Tenera erba sotto il castagno

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L’Associazione dei Comuni della Valle di Muggio, grazie alla collaborazione del Patriziato di Muggio e al sostegno di diversi enti, sta realizzando il progetto di recupero di alcune selve castanili, che permetterà ai paesani di ampliare la superficie agricola utile in favore dei propri animali. L’investimento complessivo è di quasi mezzo milione di franchi sull’arco di cinque inverni. E già si vedono i primi risultati.

Il viso di Cristina Solari, segretaria animatrice dell’Associazione dei Comuni del Generoso, s’illumina mentre guarda la fotografia di quel vecchio castagno che ha generato “i casc” persino sul tronco, nella selva di Cassin, località Casarno, a Muggio, Comune di Breggia. Viveva nell’oscurità in mezzo ai suoi simili. Un giorno sono arrivati gli operai forestali, per rimetterlo in forma, lui e gli altri alberi; hanno tagliato i rami inutili e ripulito il sottobosco pieno di rovi e sterpaglie; poi è stata seminata l’erba, una miscela indovinata tra sementi standard e “fioraia”, l’erba locale. Ora le vacche della famiglia Terzi sono felici di brucare in questo nuovo pascolo agricolo, sapendo poi che con il loro latte Ilario Terzi fa la pasta per preparare i formaggini venduti dalla ProVaMM.
Anche le capre e le mucche di razza grigia di Ivano Cereghetti, a Tür da l’Alp, che pure loro sono a stabulazione libera a poca distanza dall’oratorio di San Giovanni di Tür, nel medesimo villaggio, sono ben contente di brucare l’erba del loro nuovo pascolo: seminata appena in primavera, se la stanno godendo già adesso.
E così, la ripidezza dei pendii della val di Muggio, che agli occhi di molti, esperti compresi, appare come una limitazione al sopravvivere già difficile di questa economia rurale, è diventata un’occasione preziosa; grazie anche al Patriziato di Muggio, alleato fondamentale del progetto, essendo proprietario dei terreni recuperati, che ha voluto fermamente il progetto, nonostante, come molti altri patriziati, non navighi nell’oro.
I lavori, a Cassin, hanno riguardato la potatura di 110 castagni e la semina di 220 are; a Tür dell’Alpe 63 castagni e 80 are. Con relativi esboschi. Il terzo dei cinque interventi lo si sta conducendo a Rondagnò. Quando tutto sarà finito, con il ripristino di 11,5 ha di selve castanili, il costo complessivo sarà di 482’500 fr: quasi mezzo milione di franchi che entrano “in circolo” nell’economia locale per garantire ai contadini di quassù, grazie a pascoli più estesi, un po’ più di respiro, qualche franco da aggiungere alle sempre strette entrate, un po’ di tranquillità. Particolare non trascurabile, il pagamento diretto ai contadini in virtù del fatto che lavorano su una superficie agricola utile. Il finanziamento è garantito, con il coordinamento di Cristina Solari, tramite la Regione dei Comuni del Generoso – che include Arogno, Breggia, Castel San Pietro e Rovio – da contributi federali e cantonali, dall’Ente regionale per lo sviluppo di Chiasso, dal Fondo svizzero del paesaggio; e dal WWF Ticino con l’appoggio dell’Alleanza territorio e biodiversità e della Fondazione Virginia Böger.
Il contratto agricolo a tre, tra patriziato, contadini e RVM indica la strada dettata dalla Confederazione: garanzia per un periodo di gestione di 20 anni, con l’impegno del contadino di tener pulita la selva. Allo studio ci sono progetti per la Valmara, mentre sono iniziati da poche settimane sul Generoso i lavori gestiti dalla Cooperativa dei proprietari di boschi del Mendrisiotto che ha la propria segreteria presso la RVM di Lattecaldo.
Gli interventi nelle selve castanili richiamano le carenze, annose, che riguardano gli accessi stradali e forestali nelle varie zone della valle e del Monte Generoso. Nell’ambito della consultazione sui nuovi indirizzi del Piano di utilizzazione cantonale del Monte Generoso (PUC – MG), l’associazione di Lattecaldo non ha mancato di segnalare al Cantone, con un elenco puntuale, i collegamenti che richiedono attenzione e soldi, se davvero si vuole che l’economia alpestre sopravviva e si sviluppi.