Sicurezza: la Città è in buona salute

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Centro di Pronto Intervento Mendrisio lavori a febbraio 2016

(red.) “Cifre storiche”: la definizione impiegata dal vicesindaco Samuel Maffi fa riferimento ai dati che caratterizzano l’attività del 2016 della polizia Città di Mendrisio e Regione II. Dal profilo della sicurezza, ha ribadito il comandante Patrick Roth, “Mendrisio gode di buona salute”. Tanto da balzare al primo posto in questo contesto sul piano cantonale, superando Lugano. Il bilancio fa emergere un aspetto particolarmente significativo: il drastico calo del numero dei furti, pari al 30% rispetto al 2015. I risutalti ottenuti sono frutto della positiva intesa tra polizia comunale, cantonale e guardie di confine e degli investimenti promossi dal Comune polo e dagli enti locali convenzionati. Un obiettivo che non può tuttavia distogliere l’attenzione dalla missione delle polizie comunali, come ha rammentato il comandante: quella di essere un corpo di prossimità, vicino alla popolazione e attento alla percezione del singolo, relativamente al bisogno di sicurezza e all’impatto emotivo che certi eventi possono generare.

I numeri sono stati dettagliati dal comandante, affiancato dal vice Tiziano Muscionico e dai responsabili rispettivamente del servizio esterno e interno Ivano Carsana ed Eros Pusterla. La polizia della Regione II svolge un servizio attivo sulle 24 ore a Mendrisio e nei Comuni convenzionati (Arogno, Bissone, Brusino, Castel S. Pietro, Coldrerio, Maroggia, Melano, Riva S. Vitale, Rovio e Stabio, dove la collaborazione con la locale polizia comunale “è ottima” ha affermato Roth). Le riunioni regolari tra capidicastero confermano un alto grado di soddisfazione per il servizio svolto.
Nel confronto tra i poli urbani ticinesi, Mendrisio risulta primo della classifica per quanto attiene alla sicurezza in materia di reati penali: 46.6 ogni 1’000 abitanti. Meglio di Lugano che presenta 55.5 e al di sotto della media cantonale situata a 47.9 reati ogni 1’000 abitanti. Un risultato determinato, secondo il comandante, anche dalla riorganizzazione geopolitica delle forze di polizia in Ticino e dal processo di rafforzamento dell’organico della Città.
Nel campo delle infrazioni alla Legge sugli stupefacenti, il capoluogo del distretto si conferma il più sicuro del Ticino: conta 5.4 reati ogni 1’000 abitanti, contro una media cantonale di 8.6. Non si palesano quindi problematiche di traffici o consumi “a cielo aperto”. Nondimeno, ha rimarcato Roth, vi è un’attenzione al sottobosco delinquenziale: le situazioni più nascoste vengono a galla dopo attente inchieste. È quindi sempre fondamentale la collaborazione con il servizio antidroga della polcantonale.
Sorprende positivamente, come accennato, la statistica riferita alla casistica dei furti che segnala un meno 30% (da 349 nel 2015 a 249 nella sola città di Mendrisio, mentre la diminuzione è pari al 45% nei Comuni convenzionati).
Lo scorso anno è stato pure caratterizzato dalla riorganizzazione del servizio esterno in gruppi operativi che favorisce un focus mirato sul territorio e una continuità del lavoro sull’arco dei dodici mesi.

Legge anti-burqua:
quattro interventi
Le cifre confermano ulteriormente il rapporto di vicinanza con i cittadini “che sono i nostri occhi” ha detto il vicecomandante Muscionico. Sono state 399 le richieste di intervento e 622 le segnalazioni giunte da privati. Il numero degli interventi (4’182) è cresciuto del 29% – uno ogni due ore –  quello dei fermi (2’831) del 44%.
Non ha destato particolari problemi l’applicazione della Legge sulla dissimulazione del volto, che al momento dell’entrata in vigore aveva suscitato parecchi interrogativi. Quattro, in totale, i casi registrati a Mendrisio, tutti al FoxTown. Quattro casi risoltisi al meglio “grazie all’informazione e al dialogo con le persone interessate”.

Due dossier guardando al futuro
Sono due i dossier principali sui quali Mendrisio accenderà i riflettori. Il primo concerne la riorganizzazione in ambito cantonale delle città-polo di polizia. L’obiettivo del Dipartimento delle istituzioni di raggruppare le Regioni I e II “allo stato attuale non è visto di buon occhio dal Dicastero Sicurezza pubblica” ha affermato Maffi. Se imposta dall’alto, tuttavia, la decisione non coglierebbe impreparata la Città, in grado di prendere le redini della Regione dal profilo tecnico e logistico.
Il municipale si è soffermato quindi su una seconda tematica d’attualità sul piano cantonale. La richiesta formulata da alcuni Comuni paganti di rivedere le fatture al ribasso. Le città-polo, ha detto il capodicastero, pensano che un simile passo sarebbe controproducente, soprattutto per il fatto che si abbasserebbe il livello di sicurezza.