
Il degrado sofferto dal Palapenz di Chiasso preoccupa. L’edificio pubblico, finito di costruire nel 1983, patisce gli acciacchi dell’età (non poi così avanzata!) ma soprattutto la struttura soffre le conseguenze della falda sottostante e – a quanto ci è dato sapere – si muove seppur in maniera meno che millimetrica, tanto da aver accusato di recente anche il cedimento di un vetro per la pressione subìta dall’edificio. Ma è davvero così problematica la situazione? Nei giorni scorsi la nostra redazione è entrata in possesso di alcune fotografie che sono state scattate al piano interrato dell’edificio. Mostrano i segni del degrado e dei problemi geologici di cui soffre la struttura (cfr. la fotografia a destra e altre immagini a pagina 9).
L’intento originario dell’Esecutivo era quello di ristrutturare il centro con un investimento pari a 5,5 milioni di franchi ossia circa la metà di quanto era costata l’edificazione all’inizio degli anni Ottanta. Il messaggio municipale era all’ordine del giorno della seduta di martedì sera del Consiglio comunale (cfr. pagina 3) ma non è stato possibile votarlo per la mancanza dei rapporti commissionali (cfr. l’Informatore della scorsa settimana). In gennaio, un sopralluogo nella struttura sportiva da parte dei commissari della Gestione e delle Opere pubbliche aveva sollevato ulteriori dubbi. Al punto che qualcuno aveva azzardato soluzioni diverse magari anche drastiche come quella di demolire lo stabile. Alcuni commissari si sono fatti convinti che il “lifting” pur radicale proposto dal Municipio non scongiurerebbe in futuro la ricomparsa dei cedimenti strutturali del Palapenz dovuti a problematiche geologiche. Ricostruire da zero la struttura – è stato valutato – oggi come oggi costerebbe attorno ai 20 milioni.
Sono in molti nel Mendrisiotto ad essere affettivamente legati al Palapenz: concerti, gare sportive, balli, feste e manifestazioni. Per non parlare delle società sportive per le quali il centro è un vero punto di riferimento: bocce, scacchi, ecc. Eppure, visti i problemi dell’edificio, è comprensibile che venga a galla anche l’ipotesi di demolizione e ricostruzione. Il dibattito è aperto e una decisione, presumibilmente, non sarà presa prima dell’autunno. A questo punto anche la speranza dell’Esecutivo di poter iniziare i lavori nel 2021 si assottiglia. Un’altra perplessità sollevata in queste settimane, è quella legata al fatto che la struttura è in realtà utilizzata a livello regionale. Non è quindi usata solo da società chiassesi. Ecco perché per alcuni commissari del Consiglio comunale della cittadina di confine, sarebbe opportuno coinvolgere altri Comuni nella gestione dei costi del Palapenz.
Gli interventi dei quali si parla nel messaggio municipale (che avrebbe dovuto passare al voto martedì sera) durerebbero due anni compresi quelli necessari per adeguare l’edificio alle normative in vigore nell’ambito della polizia del fuoco, della prevenzione degli infortuni e dell’accessibilità alle persone disabili. Ricordiamo che il centro consta di un salone di circa 1700 mq, suddivisibile in 2 superfici simmetriche di 850 mq l’una, delle quali una attrezzata con viali per il gioco delle bocce. Consta di un complesso di docce e spogliatoi, cucina industriale in grado di servire 1000 persone, tavoli e sedie, bar e foyer di 110 mq. Completano la struttura una sala riunioni da 55 persone, una sala regìa, due tribune fisse per circa 600 persone e posteggi per oltre 400 vetture. Come dire… un “mondo”.