Breggia, disaccordi sugli immobili

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Suscita discussione, a Breggia, la decisione del Municipio di vendere 4 proprietà comunali, l’ex asilo di Bruzella, beni sull’Alpe di Caneggio, la casa dei preti di Caneggio e l’ex scuola di Roncapiano. Ne parlerà martedì 15 il CC. Alle motivazioni del Municipio e della commissione della gestione (cfr Informatore del 4 dicembre) si aggiunge ora un rapporto di minoranza di questa stessa commissione, contrario alla vendita.

È firmato da Renata Barella, in rappresentanza del Gruppo Insieme a sinistra, che giudica la vendita di immobili “l’ultima ratio” per un Comune, “specialmente se gli immobili in questione fungono da abitazione primaria ed hanno un reddito, in tutto 35’900 fr, che verrebbero a mancare in caso di vendita. A questa sicurezza si contrappone la mancanza di garanzie “che la vendita degli immobili porti in cassa gli importi auspicati dal Municipio”, pensando anche al fatto che non è fissato un piede d’asta e i beni se ne potrebbero andare con un prezzo inferiore a quello auspicato dal Municipio.  Perché dunque – scrive Barella – se occorre liquidità non si apre un credito che oggi viene offerto sul mercato con tassi “molto esigui”? Nel suo piccolo, poi, Breggia, mantenendo una pigione moderata in questi stabili di residenza primaria permette ad alcune famiglie di abitare in valle, “un modo per permettere alla regione di ripopolarsi”; vendendo le case, chi le abita dovrà trovare una nuova sistemazione, “molto probabilmente fuori Comune”; una famiglia abita lì da non molti anni. Se poi si decide di vendere “si valuti caso per caso” e non in un pacchetto unico.

degli stabili, quello di Caneggio, letta sulla stampa la volontà del Municipio di vendere, ha scritto una lettera alle autorità comunali e cantonali con copia a l’Informatore. La famiglia, papà, mamma e tre figlie di 7, 10 e 14 anni, chiede di rivedere la decisione, in contrasto con un ben preciso indirizzo politico che vede nello stabilirsi delle famiglie con figli nei paesi uno stimolo al ripopolamento della valle. Indirizzo che la famiglia ha seguito, scegliendo di abitare a Caneggio, “integrandoci con impegno e dedizione alla vita sociale della valle”. La trattanda è all’ordine del giorno della seduta di martedì 15 dicembre, durante la quale saranno stanziati importanti crediti per Caneggio, in tutto 5’614’000 fr, destinati al piano viario, alle canalizzazioni e all’acqua potabile.
All’esame dei consiglieri anche i conti preventivi. Per quelli dell’acqua potabile, la gestione, rilevando “la conosciuta debolezza dell’azienda”, specialmente riguardo al capitale proprio, chiede la massima chiarezza, con “dati effettivi” sulla situazione. Il rapporto è firmato con riserva da Marialuce Valtulini. La stessa commissione, valutando il P 2016 del Comune, rileva che, senza la vendita dei 4 beni immobiliari, bisognerebbe registrare un disavanzo di 140 mila fr. L’alienazione, in parte, compenserà l’aumento delle spese deciso dal Cantone a scapito dei Comuni, com’è il caso del contributo alla gestione delle scuole comunali. Nel suo rapporto (firmato con riserva da Renata Barella) la gestione segnala che le spese salgono di 242 mila fr, cioè del 3,72%; non così i ricavi: sono arrivati nuovi soggetti fiscali ma un importante contribuente se n’è andato. Gli introiti fiscali ristagnano. La stessa commissione, esaminando le opere previste per il Piano viario di Caneggio, segnala che l’investimento di 4’185’00 fr, tolti i contributi di miglioria e quelli cantonali, si ridurrà, per il Comune, a 143’500 fr. Qualche perplessità sul progetto dal punto di vista tecnico lo manifestano i commissari delle opere pubbliche: la pendenza della strada è notevole all’imbocco con la “cantonale” e verso alcuni accessi di privati.