Riportare il passato contadino del Mendrisiotto all’attenzione di chi sta vivendo un presente dinamico e stressato in una regione che fa i conti con l’industria, la tecnologia avanzata, il traffico e la prossimità con l’Italia. E soprattutto affascinare i bambini mettendoli in contatto con le fatiche e l’ingegno delle generazioni passate. È questo – ci sembra – l’obiettivo che ha indirizzato la riorganizzazione del Museo della civiltà contadina di Stabio. Ne è scaturita una sorta di rinascita del modo di concepire la cultura nel Comune. Soddisfatto il sindaco Simone Castelletti.
Diverse le novità annunciate questa settimana alla stampa. Le stesse verranno inaugurate domani sabato 24 marzo con una giornata di porte aperte alla quale è invitata tutta la popolazione (cfr. scheda). La data scelta non è casuale. Domani ricorrerà un anno dalla scomparsa di Marta Solinas, la precedente curatrice che ha dedicato con grande passione 30 anni della sua vita professionale al Museo di Stabio ed alle varie mostre che si sono susseguite.
Alla base di tutto il cambiamento vi è l’unificazione in una sola struttura dell’Ufficio del Museo e dell’Ufficio del Dicastero cultura per una più razionale gestione dei due settori. Unificazione che si riflette anche nella scelta di affidare ad una persona – Monica Rusconi – il compito di curatrice del Museo e addetta culturale. A lei si affianca Silvia Lesina Martinelli.
• Ripensato il Museo
Sono stati riorganizzati tutti gli spazi interni del Museo di via Castello definendo una linea espositiva che possa stupire ed affascinare il pubblico in una sorta di percorso didattico il più possibile completo. In totale sono stati esposti oltre 1500 oggetti fra i quali ci si possa calare anche toccando con mano e sperimentando il funzionamento di alcuni di essi. Al Piano terra è stata inserita una sala-laboratorio ed al primo piano una sala cultura per esposizioni, conferenze, incontri, ecc.. Alle mostre temporanee è stato conferito un nuovo taglio espositivo con poco testo, tanti oggetti e molte cose da fare.
• Nuova immagine grafica
Anche l’immagine grafica del Museo è stata rinnovata in particolare nel nuovo logo ideato dal grafico Micha Dalcol che si è ispirato ad un’immagine dei campi del passato di Stabio. Nella stessa linea, sono stati riconcepiti il formato e la grafica del catalogo che accompagna le mostre temporanee del Museo. E siamo alla 32.ma!
• “Fare il filo”
La mostra temporanea che verrà inaugurata domani si intitola “Fare il filo” e porterà a conoscere le fibre tessili dal passato al presente. Lino, canapa e seta con i rispettivi attrezzi per la lavorazione vengono confrontati ai tessuti sintetici di oggi i cui produttori tentano di replicare con continue ricerche e studi le qualità del passato come potevano essere la termoregolazione, la leggerezza, il buon assorbimento dell’umidità. In realtà si tratta di materiali che non sono biodegradabili e possono provocare allergie. “Questa mostra permette quindi di attirare la nostra attenzione anche su un tema estremamente attuale – ha commentato il sindaco Simone Castelletti – quello della sostenibilità, un tema di differenziazione per sempre più aziende”.
• Esposte le opere
di Natale Albisetti
Lo spazio di via Ufentina lasciato libero dal Dicastero cultura (trasferito fra le mura del Museo) è stato ripensato per ospitare le opere significative dello scultore Natale Albisetti, nato a Stabio nel 1863 e deceduto nel 1923 dopo aver destinato al Comune di Stabio tutto il contenuto dei suoi atelier di Parigi e di Stabio. Il Comune conserva una sessantina di sue opere che coprono un arco cronologico che va dal 1890 al 1923. In via Ufentina i gessi bianchi – fra i quali vi sono Amor materno del 1896, Il Bacio, Achille Borella del 1923 e La madre – hanno trovato collocazione su sfondo rosso per un effetto suggestivo, come ha indicato Simona Ostinelli, autrice del progetto di ricerca sullo scultore. Dopo una rivalutazione scientifica dell’opera e della vita dell’artista e l’accurato restauro dei gessi – iniziato da Claudio Cometta e continuato da Peter Bolli – è ora in corso una ricerca storico-artistica curata da Simona Ostinelli.
• Il magazzino comunale
Un nuovo magazzino comunale custodisce in via Rognago migliaia di oggetti. Questo patrimonio agricolo domani 24 marzo sarà reso accessibile alla cittadinanza.