
Per il Mendrisiotto si tratta sicuramente di un’ottima opportunità! La TImask, che si è istallata a Ligornetto, è una nuova azienda che produce mascherine sanitarie con materiale prodotto in Toscana da una famiglia di piccoli artigiani e lavorato nella nostra regione da personale indigeno. L’imprenditore che ha avviato questa nuova attività si chiama Moreno Lazzaroni, è di Mesocco, ma da parecchi anni risiede a Genestrerio e ha un’altra ditta a Chiasso. È un entusiasta, lavoratore instancabile, che freme per poter aprire, pur sapendo che l’iter procedurale intrapreso per ottenere le necessarie autorizzazioni ha i suoi tempi.
In attesa che ciò avvenga ha chiesto di incontrare il Municipio di Mendrisio per spiegare la bontà della sua iniziativa, che darà lavoro a 11 persone, in un periodo in cui trovare un’occupazione è tutt’altro che scontato.
In attesa del richiesto cambio di destinazione, Moreno Lazzaroni, imprenditore di origine mesolcinese, ci accompagna in visita alla neonata TImask, l’azienda da lui fondata a Ligornetto, che produce mascherine.
Nato e cresciuto a Mesocco, dove ha frequentato le scuole dell’obbligo, il “vulcanico” imprenditore racconta di essersi poi iscritto alla scuola “Arti e mestieri” di Bellinzona per seguire una formazione di meccanico. Un’attività che però ho svolto soltanto a Thun nell’ambito della scuola reclute e che adesso, in ogni caso, mi torna utilissima.
Ma allora, di cosa si è occupato finora, gli chiediamo incuriositi?
Nella mia vita ho venduto automobili a Losanna, poi sono rientrato in Ticino dove ho lavorato per un grande garage come responsabile vendite e vicedirettore, poi ho cambiato e sono passato al settore assicurativo, dove ho gestito un’agenzia da indipendente nel Luganese. In quest’ambito ho raggiunto posizioni importanti ma ancora non ero pienamente soddisfatto.
Poi cos’è successo?
Nel 2012, con l’avvio di una nuova attività, sono diventato imprenditore. Ho fondato la Agorà Gold, che si occupa prevalentemente di acquisto, vendita, commercio di metalli preziosi.
Dai metalli preziosi alle mascherine, ci siamo persi un pezzo?
È andata così: una sera, guardando la televisione, mi sono imbattuto in un impreditore italiano che, dal campo della ristorazione è passato a quello della produzione di mascherine. L’Italia, fortemente colpita dalla pandemia Covid-19, aveva una impellente necessità di mascherine, difficili da reperire anche da ospedali e personale sanitario. Questa persona si è fortemente impegnata per riuscire a produrre il materiale necessario in patria e ci è riuscito! Così mi sono detto: voglio provarci anch’io, è il momento buono! Sono un uomo d’azione, quando decido di fare qualcosa in cui credo mi impegno anima e corpo. Ho telefonato alla persona in questione, ho chiesto appuntamento, l’ho incontrato, mi sono fatto dare tutte le indicazioni e gli indirizzi utili e sono partito verso il mio nuovo obiettivo.
Sul posto avevo comunque potuto verificare l’ottima qualità del prodotto finito, osservare da vicino la macchina che produce le mascherine, farmi un’idea dei costi e così via. Di ritorno ho ordinato alla DEMA, fabbrica italiana con sede a Varazze, una macchina sul modello di quella originale e dotata di certificato di conformità.
E la materia prima, abbiamo chiesto ancora, da dove proviene?
Da un’azienda artigianale a con duzione familiare di Prato, in Toscana. Si tratta di un tessuto non tessuto, chiamato appunto TNT, che mi arriva in grandi rotoli colorati, ciò che mi permette di produrre mascherine di diverse tinte: bianche, arancioni, rosa, verdi, azzurre, nere…
Conto di farne pure in tessuto di cotone, modello 1830 certificato, lavabili a 60° gradi una decina di volte e quindi reindossabili.
Alcuni prototipi, sono lì da vedere e non manca il lato umoristico… alcune riproducono infatti il viso della Gioconda, della Venere di Botticelli o di Napoleone.
Rispetto alle mascherine prodotte e importate dalla Cina, ci sono differenze?
Sì, le nostre sono più sostenute e compatte, composte di tre strati: uno interno in TNT rivolto veso il viso, uno filtrante al centro in Meetblow e uno esterno, sempre in TNT. Produrremo mascherine chirurgiche (per tutti), mascherine sanitarie (per gli specialisti del settore) e mascherine cover con filtro interno sostituibile. Inoltre possiamo garantire la massima igiene nella produzione. Un aspetto della massima importanza.
E del prezzo cosa ci può dire?
Non saranno più care di quelle cinesi, sarà inferiore al franco l’una. Le confezioneremo in pacchi da 50 o da 20 pezzi, che risulteranno più convenienti per le persone singole.
Veniamo alla manodopera, quante sono le persone che lavoreranno nella sua nuova azienda e da dove provengono?
Alla TImask, con sede a Ligornetto, lavorano 8 donne suddivise in due turni, che si occuperanno in particolare della saldatura dell’elastico e 3 uomini. Tutti provengono dal Mendrisiotto, la signora che viene da più lontano arriva da Melano.
Ho sottoscritto un contratto collettivo di lavoro, che è quello adottato dall’industria dell’abbigliamento e sto cercando di arrivare a creare un doposcuola per i figli delle operaie che ne avessero la necessità.
Quanti pezzi potete produrre giornalmente?
La macchina arriva a produrre 180 mila pezzi al giorno, ma poi bisogna fissare gli elastici per indossarle e questo è il lavoro delle operaie che riescono comunque a garantirne 19’000 al giorno.
Farete altro materiale, oltre alle mascherine?
Sicuramente produrremo federe per guanciali in cotone idrorepellente, particolarmente utili per gli alberghi, visto che impediscono alle gocce di saliva di passare attraverso il tessuto e depositarsi nel cuscino stesso. Provvederemo inoltre alla commercializzazione di altri articoli in TNT, confezionati a Prato, quali casacche e pantaloni per infermieri o mantelline per parrucchieri…
Su quali mercati sarete attivi?
Innanzitutto soddisferemo le ordinazioni provenienti dal mercato interno, ma ci sono già interessati dall’Italia e da altri Paesi. Il “Made in Switzerland” è sempre molto attrattivo, specialmente per quanto riguarda il materiale sanitario. Perciò tengo particolarmente a che il nostro prodotto risulti irreprensibile.
In ogni caso vorrei sottolineare l’ottima collaborazione con il farmacista cantonale dott. Zanini e le altre autorità.