficiente di firme in tempo utile. Ma le cose adesso vanno avanti in modo spedito”.
Il punto alla procedura è stato fatto venerdì scorso alla Casa per anziani San Rocco a Morbio inferiore, dove ha sede la fondazione che promuove il “Villaggio intergenerazionale”; concetto che prevede la costruzione di due strutture, a Vacallo e a Coldrerio, l’ampliamento della San Rocco e la messa in rete di tutte e tre. In febbraio, spiega il direttore della “San Rocco” John Gaffuri, il gruppo di lavoro che sta portando avanti il progetto ha visitato alcune strutture in Scandinavia, regione che da molti anni funge da riferimento per le strutture sociali. “Lassù la casa degli anziani è al centro del paese, un luogo di vita”, spiega Gaffuri. Un po’ quel che succede a Morbio con la “San Rocco”. Suor Clelia, delle Piccole Suore della Sacra famiglia, da alcuni anni ha dato “carta bianca” alla direzione affinché la casa diventasse davvero un luogo di vita. E così è stato. È stato istituito un servizio di preasilo per i piccoli ed è stata installata una panetteria con vendita di alcuni beni di prima necessità. Tre generazioni – i bambini, l’età adulta e la vecchiaia – si trovano a convivere nei medesimi spazi. Praticamente l’intero pianterreno della casa è un luogo aperto a tutti. Un successo perché in questo modo si è potuto avvicinare la casa alla popolazione, garantendo ai residenti il mantenimento dei contatti sociali. “La congregazione si è sempre dimostrata molto aperta, la direzione ha avuto il massimo sostegno”, ha spiegato John Gaffuri. Nei tre Comuni, tra qualche anno, ci saranno altrettante case in cui alla cura fisica dell’anziano si abbinerà “quella dello spirito, cioè la relazione sociale”. Due delle tre case saranno nuove; ma al di là delle mura, a contare saranno le persone.
Tuttavia anche l’architettura delle case avrà la sua importanza. L’idea è di aumentare la superficie delle camere dagli usuali 24 metri quadrati a 30 metri quadrati e di fare i modo che la struttura assomigli più ad una casa che ad un ospedale, allestendo unità con un numero massimo di 12 letti. Il progetto è sviluppato con la consulenza di uno studio d’architettura danese. La casa di Vacallo, nell’unità abitativa di cura, conterà 38 posti letto in camera singola, 4 posti letto in camera doppia; ci sarà anche un’unità abitativa protetta con 18 posti in camera singola suddivisi in due reparti, 3 posti letto per soggiorni temporanei e un giardino esterno.