
(red.) Consigliere comunale a Chiasso dal 2006, attuale presidente della Commissione della gestione, Giorgio Fonio è candidato al Consiglio di Stato e al Gran Consiglio sulla lista del PPD. Classe 1984, è attivo professionalmente come sindacalista dell’Organizzazione Cristiano Sociale Ticinese.
L’ufficio che Giorgio Fonio condivide con i colleghi a Mendrisio rappresenta un punto d’osservazione privilegiato sul mondo del lavoro in Ticino: qual è l’attuale stato di salute?
La nostra regione è un paziente malato: lo si tocca con mano giorno dopo giorno. Aumenta l’occupazione, ma parallelamente cresce anche il numero dei disoccupati tra i residenti. Il Mendrisiotto ha attratto nuove aziende nel settore industriale e soprattutto nel terziario e nei servizi che non hanno condotto ad alcun beneficio dal profilo occupazionale. Il cittadino, giustamente, si chiede: a cosa è servito? Anche iniziative locali, quali ad esempio “Benvenuta impresa”, organizzata a Chiasso, non hanno centrato il bersaglio auspicato. Al contrario, siamo sempre più confrontati a persone che perdono il loro posto di lavoro e a una “lombardizzazione” dei salari. Le cifre sono drammatiche. Il Comune di Chiasso, nel 2010, versava circa 600’000 franchi al Cantone per il contributo per le persone in assistenza: oggi la somma è salita a 1.4 milioni!
La decisione della Banca Nazionale di abbandonare la soglia minima di cambio franco/euro ha riportato in primo piano la fragilità e le peculiarità di un’economia di frontiera.
A livello ticinese bisogna farsi parte attiva. Io sono sempre favorevole al dialogo. Le discussioni devono coinvolgere lo Stato e le parti sociali, chiamati a sedersi allo stesso tavolo allo scopo di perseguire un obiettivo comune: impedire che le condizioni di lavoro peggiorino ulteriormente e che i salari continuino a diminuire. Altrimenti i posti di lavoro saranno sempre più inaccessibili per la popolazione residente.
Traffico e mobilità sono tematiche che interessano da vicino il distretto di Mendrisio: come giudica la linea adottata dal Dipartimento del territorio?
Puntualizziamo innanzitutto il fatto che il territorio è una risorsa indispensabile: un bene che non possiamo più permetterci di sprecare. La tutela delle poche aree verdi rimaste è un auspicio condiviso da molti, per non ripetere gli errori commessi in passato. Ciò detto, ben vengano tutte le iniziative suscettibili di migliorare la situazione, sia per quanto concerne la mobilità che la qualità dell’aria che respiriamo. Non dobbiamo però farci illusioni: l’eliminazione dei posteggi abusivi non risolverà tutti i problemi. Bisogna anche offrire alternative. Penso ad esempio all’allestimento di P&R su suolo italiano. Del resto, adesso si corre alla ricerca di soluzioni, ma non possiamo nasconderci il fatto che il Dipartimento del territorio è diretto da 18 anni dalla stessa forza politica: io allora ero un bambino…
Il tema della sicurezza è costantemente d’attualità: episodi legati a furti e rapine ciclicamente interessano il nostro territorio.
Il pensiero corre subito ai valichi minori non presidiati… è da mesi che si festeggia la chiusura notturna, ma i cancelli, a Pedrinate, sono sempre aperti! È essenziale la presenza delle guardie di confine in dogana, anche per colmare il sentimento di insicurezza che vive la popolazione.
Sono anche convinto che il Mendrisiotto meriti un posto fisso di polizia cantonale, con un servizio 24 ore su 24: è necessario insistere su questo punto. Il Dipartimento delle istituzioni dovrà chiarire gli intenti in relazione all’apertura del Centro di pronto intervento a Mendrisio. Quando si parla di spesa pubblica, infine, a tutti i livelli, non si può pensare di operare dei tagli sulla sicurezza!
Il cantiere delle aggregazioni è sempre aperto. La convince il Piano cantonale varato dal Consiglio di Stato, che prevede una drastica riduzione del numero dei Comuni?
Porre l’orizzonte al 2020, così come fatto dal Governo, è utopico! Il Mendrisiotto non è pronto all’ipotesi del Comune unico, ma neppure al duopolio! Su questo terreno bisognerà lavorare coinvolgendo la base, senza imporre forzature: abbiamo infatti già visto a quali risultati conducono… Piuttosto che calare progetti dall’alto, io sono favorevole a intensificare il lavoro, molto positivo, che si sta facendo a livello di commissione intercomunale. Penso, per fare un esempio, alla figura dell’operatore di strada: tematica che i Comuni stanno affrontando in ottica regionale.
Flussi Cantone/Comuni: in questo quadriennio le tensioni tra i due livelli istituzionali sono apparse evidenti a più riprese. Quale giudizio dare alle rivendicazioni degli enti locali?
Si è giocato allo scaricabarile. Gli enti locali si sono trovati confrontati a oneri che non competono loro. Penso, per fare un esempio, al capitolo dell’assistenza: è un problema cantonale, non dovrebbe essere posto a carico dei Comuni. Occorre intensificare il dialogo, attraverso la piattaforma Cantone/Comuni; serve una maggiore condivisione delle scelte. Spesso si ha l’impressione che le decisioni vengano adottate a monte, senza possibilità di discussione.
Il tema della collegialità in seno al Governo torna periodicamente d’attualità…
La politica non deve diventare un circo. Ciascun eletto è chiamato al rispetto della propria carica. La collegialità è un valore importante che va tutelato nell’interesse del Paese. Collegialità non significa tuttavia appiattimento: la difesa delle proprie idee e convinzioni è imprescindibile. In questo contesto torna preponderante l’importanza del dialogo.
Che voto merita il Consiglio di Stato?
Premetto che l’Esecutivo si è trovato a lavorare, in questi quattro anni, in un contesto tutt’altro che facile: da un lato emerge la necessità di operare tagli, dall’altro si chiede un aumento dei servizi! La mancanza di chiare maggioranze a livello parlamentare e il clima di campagna elettorale perenne non agevolano certamente l’attività del Governo. A questo si sommano la crisi economica globale e il fatto che nell’ambito della legislatura ci sono dolorosi passaggi di testimone. Tenuto conto di questi aspetti, darei la sufficienza ai consiglieri in carica.
Un’ultima domanda: perché gli elettori ticinesi dovrebbero votare per Giorgio Fonio il prossimo 19 aprile?
Penso sia importante che a Bellinzona venga eletto un rappresentante del Mendrisiotto, regione confrontata a numerose problematiche, concernenti in primo luogo il problema del lavoro e quello del traffico. Tra le “battaglie” combattute ricordo la fermata del Cisalpino, la vertenza connessa ai licenziamenti al negozio Denner di Chiasso, i vari referendum a livello comunale… Io sono così: questo è il mio spirito, il mio modo di lavorare, che non verrà meno in ambito cantonale. Credo di poter affermare che non sono uno che si ferma davanti alle difficoltà!