Anche Anita Spinelli nella mostra al LAC sul Surrealismo

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Autoritratto, cm 100 x 65, olio, 1933 (Immagini tratte dal volume citato nell'articolo).

Dal 10 febbraio al 16 giugno al Museo d’arte della Svizzera italiana, presso il LAC a Lugano, si svolgerà una importante retrospettiva sul Surrealismo svizzero, in collaborazione con L’Aargauer Kunsthaus. Un centinaio le opere esposte. Muovendo dalla domanda “esiste un Surrealismo svizzero?” i due musei si confrontano in modo approfondito su questo importante capitolo dell’arte nazionale. Il Surrealismo nacque a Parigi a metà degli Anni Venti. A differenza di altri movimenti dello stesso secolo, come il Cubismo e l’Espressionismo, il Surrealismo non si distingue per particolarità formali e stilistiche, ma piuttosto per un’attitudine, un approccio alla vita e all’arte che accomuna gli artisti. Nel clima razionale fra le due guerre, i pittori surrealisti s’interessano all’universo interiore dell’uomo, all’inconscio e al caso, portando nelle loro opere il sogno, le angosce, le fantasie, le ossessioni, la sessualità, giungendo a forme e creazioni del tutto nuove. Accanto a nomi molto famosi, Paul Klee e Hans Arp (i due precursori), Alberto Giacometti, Meret Oppenheimer, Hans Erni, Le Corbusier, appare quello di Anita Spinelli (1908-2010) artista di Novazzano, ricordata anche per essere stata tra le prime donne a iscriversi all’Accademia di Brera, in cui si diplomò in pittura nel 1933. “I miei personaggi sono me stessa. La sottile ironia che a volte li mostra indifesi al pubblico non è sgraziata. Con loro sono a dividere il carico di bene e di male. Non si può barare: sono creature del nostro tempo”, si legge in una testimonianza raccolta nel volume di Angela Regli dedicato nel 1988 alla pittrice di Pignora, pubblicato dalla banca SBS di Chiasso in occasione degli 80 anni dell’istituto con il contributo di diversi Comuni della regione.
Questi gli orari d’apertura del Museo d’Arte della Svizzera italiana: martedì-domenica 10-18; giovedì aperto fino alle 20; lunedì chiuso.