I soldi ti schiavizzano?

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(p.z.) Ti schiavizza o ti rende libero? È una fissa che pervade ogni azione della giornata oppure non sai neppure quanto c’è sul tuo conto in banca?

 

Il rapporto profondo che abbiamo con il denaro può dipendere da molti fattori. Primo fra tutti, se fatichi a tirare la fine del mese o se hai dei debiti. Può essere il risultato di molte esperienze maturate nella vita, a partire dall’infanzia. Ricordi la mitica paghetta che non tutti ricevevano? C’era chi la spendeva in un soffio il primo giorno e chi la infilava nel salvadanaio senza toccarla. L’argomento è un po’ tabù ma oggi esiste un modo per capirsi meglio su questo fronte lasciandosi guidare da Manuela Pagani Larghi (nell’immagine) che ha seguito la formazione di counselor e si è specializzata nel campo del rapporto che le persone hanno con i soldi. È un mestiere inedito che lei svolge offrendo anche altri tipi di consulenza fra cui quella indirizzata in particolare alle donne che sentono giunto il momento di cambiare qualcosa nella loro vita.
Non sempre la bella carriera ed il super-stipendio fanno la felicità. Una storia come quella di Manuela Pagani Larghi, nata e cresciuta a Mendrisio (ora vive con la famiglia a Novazzano), dimostra quanto il percorso formativo e professionale di una persona possa evolvere nel tempo. Cosa è cambiato in quello della nostra interlocutrice? Economista con la specializzazione in finanza. Quindici anni di esperienza in qualità di consulente finanziario private banking, una bella carriera, un super stipendio. Poi la decisione di seguire un corso di studi specifico di 4 anni all’Istituto Ricerche di Gruppo di Lugano (dove si è diplomata nel 2010) ed un percorso personale di analisi.

Che cosa ti ha fatto cambiare idea e passare da un lavoro che suggerisce come impiegare i soldi ad un lavoro che porta la gente proprio a riflettere sul rapporto col denaro?
Il counseling mi ha cambiato la vita. Ha permesso di riscoprire i miei veri valori, far riemergere la mia creatività e mettere a fuoco cosa avrei voluto fare della mia vita. Il desiderio di offrire qualcosa di positivo alla gente: non una promessa, non una scorciatoia ma un ascolto capace di trasformarsi in sostegno e incoraggiamento. Ne abbiamo tutti bisogno per convivere con le nostre paure e le nostre incertezze. Prendi la tua vita in mano e fanne un capolavoro diceva il Papa. Amo l’essere umano, così complesso, intrigante, deludente, sorprendente, crudele e buono. E sono molto affascinata dal tema del nostro rapporto col danaro, un rapporto quasi mai sano, come ho potuto constatare durante 15 anni di salottini bancari e anche sulla mia pelle. Sto anche avviando contatti con le scuole. Tramite delle collaborazioni, mi piacerebbe rendere i ragazzi più consapevoli del valore del denaro. Giovani generazioni che sono bersagliate dalle pubblicità e dalla spinta al consumo.

“Sono le relazioni
l’unica nostra
sicurezza e il tempo per coltivarle la nostra vera ricchezza”

Cosa hai scoperto su questo aspetto della nostra natura?
Ho approfondito questo tema leggendo e facendo ricerche. È un tema poco indagato nella sua complessità, perché racchiude in sé moltissime variabili di diversa natura: l’economia, la psicologia, la filosofia e la sociologia. Un tema tabù, che ci rende schiavi spesso di scelte non appaganti per la nostra esistenza. Una promessa di sicurezza e di felicità, quella del denaro, del tutto illusoria.

Cosa intendi?
Nel 2008 abbiamo rischiato di perdere tutti i nostri risparmi, oggi continuiamo ad accumulare soldi come se nulla fosse successo. Non abbiamo più tempo per le cose che davvero contano: gli affetti. Sono le relazioni l’unica nostra sicurezza. E il tempo per coltivarle è la nostra vera ricchezza.

Che cos’è il counseling?
È un’attività professionale svolta da un counselor che ha quale compito di aiutare la persona ad aiutarsi. Il counselor è un consulente, è uno che fa le domande giuste. Un accompagnatore il cui ruolo è quello di affiancare, orientare, sostenere l’individuo e svilupparne le potenzialità, promuovendone atteggiamenti positivi ed un uso migliore delle proprie risorse.

Niente a che vedere con la figura di psicologo o psicoterapeuta.
Già. Diciamo che il counselor ti aiuta a mettere sul tavolo l’argomento che ti sta a cuore. Ti mette nella condizione di trovare le risposte alle domande che hai in testa. Non dà consigli! Un percorso dura dalle 6 alle 12 sedute. Non più di 10 o 12 incontri.

Quanti e quali tipi di counseling offri?
Tre tipi. Come abbiamo detto quello finanziario che mira a indagare il rapporto emotivo che abbiamo con i soldi. Acquisendo maggiore coscienza del valore che attribuisce al denaro, la persona sarà in grado di comprendere il “costo esistenziale” (sacrificio) che il desiderio di accumulo di ricchezza comporta: in termini di scelta professionale, di reale qualità di vita (in contrapposizione al tenore di vita), di investimenti relazionali. Come diceva Seneca “Non è povero chi ha poco, è povero chi desidera di più”.

Gli altri tipi?
Il secondo è counseling di riflessione. Mi rivolgo in particolare alle donne che hanno il desiderio  o bisogno (magari a seguito di difficoltà pre- o post -parto, scelta fra carriera e figli, divorzio, lutto, …) di fermarsi un momento, di riflettere. Di gettare uno sguardo distaccato sulla propria esistenza per mettere a fuoco, con chiarezza e lucidità, il proprio futuro e trovare la modalità corretta grazie alla quale realizzarlo.

Il terzo campo?
Lo definisco “Counseling, che impresa!” Un’azienda di successo ri-conosce il valore dei suoi dipendenti. Se i dipendenti sono sereni creeranno e produrranno in maniera ottimale (produttività), ci sarà un buon ambiente di lavoro (umanità), si parlerà bene della propria azienda (Brand Identity). Il sentimento di felicità dipende dalla propria realizzazione personale, che comprende la vita privata e quella professionale. Il momentaneo disagio e/o l’infelicità nella sfera privata hanno spesso conseguenze anche sulla sfera professionale. L’azienda non può influenzare l’infelicità derivante dalla vita privata del suo collaboratore: il counseling sì. E mi rivolgo ai quadri dirigenziali ma anche agli impiegati, agli operai.

La tua attività sta decollando in questi giorni e si svolgerà presso gli spazi dello Studio di Fisioterapia di Anke Kindermann a Morbio Inferiore, con la quale collaborerai. Perché insieme?
Rispondo citando Shakespeare: “Il corpo è come un giardino, e la mente è il suo giardiniere. Sta a noi decidere se in esso piantarvi orchidee o lattuga”.