Villa Sordelli salva dalle ruspe

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• (red.) “Quegli alberi ne avevano di storie da raccontare, avendo un’età più che veneranda; ma ne avranno, tra 150 anni, anche quelli che pianterò io”. 

 

L’architetto Matteo Fiorenzo Casali è il proprietario della Villa Sordelli e dei 3’700 metri quadrati che le stanno intorno. Ha letto sull’Informatore della scorsa settimana le preoccupazioni di un consigliere comunale, Tiziano Fontana, che, facendosi portavoce di chi abita nei paraggi, aveva inoltrato un’ interpellanza al Municipio, chiedendo informazioni sulla procedura che aveva portato le motoseghe nel parco.

Casali parla, per cominciare degli antefatti:  “Sono riuscito a “strappare” la proprietà ad un grande imprenditore che aveva intenzione di demolire la villa e la scuderia, concentrando gli indici per alzare – occupando l’intera superficie del parco – un solo grande edificio di 5 piani, e costruzioni più basse dove si trovano oggi i due vecchi edifici, in zona R3. Esempi di quel tipo già ce ne sono: penso al complesso Due Magnolie, in via Pasta: anche lì c’era una bella villa, con un ampio parco, demolita per avere a disposizione una superficie maggiore, così da far rendere l’investimento. E il parco non c’è più”.
Anche lei ha fatto tagliare alberi secolari, nel parco di Villa Sordelli. Tutti… “Ho avuto la necessaria autorizzazione da parte del Comune, dopo un sopralluogo con il responsabile del Verde pubblico della città e l’inoltro di un pre-progetto in cui ho spiegato che saranno piantati nuovi alberi mentre i cedri davanti alla villa rimangono al loro posto. Quando sul mercato ci sono proprietà così grandi e centrali, chi compera sa che l’investimento sarà molto oneroso; e, se osserviamo la realtà economica di Mendrisio siamo in pochi a poter sostenere operazioni del genere; c’era dunque il rischio, concreto, come ho spiegato, che si presentasse qualcuno, com’è accaduto, che, non conoscendo le peculiarità del borgo, costruisse col solo scopo di far rendere il più possibile l’investimento, facendo tabula rasa”.  Invece… “Invece ho suddiviso in quattro parti l’unico mappale; salverò integralmente la villa e la casa dei custodi, rivolte verso via Motta, che saranno ristrutturate con un restauro conservativo;  mentre nella superficie occupata dal parco, verso via Pollini, in una zona già densamente edificata, costruirò 2 palazzine con 9 appartamenti, senza le quali non potrei sostenere l’acquisto della proprietà Sordelli; pensando anche al fatto che i posteggi degli appartamenti andranno in un’autorimessa sotterranea; e costruire sottoterra, come si sa, costa. Ma pure questa, di non lasciare automobili in superficie, (a parte cinque stalli coperti accanto alla villa) è una scelta perché così rimarrà libero molto terreno in cui verranno messi a dimora i nuovi alberi, dopo gli indispensabili lavori di scavo per l’autorimessa. E’ anche una questione di rispetto per le peculiarità storiche del tessuto edilizio del nostro borgo. Le palazzine, in affitto, avranno un’architettura curata, non “basica”, insomma; e comunque i prezzi saranno adeguati al mercato e ai redditi della popolazione locale, non sicuramente paragonabili a quelli di Lugano…”.  Niente speculazione, in altre parole, architetto Casali… “Credo che il rendimento sarebbe  superiore se lasciassi i soldi sul conto corrente… ma va bene così..; la parola speculazione non esiste nel mio vocabolario; forse è per questa ragione che riesco a vendere tutto quanto costruisco e non ho appartamenti sfitti…”.