
(red.) Già 29 volte in questo 2017 la polizia cantonale è intervenuta nel Mendrisiotto per calmare coppie e famiglie andate sopra le righe; 9 interventi hanno avuto conseguenze penali per chi ha alzato la voce o le mani, di solito l’uomo, perché questo genere di reati viene punito d’ufficio e non solo a querela di parte.
Due uomini sono stati allontanati da casa con un ordine dell’ufficiale di polizia. Nel 2016 sono stati 8 i compagni o i mariti messi alla porta per ordine della “cantonale”; alcuni volontariamente. A questi interventi si aggiungono quelli delle polizie di prossimità di Chiasso, Mendrisio, Stabio, spesso le prime ad essere allarmate dai vicini di casa o dalle stesse vittime. Ed è proprio il comandante della Polizia cittadina di Mendrisio Patrick Roth ad invitare i cittadini a chiamare la polizia “senza farsi problemi, anche solo per una consulenza o un parere, alle prime avvisaglie che qualcosa, nella coppia, sta prendendo una strada pericolosa. Vorremmo che i cittadini ci ritenessero come un partner vicino, con il quale sviluppare rapporti di conoscenza e fiducia, anche per questi aspetti delicati”. Il fenomeno è sicuramente più ampio rispetto a quel che dice la statistica. La violenza domestica è alimentata dall’omertà, dal silenzio, dalla paura della donna e dei figli di parlare per non subire altre angherie. Non sono proprio così rari i casi di allievi/e che arrivano a scuola, di solito nel settore medio, con segni di percosse più o meno evidenti, riflesso di situazioni di prepotenze contro le quali gli insegnanti, amareggiati, poco o nulla possono fare, essendo queste famiglie in evidente difficoltà, per i docenti, un ambito pressoché impenetrabile.
In ogni caso la statistica mostra in modo inequivocabile che il problema esiste: lo scorso anno gli interventi della sola “cantonale” nella nostra regione sono stati 50 (21 reati d’ufficio), nel 2015 gli agenti sono intervenuti 44 volte (20 reati).