All’inizio dell’anno è stato formato a Chiasso un gruppo di lavoro in cui figurano persone e funzionari attivi nella Polizia cittadina e negli uffici delle attività sociali. Lo scopo, spiega la capo dicastero Sonia Colombo Regazzoni, è tenere sott’occhio le situazioni di disagio. “A Chiasso, per quanto riguarda la nostra Polizia, cerchiamo di non fare soltanto repressione, ma di vedere i problemi in un’ottica più ampia. Si lavora soprattutto negli ambienti giovanili, in particolare dove si registrano fenomeni di spaccio e tossicodipendenza, nel tentativo di arginare il fenomeno, di salvare qualcuno da una triste fine”, osserva la capo dicastero.
L’annuncio è stato fatto lunedì durante la conferenza stampa annuale della Polizia Regione I, condotta dal comandante Nicolas Poncini. Il Corpo, grazie anche a queste iniziative, mantiene e valorizza la sua funzione di prossimità; ma la vicinanza della frontiera, con le sue virtù e i suoi problemi, da sempre interpella la Polizia cittadina, che lavora a stretto contatto con la Polizia cantonale e le Guardie di confine. Proprio nel campo della lotta agli stupefacenti è stata rafforzata la presenza degli agenti della “comunale” in seno al Servizio antistupefacenti della “cantonale”: la città mette a disposizione del Cantone due agenti a tempo pieno nell’ambito di una convenzione specifica. In vista ci sono altre collaborazioni con il Cantone, nell’ambito del trasferimento delle deleghe. Se ne saprà di più nel corso dell’anno.
Per il resto, la Polizia Regione I, che esercita anche negli altri comuni del Basso Mendrisiotto e a Breggia, è in buona salute e riesce a infondere nella popolazione la percezione della sicurezza. Il comando di Via Cattaneo organizza senza problemi i turni di lavoro affinché la Polizia sia presente sull’arco delle 24 ore. La forza delle pattuglie esterne, grazie anche all’esperienza, è quella di intercettare i segnali delle cose che… non funzionano. Il Corpo conta su un organico di 51 persone, di cui 42 agenti. Molto impegnativo il servizio di controllo abitanti, che include anche i rapporti con l’Ufficio esecuzione e fallimenti per la questione dei precetti esecutivi che richiedono sovente anche l’accompagnamento forzato (lo scorso anno sono stati ben 431). Ma, al di là di questi, ci sono le procedure per accertare la presenza di persone, di solito italiani, che abusano del domicilio. I controlli e gli appostamenti si prolungano nel tempo.
Intensa anche la presenza degli agenti della Regione I agli eventi sportivi, non soltanto quelli casalinghi. I poliziotti della città sono infatti ingaggiati a livello cantonale per seguire altri appuntamenti sportivi a rischio, come quelli dell’hockey. Sono state ben 184 le giornate messe a disposizione per questi servizi nel 2018.
Telecamere a Pasture
Meno lavoro, invece, presso il Centro asilanti, in passato al centro della cronaca cittadina a causa delle risse. La questione dei migranti tornerà presto alla ribalta, con l’apertura del nuovo centro a Pasture. È stata richiesta formalmente dal Municipio, ha precisato Sonia Colombo Regazzoni, la posa di un sistema di videosorveglinza attorno al fabbricato. Procede intanto la posa della videosorveglianza, anche nei Comuni covenzionati: 52 le telecamere già montate. Un accento particolare è stato posto durante la conferenza stampa sull’accattonaggio. Non sempre le autorità dei Comuni capiscono quanto sia importante redigere i rapporti; pensando alle difficoltà nella consegna delle contravvenzioni in Italia, e nei campi nomadi in particolare, spesso non si procede. È invece importante farlo perché in questo modo le persone non in regola con la legge vengono registrate e possono essere fermate in quanto, dopo il terzo episodio, si passa dall’ambito amministrativo a quello penale.