Sa.Gr.) Spesso la convivenza con gli uomini non è facile per loro: nella maggior parte dei casi api, calabroni e vespe sono ospiti sgraditi e troppo spesso vengono annientati con mezzi radicali. Come tutti gli animali, questi insetti svolgono una funzione importante in natura… È con un foglio informativo che la Protezione Svizzera degli Animali PSA mostra alla popolazione quanto questi insetti siano importanti e che la convivenza è possibile. Ma partiamo dal principio.
Api, bombi, vespe e calabroni. Chi sono?
Appartengono all’ordine degli Imenotteri e sono della classe insetti. Nello specifico questo ordine (che comprende oltre 120 mila specie) si divide in due sottordini: i Sinfiti (caratterizzati dall’avere l’addome unito al torace senza strozzatura) e gli Apocriti (più evoluti, con torace distintamente separato dall’addome). Api, bombi, vespe e calabroni appartengono alla sezione Aculeati (ovvero dotati di aculeo o pungiglione connessi alle ghiandole velenifere) del sottordine Apocriti. Nello specifico i primi due insetti si inseriscono nella superfamiglia Apoidei; i secondi due invece in quella dei Vespoidei (qui vengono inserite pure le formiche).
Chi è in grado di pungere?
Per quanto riguarda api, bombi e vespe tutte le femmine, cioè api operaie e regine, pungono; i maschi (fuchi) invece non dispongono di questa capacità perché non hanno questo apparato. La disponibilità a pungere è maggiore nelle specie che hanno molto da difendere, per esempio grandi alveari con abbondante covata o scorte per l’inverno (ape mellifera); ma anche le specie che nella ricerca del cibo entrano in conflitto con gli esseri umani (vespe) possono pungere di tanto in tanto. In realtà l’aculeo serve per difendersi dagli altri imenotteri, che ad esempio vogliono saccheggiare il nido o catturare animali adulti; le api mellifere possono ad esempio rubarsi a vicenda le provviste. Sottolineamo pure che le punture di vespe e calabroni non sono fra l’altro più gravi di quelle delle api.
Come comportarsi
Non bisogna scacciare con il fumo o rimuovere i nidi di api, vespe e calabroni e nemmeno l’avvelenamento è una soluzione! Ogni qual volta sia possibile i nidi vanno lasciati al loro posto. Pensate che gli animali abitano nello stesso luogo solo per un’estate – in autunno la colonia si scioglie (eccezione: ape mellifera). Se necessario, in inverno possono essere adottate le seguenti misure per evitare che in primavera si insedino di nuovo vespe o calabroni: le fessure di ingresso vanno chiuse accuratamente. Lasciate stare i vecchi nidi! Se, per esempio, in inverno i nidi di calabrone vengono rimossi e gli accessi non vengono chiusi, c’è una grande probabilità che in primavera una nuova regina scelga lo stesso luogo apparentemente favorevole per il nido. Ricordate che questi animali sono straordinariamente utili dal punto di vista ecologico e anche per l’uomo (impollinatori, «lotta agli insetti nocivi»). Gli imenotteri pungono solo quando sono minacciati e perciò quando si ha a che fare con loro occorre avere un comportamento calmo! Per tenere lontani gli insetti (anche le zanzare) dalle stanze, la cosa più utile è una rete contro le zanzare nella cornice della finestra o una tenda speciale. Spesso le vespe fanno la loro apparizione come ospiti indesiderati quando si mangia all’aperto: mangiano cibi dolci come frutta o marmellata e qualche volta anche resti di carne come nutrimento per la loro covata. Occorre fare attenzione che nessun animale finisca accidentalmente in bocca – conviene dare un’occhiata prima di dare un morso.
In caso di puntura
Se nonostante tutte le misure precauzionali qualcuno viene punto, la giusta reazione può attenuare le conseguenze. In linea di principio una puntura da parte di uno di questi insetti è dolorosa ma non pericolosa – la puntura di un calabrone non è più pericolosa di quella di una vespa o di un’ape. Soltanto gli allergici devono mettere in conto delle complicazioni se non adottano le idonee contromisure prescritte dal medico. Una puntura nell’area della lingua o della cavità orale può diventare pericolosa, perché il gonfiore può ostacolare la respirazione. In questi casi va sempre consultato un medico. In caso di puntura in un altro punto del corpo (sono frequenti le punture nelle piante dei piedi) ecco qualche consiglio: • se c’è ancora il pungiglione, (solo per punture di api), rimuoverlo con cautela con la pinzetta. Afferrare il pungiglione e non la ghiandola che secerne il veleno, altrimenti viene immesso nella zona che è stata punta! • Aspirare immediatamente il veleno con un apposito strumento («Aspivenin», simile a un’iniezione medicinale; acquistabile in drogherie e farmacie) minimizza le conseguenze (dolori, gonfiore) • Premere una cipolla appena tagliata sul luogo in cui è avvenuta la puntura (almeno 15 min) • Strofinare il luogo della puntura con del miele o con dello zucchero inumidito • Strofinare il luogo della puntura con una foglia masticata di Plantago lanceolata • Applicare una pomata contro le punture di insetti • Raffreddare il punto gonfio (con del ghiaccio) • Di regola i gonfiori dovuti alle punture scompaiono completamente al più tardi dopo 2 o 3 giorni.