Levata di scudi a Rovio

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Per ora non se ne fa nulla. Bloccata l’operazione-accoglienza di 40 richiedenti l’asilo al Park Hotel di Rovio ma un gruppo di cittadini contrari al progetto non si accontenta di questo passo e lancia una raccolta-firme per sottolineare il proprio “No a decisioni inadeguate per il nostro territorio!”. L’arrivo dei richiedenti al Park Hotel avrebbe dovuto scattare a fine marzo. Fra pochi giorni, dunque, e il trasferimento di questi 39 rifugiati da Cadro a Rovio è stato annunciato al Municipio di Val Mara e alla popolazione con pochissimo anticipo. Altissima quindi la tensione che si respirava martedì sera all’Ala Materna dove abitanti e interessati si sono stipati per la serata informativa con le persone di riferimento del Cantone, del Municipio e della Croce Rossa. Centocinquanta almeno i presenti accorsi anzitutto per capire e poi – nella maggior parte dei casi – per dar battaglia al progetto. Neanche l’annuncio della decisione presa di bloccare l’operazione ha sedato gli animi. “Abbiamo costruito la casa nella pace di Rovio e ora non vogliamo ritrovarci con 40 rifugiati (noi siamo in 800!) che non sanno cosa fare in paese”, “Non è stata pianificata una strategia per la sicurezza”, “Chi è il proprietario?” è stato il tenore di alcuni interventi dalla sala. Applausi per gli interventi contrari e “Non si sente” ad ogni frase dei relatori hanno scandito la serata. Vita dura per le autorità del Cantone chiamate in quel contesto a spiegare i passi dell’intesa nata con il proprietario della struttura turistica (dismessa da 6 anni) e a illustrare la realtà migratoria con la quale anche il Ticino è confrontato (cfr. pagina 3). Fuori dall’Ala Materna poi, nel buio di fine serata il banco con la petizione e tutti intorno a chiedere la penna. “Rovio ha accolto in passato famiglie presso privati – si legge nel testo che accompagna la raccolta di firme, ma non è disposto a diventare una metropoli per i richiedenti l’asilo”. I promotori dell’iniziativa definiscono “inadatto il Park Hotel per altri utilizzi estranei al turismo” e invitano a firmare la petizione richiedendo il modulo via e-mail all’indirizzo valmara.dice.no@gmail.com ritornandolo entro l’8 aprile. Ma procediamo con ordine. Come si spiega l’intesa fra il proprietario e il Cantone in tempi così brevi, senza che il Comune ne fosse informato?

Sui tempi brevi della comunicazione, i rappresentanti del Cantone si sono giustificati spiegando che quando si tratta di progetti con strutture a lungo termine, autorità e popolazione vengono avvisati tempo prima; invece quando sono in campo soluzioni temporanee rispetto alle quali c’è urgenza, la comunicazione avviene in tempi brevi. È stato il caso dell’opzione del dismesso Park Hotel vagliata in concomitanza con altre 4 opzioni, hanno spiegato Gabriele Fattorini e Renzo Zanini, rispettivamente direttore della Divisione azione sociale e famiglie e capo dell’Ufficio richiedenti l’asilo e rifugiati. È stata poi ricostruita la tempistica: prima il proprietario ha contattato il Cantone mettendo a disposizione la sua struttura, poi il 7 marzo scorso è stato informato il Municipio ed il 10 marzo si è tenuto l’incontro fra le autorità cantonali e l’Esecutivo. Il 24 marzo sarebbe iniziata fattivamente la collaborazione fra il Cantone e il proprietario della struttura e questo martedì sera si è tenuta la serata informativa con la popolazione, in concomitanza della quale è stato annunciato – a sorpresa – lo stop all’operazione a causa delle richieste del Municipio. Di fatto l’Esecutivo ha intimato al proprietario della struttura di inoltrare le domande necessarie per poter procedere con gli interventi previsti. Non solo. Nel caso dell’accoglienza dei rifugiati – come prevedeva il progetto – occorre anche un cambio di destinazione dello stabile. Un passo – per così dire – ancorato al rispetto del Piano regolatore. La struttura in questo momento e nell’immediato non è quindi disponibile; il futuro andrà chiarito con i proprietari e i gestori previsti (una società agganciata alla CRS). Spetta a loro decidere se vogliono lanciarsi nei passi chiesti dal Municipio per mettere in regola l’hotel secondo lo scopo dell’accoglienza ai rifugiati. “In effetti, l’iniziativa è partita dal proprietario stesso che ci ha contattati dicendoci che la struttura aveva ottenuto l’autorizzazione all’esercizio e che la presa a carico sarebbe stata garantita dalla Croce Rossa” hanno aggiunto i rappresentanti del Cantone. Presenti il sindaco di Val Mara, Jgor Zocchetti ad introdurre la serata, ed il vicesindaco Marzio Proietti che ha condotto la fase di domande e risposte. “Mai vista così tanta gente riunita a Rovio!” era il commento di molti abitanti del quartiere. A fare muro contro l’accoglienza temporanea al Park Hotel di queste 14 donne e 25 uomini (provenienti soprattutto da Afghanistan e Turchia), ci si è messo sia chi si ritiene contrario di principio ad ospitare rifugiati in un villaggio minuto e discosto come Rovio dove non c’è lavoro, sia chi contesta la modalità con cui il Cantone ha predisposto l’operazione. “A Rovio non siamo tutti contrari a destinare un tetto a queste persone” ha detto una donna al centro della sala. “Allora portali a casa tua!” il commento stizzito che si è levato dal pubblico.