San Vigilio a Rovio, ora tocca al tetto e agli affreschi

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L'Oratorio di San Vigilio a Rovio.

Prosegue il restauro dell’Oratorio di San Vigilio a Rovio. I lavori – lo ricordiamo – erano iniziati nel gennaio del 2023 e, dopo una prima fase di indagini storiche e analisi dei problemi della chiesetta, l’intervento di restauro si era concentrato soprattutto sul drenaggio esterno. Ora invece sono decisamente in primo piano la tutela degli affreschi e il consolidamento del tetto. San Vigilio è di proprietà della Parrocchia di Rovio ed è un bene culturale tutelato: significa che l’intervento avviene sotto l’ala dell’Ufficio Beni Culturali del Cantone. Il progetto di restauro è dell’architetta Simona De Giuli alla quale abbiamo chiesto di fare il punto della situazione. Ecco il suo contributo.

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L’Oratorio di San Vigilio a Rovio, autentico gioiello medievale del nostro territorio, è al centro di un significativo intervento di restauro volto alla conservazione e al recupero della sua integrità strutturale ed artistica.
La prima fase dei lavori ha riguardato la posa di un sistema di drenaggio lungo il perimetro esterno dell’edificio, un intervento indispensabile per interrompere la risalita dell’umidità dal terreno, fenomeno che stava causando gravi danni agli intonaci e, soprattutto, agli affreschi medievali dell’area absidale. Questa azione tempestiva si è resa necessaria per salvaguardare opere di inestimabile valore storico ed artistico.
Attualmente, gli interventi si concentrano sulla copertura dell’aula. Lo stato del tetto, rimaneggiato nel corso del Novecento con soluzioni non compatibili con un edificio storico, richiedeva una revisione completa. In origine, la copertura era in piode come quella dell’abside; tuttavia, a causa dell’incuria, questa crollò all’inizio del Settecento, lasciando l’oratorio privo di copertura per oltre un secolo. Solo nel 1824 il tetto fu ricostruito con tegole e pianelle in cotto. Durante i restauri integrali dell’oratorio nel 1949, si intervenne anche sulla morfologia del tetto per riconsegnare armonia alla forma dei fronti alterata dal crollo del Settecento. Tuttavia, i lavori successivi negli anni ‘70 e ‘80 hanno compromesso la funzionalità della copertura, come evidenziato dalle infiltrazioni d’acqua particolarmente visibili sul lato nord. Il progetto mira a mantenere il più possibile lo stato di fatto del tetto e le tracce storiche e, per evitare la demolizione completa, si è deciso di procedere con interventi differenziati: all’interno, integrando la struttura esistente; all’esterno, rimuovendo tutte le parti deteriorate e superflue. Secondo l’ingegnere Luca Humair, le due capriate lignee esistenti non erano sufficienti a sostenere il peso della copertura. Il progetto, quindi, prevede l’aggiunta di tre nuove capriate in legno di castagno come la carpenteria esistente. Inoltre, come da disegno dell’ingegnere Federico Pagnamenta della ditta esecutrice del tetto, le nuove capriate saranno distinte dalle originali per alcuni dettagli: ad esempio, non saranno dotate di appoggi sotto le catene (le travi poste nella parte inferiore della struttura portante) perché non necessari; inoltre, per facilitarne la posa ed evitare la demolizione del tetto, le catene saranno composte di due parti tenute insieme da una piastra bullonata. Nell’estradosso, le falde presentano superfici irregolari e significativi cedimenti strutturali, sarà quindi necessario un intervento mirato che restituirà coerenza estetica e storica alla copertura, garantendo al contempo la protezione dell’edificio dagli agenti atmosferici.
Una volta completati i lavori al tetto, la restauratrice Christina Otth della ArsLabor potrà avviare il restauro degli intonaci esterni ed interni, degli affreschi dell’abside e delle opere contenute all’interno dell’oratorio. Particolare attenzione sarà rivolta agli affreschi, oggi segnati da numerose lacune dovute a cattivi restauri passati, umidità e infiltrazioni d’acqua piovana. L’intervento generale punta ad un riordino complessivo degli elementi che costituiscono l’interno dell’edificio. La filosofia adottata è quella di rispettare, mantenere e preservare tutte le superfici, lasciando evidenti le tracce dei restauri che si sono succeduti nel tempo, con il supporto cantonale dell’Ufficio dei Beni Culturali e della Parrocchia di Rovio.
Il restauro dell’Oratorio di San Vigilio rappresenta un passo fondamentale per la tutela del nostro patrimonio storico. L’attenzione ai dettagli tecnici e il rispetto dell’autenticità dell’edificio sottolineano l’importanza di questo progetto, non solo per la comunità di oggi, ma anche per le generazioni future.                          Simona De Giuli, architetto