Villa Argentina, parco salvato

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(red.) Sono trascorsi cinque anni dalla promozione della petizione “Un Magnifico Parco per il Magnifico Borgo” che ha raccolto 2’870 firme. Un lustro durante il quale si è ragionato e approfondito il tema della pianificazione di un comparto pregiato: il parco di Villa Argentina, nel cuore urbano di Mendrisio. Una riflessione tesa al raggiungimento del più ampio consenso. Il Municipio ha illustrato mercoledì la variante al Piano particolareggiato che dovrà essere approvata dal Legislativo. Gli obiettivi si sostanziano in quattro punti: tre riguardano recupero e valorizzazione del parco e dei manufatti, rafforzamento della struttura del parco e sostegno allo sviluppo del campus universitario. Con il quarto, aspetto fondamentale, si mira a estendere l’area di utilizzo pubblico sul mappale 3043 e liberarlo dalle possibilità di edificazione nella parte alta.

La variante è stata presentata dal capodicastero Piermaria Calderari, affiancato dai colleghi municipali Rolando Peternier e Giorgio Comi, e dai pianificatori ing. Stefano Wagner e arch. Massimo Carmellini. “L’Esecutivo ritiene di aver trovato un’ottima soluzione” ha esordito Calderari sottolineando l’integrazione di tutte le osservazioni presentate al seguito della serata informativa dello scorso dicembre in questo nuovo atto pianificatorio. “La variante dialoga con altre in corso allo scopo di plasmare il futuro assetto cittadino” con il fine di valorizzare il territorio e migliorare la vivibilità.
Concretamente, la variante consente di non modificare l’assetto del parco storico, cancellando le opportunità edificatorie nella parte più elevata. Ciò che viene evidenziato è il luogo ritenuto appropriato, all’estremità del parco, per un eventuale estensione del campus accademico. Il parco, precisa Wagner, viene posto al centro del campus e, con l’insediamento delle funzioni pubbliche al suo margine, esso diventa il fulcro delle attività – di formazione, ospedaliere, residenziali, di svago – che distinguono l’insieme dell’area. La connotazione pubblica del comparto viene di fatto estesa alla zona alta. L’azzonamento del comparto A (cfr. l’illustrazione) viene modificato da zona residenziale semiestensiva (R3) a zona per attrezzature ed edifici pubblici (AEP). Il potenziale edificatorio attuale di 7’250 mq viene ridotto a 3’000 e vincolato all’edificazione scolastica. Unicamente nel comparto A2 è consentito l’inserimento di attività per l’istruzione e la cultura e le attrezzature ricreative. La costruzione – soggetta a concorso pubblico di architettura – deve essere compatibile con la funzione di svago.
Per quanto riguarda il comparto G, dove si situano gli istituti geriatrici, viene modificato l’utilizzo: da alloggi di interesse pubblico a strutture a favore di persone anziane (appartamenti).
Il Cantone condivide le finalità della variante, ritiene opportuno il recupero del parco rispettando i confini ottocenteschi ed evidenzia che lo stesso deve fungere da fulcro della pianificazione del comparto, con particolare riferimento al potenziamento delle strutture accademiche.
Gli oneri finanziari
L’approvazione della variante presuppone l’esproprio del mappale 3043. Gli oneri per la sistemazione del parco prevedono inoltre l’acquisizione del terreno (parte alta) per 8 milioni di fr (l’importo è già inserito nel Piano finanziario). Per l’estensione e il restauro si ipotizza una spesa di 2,5 mio e mezzo milione per la sistemazione del parco. All’adozione da parte del Consiglio comunale farà seguito la pubblicazione e la procedura formale-legale di ricorso e, precisa Wagner, il Governo approverà la variante in via definitiva. L’Esecutivo ha ritenuto più onesto e ragionevole concludere questo iter prima di intavolare le trattative per l’acquisto. Se queste non raggiungeranno gli scopi desiderati, si andrà per via espropriativa.
Lo sforzo pianificatorio in atto – conclude Calderari – si estende a tutti i quartieri. Questo investimento, in altri termini, non preclude la riqualifica di altri pregiati comparti cittadini.